________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________

mercoledì 30 giugno 2010

FINTA PARMIGIANA
e un nuovo tag


















Questa estate mi è più difficile pensare light. Sarà questo hobby del momento, sarà che sono bersagliata da decine e decine di idee stuzzicose, sarà che siete tutti dei diavolacci tentatori, ma io di solito, a questo punto dell'anno, penso light!
Mi passa un po' la voglia di formaggio, di intingoli sostanziosi, di biscotti burrosi...
Ma quest'anno? Il caldo avanza e io farei ancora colazione con gli shortbreads, mangerei tagliatelle ai sette formaggi e concluderei ogni pasto con dolci decisamente heavy.
Qui bisogna darsi una ridimensionata... non tanto per la prova costume (quella la supero di sicuro... quello di carnevale del Gabibbo mi sta benissimo!), ma per una questione di leggerezza.
Mica voglio farmi cogliere dalla spossatezza ad ogni fine pasto! Mica volgio che mi si riproponga la caponata a metà pomeriggio! Mica voglio morire di caldo per le mila calorie ingerite con 30° all'ombra!
Quindi - qui ed ora - nasce un imperativo: think light!
E conseguente tag.
Cominciamo con questa finta parmigiana: non si frigge, non si usano intingoli pesanti e si fa sauna col forno. Più leggero di così...!

Ingredienti:
1 grossa melanzana
pane guttiau o carasau qb
sugo fresco o pronto
200 gr di mozzarella non acquosa
olio evo qb

-Mondare la melanzana e farne fette di circa mezzo cm, cospargere di sale e lasciare riposare mezz'oretta su un ripiano inclinato. Tamponarle poi leggermente con carta assorbente.
-Farle appassire in forno preriscaldato a 200°. A me son bastati 15 minuti per ogni infornata.
-Intanto preparare il sugo come preferite. Io in questo caso ho usato la polpa già pronta unita a cipollina dorata, prezzemolo e abbondante basilico.
-Man mano che le melanzane son pronte riporle su un piatto irrorandole di olio a crudo (magari senza esagerare sennò l'effetto light si vanifica...).
-Tagliare la mozzarella (o altro formaggio che preferite) a dadini.
-Posizionare poi uno strato di pane carasau sul fondo di una pirofila.
-Inumidire con qualche cucchiaio di sugo.
-Disporre le melanzane.
-Cospargere di mozzarella e ripetere gli strati fino ad esaurimento ingredienti.
-Infornare a 200° (tanto il forno è già caldo) per 15 min ca.
-Servire caldo, tiepido o freddo.

Non vi racconterò che è appagante come una grondante parmigiana da mangiare su una fetta di pane croccante, ma è buona, saporita e soprattutto... light!
... dài che mi sento sulla buona strada...
Aggiungo questo piatto al Contest ... è Tempo di Melanzane! di Fabiola di Olio e Aceto.

lunedì 28 giugno 2010

DI CIAMBELLE, PAPILLE
e accorati consigli



















Breve premessa sulla foto: me ne è stata sbranata mezza prima di riuscire a fotografarla. Ne è rimasta solo una C... di ciambella appunto! E come resistere dunque alla tentazione di questa impaginazione tristemente anni '80??! E vabbè...
Veniamo al sodo...
Avevo un cruccio: ma perchè l'unione tra dolce e salato mi ha sempre dato una goduria incredibile, creandomi un immediato Effetto Pavlov e solletticandomi fino all'ipotalamo?
Insomma, a tutto ciò c'era per forza una spiegazione al di là del gusto personale, ne ero sicura...
Pensa che ti ripensa ho chiamato in causa la scienza. Con l'aiuto di questo schemino si può capire meglio.

Come possiamo vedere la nostra lingua percepisce il dolce prettamente sulla punta, mentre il salato maggiormente ai lati. Se noi uniamo i due sapori ecco che la superficie di percezione aumenta notevolmente. Non solo si attiva la parte in rosso, ma anche quella in verde.
Ecco perchè le papille fanno la ola (almeno le mie) quando dolce e salato si incontrano nella giusta combinazione! E questa sensazione accresce se l'impasto è particolarmente morbido.
Quindi... dal basso della mia pochissima esperienza voglio dare ben 2 consigli:

1. Il Burro salato:
nella giusta dose conferisce all'impasto quel qualcosa in più che è in grado di regalarci delle sensazioni gustative decisamente amplificate.
2. La ricotta nell'impasto:
l'ho adottata per caso una volta e mi ha conquistata. Per me che faccio questi dolci per la colazione di una settimana (insomma... raramente durano tanto) ho appurato che, oltretutto, rimangono morbidissimi fino all'ultima fetta.
Questa ciambella è un vero proprio esperimento (scientificissimo, eh!) che traduce in sapore tutto ciò che ho scritto.
Se poi vogliamo immaginare che c'è anche un po' di amaro del caffè...

Ingredienti:
250 gr di ricotta romana
250 gr di farina autolievitante
200 gr di zucchero di canna
60 gr di burro salato fuso
2 uova
4 tazzine di caffè forte
40 gr di gocce di cioccolato
40 gr di mandorle
1 bustina di vanillina

-Lavorare ricotta e zucchero con la frusta elettrica finchè non si raggiunge una consistenza cremosa.
-Incorporare un uovo alla volta amalgamando bene.
-Unire poi il caffè non bollente e il burro salato fuso e fatto raffreddare.
-Incorporare poi la vanillina e la farina a pioggia un po' alla volta facendo attenzione a non formare grumi.
-Aggiungere poi le gocce di cioccolato e le mandorle tritate grossolanamente.
-Mettere nella forma desiderata e infornare in forno preriscaldato a 180° per 40 min ca. Fa fede la prova stecchino.
-Sformare a completo raffreddamento perchè la ricotta regala gran morbidezza all'impasto rendendolo molto tenero finchè non raggiunge la temperatura ambiente.

Ovviamente si possono usare farina non autolievitante + lievito. La mia scelta è stata puramente dettata dalla Dispensa.

venerdì 25 giugno 2010

INSALATA DI PASTA?
Sì, ma con la Fregola...























Parliamo di insalata di pasta...
Facile, troppo facile, cadere sul banale. Ed è un po' il motivo per cui ci ha un po' stufato anche l'insalata di riso. Gira e rigira alla fine, per quanto illimitati gli abbinamenti, si arriva ad uno stop. Basta.
[Ma sentimi... cucino da qualche mese e già faccio la vissuta...]
Ma io per quella cena volevo preparare un piatto freddo e piuttosto veloce. Sì... volevo un'insalata di pasta! Ma come uscire dal solito? Pensa che ti ripensa di ingredienti himalayani, sudanesi o nordplanetari non ne avevo... e nemmeno nulla che provenisse da qualche astrusa nebulosa.
Insomma l'unico modo era giocare col formato della pasta...
Le mie amichine sono delle buongustaie sempre attente a cose nuove, esigenti, ma senza fanatismi. Volevo stupirle (e anche fare un po' la figa, lo ammetto...), ma come?
Ed ecco che in risposta un raggio di sole è entrato nella mia cucina e ha illuminato il cesto della pasta posandosi giusto giusto su... la fregola sarda! [Non è vero, l'avevo comprata alla fiera gastronomica con quell'intento, ma così fa tanto ispirazione... ]
Io l'adoro... ha quella consitenza callosa che piace a me e poi quel formato disuguale regala del movimento sia nel piatto che sul palato.
Il risultato finale è simile a un grossolano cous-cous, almeno all'occhio, con cui, ne ero sicura, le avrei stupite e conquistate!
Ho preparo con entusiasmo (e la solita curiosità un po' da piccolo chimico) la mia insalata di fregola pregustando il momento in cui la Cricca avrebbe detto: <<Mmmmh! Buona idea, Tizi!>> e la Grace avrebbe sentenziato con vago accento pugliese: <<Amour... sta fregola fatta così è proprio buona!>>.
Infine: sono arrivata a casa della Cri, ho sfoderato il piatto e alla domanda: <<Mmmmh... ma cos'è?>>, ho risposto ammiccante: <<Fregola!>>
E loro: << Aaaah, quella che ci hai fatto l'altra volta!! >>
Ma è vero!! Gliela avevo già proposta in versione calda e saltata come accompagnamento a una scaloppa e me ne ero scordataa! Uffaaa!! Altro che effetti speciali!
Ad ogni modo il condimento e il modo erano tutti diversi e il piatto è risultato comunque una novità apprezzatissima, ma io, che volevo stupire con QUEL formato di pasta, avrò solo dato modo di pensare: <<Ammazza, ma sta fregola la farà anche nel caffelatte!>>.
Il risultato è stato lo scofanamento dell'intero grilletto e la cosa mi ha dato indubbio piacere. Anche perchè, figaggini a parte, quando cucini per le persone a cui vuoi bene ci metti anche quel prezioso ingrediente in più... che non vi dico qual è, tanto si sa! :)

Con questa ricetta partecipo volentieri al contest Pasta Fredda Che Passione  pensato da Puffin in Cucina.

Ingredienti per un antipasto per 5 persone:
250 gr di fregola sarda
30 gr di pomodori secchi
2 alici sott'olio
1 manciata di capperi
30 gr di uvetta
3 pomodori ciliegini o simili
50 gr di pecorino mezzano
30 gr di pinoli
1 cipollina di tropea
Olio evo qb

-Mettere a mollo l'uvetta per far sì che si reidrati, magari una mezz'oretta prima.
-Cuocere la fregola in abbondante acqua, poi scolare, irrorare di olio e fare raffreddare rigirandola ogni tanto.
-Intanto tritare a crema i pomodori secchi, i capperi e le acciughe con qb di olio.
-Appena l'uvetta è morbida unirla al composto cremoso, insieme ai pomodorini ciliegini privati dei semi tagliati a dadini piccoli.
-Quando la fregola è fredda condirla con la crema e il pecorino tagliato a piccoli cubetti mescolando bene.
-Consiglio di unire solo all'ultimo la cipolla tagliata finissima e i pinoli. L'una perchè non infesti troppo il tutto e gli altri perchè si matengano croccanti.

Gli ingredienti sono saporiti, ma assicuro che nella giusta dose non fanno scomparire il delicato pinolo, soprattutto se è la qualità piccola dal gusto maggiormente resinoso. L'uvetta inoltre regala delle piccole esplosioni dolci in mezzo al salato che sono davvero deliziose!

mercoledì 23 giugno 2010

CUSOT AL BRUSC
Una madeleine in carpione...



















Odio friggere...
Mi piace il fritto, intendiamoci, nelle giuste dosi e ben fatto, ma se tocca a me farlo tutto il mio essere si esprime sbuffando e spalmandosi a stella marina su un divano palesando con tutti e quattro gli arti la non-voglia di fare una sola mossa per cimentarsi in quel traffico culinario.
Inoltre non riesco a non usare olio di oliva e mi pare sempre uno spreco la quantità che si usa per farne dei fritti... E poi l'odore che rimane nella stanza e addosso...
E poi la cucina da pulire, con tutti quegli odiosi schizzetti che per quanto fai attenzione raggiungono distanze inspiegabili, comprese maglie e magliette. Eh sì perchè non ho un buon rapporto con i grembiuli (come con ciabatte e pigiami perchè le ciabatte non devono sembrare ciabatte e i pigiami non devono sembrare pigiami, ma di grembiuli che non sembrino grembiuli ancora non ne ho trovati e allora continuo a schizzettarmi di intingoli vari...).
Tuttavia (eh... c'è per forza un tuttavia) la quantità di zucchine della bio-cassetta questa settimana era molto elevata e ho pensato di approfittare della Raccolta de il Giardino dei Ciliegi per farle fuori in unica soluzione.
Insomma mi sono fatta forza e via... 5 padellate di zucchine fritte e colorite pronte per accogliere il sapido carpione...
Inoltre (eh sì... c'è anche un inoltre) alla prima padellata sfrigolante si sono sprigionati profumi che avevo dimenticato. Come in un flash mi rivedo ragazzina nella mia stanza a studiare mentre dalla cucina arrivano rumori e odori rassicuranti. I tempi in cui non ti devi preoccupare di molte cose perchè c'è chi lo fa al posto tuo. I momenti in cui senti dall'altra stanza << E' prontoo!>> e tutti si smette di fare ogni cosa per mettere le gambe sotto la tavola.
Che dire? Ognuno ha la sua madeleine e la mia... sa di zucchine in carpione :)

Ingredienti:
quante saran state le zucchine? 2 Kg? Facciamo 1,5 Kg...
3 cipolle (io ho usato quelle non grandissime di tropea... non me ne vogliano i puristi piemontesi, ma son più dolci e meno commoventi al taglio)
2 rametti di salvia
1 spicchio d'aglio
mezzo bicchiere abbondante di aceto di vino rosso
mezzo bicchiere abbondante di vino bianco secco
sale qb
olio di oliva per friggere
1 cucchiaino di zucchero (facoltativo)

-Lavare e mondare i cusot (zucchine :), tagliarli a fiammifero e lasciarli riposare un po' su un canavaccio cosparsi con qualche pizzico di sale per far sì che abbandonino un po' d'acqua.
-Dopodicchè friggerli fino a doratura sostenuta e metterli a scolare su carta assorbente.
-Riporli in un contenitore preferibilmente di vetro abbastanza largo e farli raffreddare del tutto, aggiustando di sale se necessario.
-Intanto preparare il carpione affettando la cipolla finemente, ma non a velo e facendola soffriggere fino a leggera doratura.
-Quando è ancora croccante versare nella padella il vino, l'aceto, l'aglio, un paio di pizzichi di sale e la salvia. Io stavolta ho aggiunto anche un cucchiaino di zucchero e la cosa mi è piaciuta parecchio.
-Fare sobbollire a fuoco vivo per una decina di minuti poi togliere dal fornello e fare raffreddare.
-Quando sia i cusot che il brusc sono freddi unirli nel contenitore largo (che servirà a far sì che le zucchine assorbano meglio il carpione).
-Conservare in frigo rigirandoli magari una paio di volte al dì e consumarli ALMENO il giorno dopo.

Il mio carpione è piuttosto delicato. L'aceto è mitigato dallo zucchero e la cipolla è dolce, ma se si amano sapori (ancora) più decisi basta calcare la mano con gli ingredienti che si preferiscono.
Bene! E ora vado a smacchiarmi la maglia, a pulire la cucina, ad areare la casa...
(Certo che però li mangio di un volentieri XD...!!)

domenica 20 giugno 2010

CILIEGINE SULLA TORTA
E dentro? Pesche, albicocche, banane...


















<< Tizià! >>
<< Eee... >>
<< Tizià, viè qua... guarda un po' qui dentro... >>
<< Eh, lo so, ma questa settimana non ho avuto tempo per fare nulla. >>
<< E vabbè, ma mica me puoi riempì cossì e poi lasciamme a custodì sto bendiddio! >>
<< Lo so, infatti non vedo l'ora di mettermi a fare qualcosa di buono... >>
<< E fai bene, fai! E' na settimana che me apri solo per prenne er caffè ell' acqua! >>
<< Lo so, Frigo. Cause di forza maggiore. Dài che rimediamo! >>
<< See, rimediamo... la fa bella lei! Guarda qua sto yogurte! E' scaduto da du giorni... >>
<< Frigo, due giorni se è sigillato e me l'hai conservato bene, lo yogurt li sopporta... >>
<< E viè qua... guarda tutta sta frutta. Ma che ce voi fa?? A marmellata?? E a panna... e a ricotta... >>
<< Oooh, Frigo! Ma che ti sei offeso?? Te l'ho detto: non ho avuto tempo in sti giorni! >>
<< Si, vabbè Tizià, però era da mo che mi lasciavi 6 ovi per na settimana senza toccalli nemmeno! >>
<< Invece di brontolare dimmi che c'è di urgente da far fuori, dài. >>
<< Allora Tizià... famo fuori tutto sto yogurte e sta frutta per piacere prima che mi ritrovi a custodire na nuova forma de fauna domestica... Eppoi sto buro?? Usa l'olio, va! >>
<< Uff... Frigo... quanto brontoli... >>
<< E chiedi pure a Dispensa, va! Tutta sta farina de riso che le hai messo llà... >>
<< Ok, ok... ricevuto... una bella torta di frutta, yogurt e farina di riso, ok?? Ma sai che non ho mai fatto una torta di frutta? Sarà interessante... Per la ricotta invece ho un'altra idea... >>
<< Ecco, brava, va! Che con sti sperimenti ti diverti te e alleggerisci me! >>
<< Su, su... che se fai il bravo ti metto su una nuova calamitina a forma di gallina che ho appena comprato... >>
<< A Tizià... macchettipossino... fosse pemmè ste calamitine...!!! >>

Ingredienti:
150 gr di farina 00 autolievitante
150 gr di farina di riso
100 gr di maizena
150 gr di zucchero
500 gr di yogurt bianco dolce
100 gr di olio di semi
4 uova
1 banana
2 albicocche
1 pesca
1 ciotola di cilegie
Qualche acinello d'uva
1 limone succo e scorza
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito
Qualche goccia di acqua di fiori d'arancio
Pistacchi non salati per decorare
Per la glassa:
125 gr di zucchero a velo
1 limone

-Mondare la frutta e tagliarla in una ciotola condendola con il succo di un limone, un cucchiaio di zucchero e qualche goccia di aroma di fiore d'arancio e mettere da parte mescolando ogni tanto.
-In un'alta terrina sbattere le uova e lo zucchero con la frusta elettrica finchè non diventeranno spumose e omogenee.
-Aggiungere poi lo yogurt sempre sbattendo con la frusta a bassa velocità e amalgamarlo bene.
-Aromatizzare con la scorza del limone grattugiata e la vanillina e continuare a mescolare.
-Procedere poi incorporando le farine a pioggia.
-Aggiungere l'olio a filo e amalgamare il tutto.
-Unire infine il lievito.
-Mettere l'impasto in uno stampo a piacere (un po' grande date le dosi...).
-Con l'aiuto di un cucchiaio disporre la frutta a pezzi sulla superficie che, data la fluidità dell'impasto, affonderà cuocendo (se va bene solo fino a metà!) creando uno strato di farcitura.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° sul ripiano inferiore a quello intermedio per 40 min circa. Fa fede la prova stecchino.
-Attendere che si raffreddi quasi del tutto prima di sformare e poi fare finire di raffreddare capovolta in modo da approfittare della superficie più liscia per la glassatura.
-Quando il dolce è del tutto freddo preparare la glassa mettendo in una ciotola lo zucchero a velo e aggiungendo piano piano il limone a occhio mescolando benissimo finchè non raggiungeremo la densità desiderata.
-Distribuire con l'aiuto di una spatola e decorare a piacere. Io ho messo pistacchi tritati grossolanamente e ciliegie (ma vabbè... si vede :).

Ora Frigo è più tranquillo e io... yuhmmm... beh, io....!


venerdì 18 giugno 2010

NIGELLA (SATIVA) A COLAZIONE
nei monoporzione alla ricotta


















La scorsa settimana è passata dalla mia città la fiera itinerante europea, evento enogastronomico che presenta alcune chicche culinarie, anche e soprattutto di oltre confine, di un certo interesse.
Accanto ai soliti salsiccia e crauti (senza nulla togliere, anzi!!) si driblava tra banchetti di specialità greche, tahilandesi, calabresi, sicule, sarde, spagnole, olandesi, irlandesi, toscane, etc.
Qualche banco ha attirato la mia attenzione più di altri come quello delle spezie tenuto da un signore con la R francese e l'aria da avventuriero che pareva andasse a raccogliersele da solo, le essenze, sfidando tigri e tempeste; il banco dei lingotti di liquirizia calabrese (peccato non aver avuto la macchina foto, ma conto di postare a breve una ricettina del liquore di liquirizia); lo stand inglese il quale omino, con il suo britannico accento, spiegava le velleità della sua marmellata (e anche qui non ho resistito con due paradisiaci vasetti di curd al limone e alla banana e delle mou di proporzioni irraccontabili...).
Ma qui ora si parlerà della nostra amica nigella, sativa però. Avendo letto che si sposa particolarmente bene con i prodotti di panificazione ho deciso di provarle nei mini cakes alla ricotta per farla esaltare dalla farina e abbracciare dal formaggio tenero.
Il gusto è quello di un delicatissimo cumino al quale sono aggiunte fragranze più fresche ed erbacee.
Una colazione davvero intrigante, ma anche semplice e morbidissima.

Ingredienti:
200 gr di farina
250 gr di ricotta
180 gr di zucchero
2 uova
50 gr di burro
50 gr di pane raffermo
125 ml di latte
2 cucchiaini di semi di nigella
1 bustina di lievito vanigliato

-Lavorare con la frusta la ricotta e lo zucchero finchè non si ottiene una morbida crema.
-Aggiungere poi le uova una alla volta incorporando bene.
-Unire il pane precedentemente spezzettato e ammorbidito nel bicchiere di latte insieme a quest'ultimo sempre lavorando con la frusta.
-Aggiungere all'amalgama il burro fuso e raffreddato incorporandolo bene.
-Unire a pioggia la farina, poi i semi di nigella e infine il lievito.
-Sistemare l'impasto nei monoporzione riempiendoli per poco più di metà o in unico stampo e distribuire qualche semino sulla superficie per decorare.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti se si tratta di monoporzione o 40 se per un unico cake. Fa sempre fede la prova stecchino.
-Attendere il completo raffreddamento prima di sformare perchè la ricotta dona una sofficità tale all'impasto da essere delicata finchè non raggiunge temperatura ambiente.

domenica 13 giugno 2010

NASELLO CANNELLATO
Abbinamento delicato...

























Con questa ricetta partecipo volentieri al contest Mariti ai Fornelli proposto da La Pappa al Pomodoro. Idea carina che mi ha fatto immediatamente venire alla mente questa ricettina con cui il mio lui mi sorprese non poco...
Se la cava decisamente bene ai fornelli (meglio di me!), ma di solito rimane sul traditional.
Quella volta però mi stupì con la delicatezza di questo abbinamento pesce-cannella che mi conquistò al primo assaggio.
Per fortuna  annotammo la ricetta sul nostro quadernetto dal titolo Me lo rifai?? che è la classica frase che io o lui diciamo quando un'alchimia ben riuscita (che sappiamo irripetibile a memoria) ci convince, conquista, ma soprattutto entusiasma.
Ecco quindi la ricetta del nasello, variante del primo tentativo che vide protagonista la platessa (sapore ancora più delicato...).

Ingredienti:
4 filetti di nasello (400 gr ca)
1 pomodoro maturo cuore di bue
60 gr di burro
Qualche cucchiaio di farina
1 cucchiaino da caffè di cannella macinata
Sale qb
Pepe nero
Prezzemolo per guarnire

-Infarinare i filetti di nasello (o platessa).
-Sciogliere a fiamma dolce il burro in una padella.
-Adagiare i filetti infarinati e farli dorare da entrambi i lati.
-Cospargere poi il pesce con il pomodoro precedentemente tagliato a cubetti.
La scelta del "cuore di bue" è preferibile perchè a differenza di altri si scioglie formando una crema morbida.
-Rigirare i filetti avendo cura che il pomodoro faccia sempre da letto durante la cottura.
-Salare e pepare a piacere e far cuocere per alcuni minuti.
-Aggiungere infine la cannella in modo omogeneo sui filetti e irrorarli con 3 o 4 cucchiai di acqua affinchè la spezia si disciolga e si unisca al pomodoro.
-Portare a termine la cottura con un coperchio, rigirandoli ancora un paio di volte per essere sicuri che il pesce assorba tutti i sentori del sughetto.
-Impiattare e servire caldo.

Una delicatezza che conquista...

venerdì 11 giugno 2010

SBRIOCIOLATA
con ricotta e cioccolata



Insomma... ero bombardata! E in tv e sui libri e su blog di Zasusa... e come potevo resistere??
Tra le varie ricette ho scelto quella di Zasusa: mi ha convinta questo tramandarsela da madre in figlia, in zia.
Non è un dolce proprio estivo, eh... ma di un buono!
Il Ruhm è facoltativo ma io lo considero TASSATIVO (ihihih...) perchè con ricotta e cioccolata ci sta davvero a nozze.
Grazie Zas! Ecco la tua ricetta.

Ingredienti per la base:
300 gr di farina 00
125 gr di zucchero
75 gr di burro
1 uovo
1 bustina di lievito
scorza grattugiata di un limone
un pizzico di sale
Per la farcia:
500 gr di ricotta (io ne ho messi 450)
125 gr di zucchero
200 gr di cioccolato fondente
1 cucchiaio di cacao amaro
1 tazzina da caffè di ruhm (facoltativo, ma per me tassativo)

-Su un tagliere sminuzzare il cioccolato al coltello.
-In una terrina setacciare la ricotta e unirvi poi il cioccolato, il cacao, lo zucchero e il ruhm.
-In un'altra terrina procedere poi con la preparazione della base mescolando zucchero e farina.
-Aggiungere poi la scorza grattugiata del limone, il burro tagliato a pezzi e ammorbidito, l'uovo, il lievito e il pizzico di sale.
-Amalgamare il tutto con un cucchiaio continuando poi con le mani dove, invece di impastare, sbricioleremo il composto per creare appunto delle grosse briciole.
-Distribuire metà o poco più dell'impasto sulla base pressando un po', in una teglia (la mia era da 28cm).
-Distribuire sopra la crema di ricotta e cioccolato avendo cura di non sollevare le briciole della base.
-Ricoprire il tutto con il resto delle briciole.
-Infornare in forno preriscaldato a 200°. Io ho fatto cuocere 30 min nel ripiano basso e poi altri 10 in quello alto. Non ho usato il classico intermedio.
-Attendere che si raffreddi completamente prima di sformare.


mercoledì 9 giugno 2010

CAKE LIMONE E MALVA
Come ti salvo la voragine - 2

























Era un po' che volevo fare questo dolce... E' quello con cui ho conosciuto il blog di Onde, che ho subito amato per la sua capacità di aprirti un mondo sospeso.
La delicatezza di questo accostamento mi ha affascinata e ho immediatamente pensato di farlo con dei fiori di malva che avevo lì in attesa di una mai arrivata tisana.
Il suo è meraviglioso, di quel bel giallo limone anche sulla superficie... e io mi immaginavo che lo avrei decorato con piccoli e delicati fiorellini color malva fatti con glassa o cioccolato bianco colorati. Tral'altro aveva appena acquistato anche dei canovacci con dei colori in tinta (non proprio apposta, ma diciamo che ci ho pensato!) con cui avevo pensato di fotografarlo. Insomma nella mia testa era tutto aulico e perfetto.
Avevo deciso: quella sera avrei portato a casa della Cricca una frittata fatta di luvertin raccolti da me e questo paradisiaco dolce. Annuncio a Onde che mi accingo a farlo e già lì... trac! La mia esperienza vuole che è meglio agire in discrezione e semmai sbandierare DOPO.
Ma ero entusiasta... ed ecco cosa è successo.
Lei consiglia di lavorare insieme tutti gli ingredienti, ma io non avendo ancora familiarità col mio robot per quando riguarda gli impasti, ho deciso di amalgamare a mano cercando di capire la sequenza ottimale: comincio con burro e zucchero cercando di lavorarlo a pomata, ma già lì qualcosa non è andato, forse lo zucchero era tanto in confronto al burro... non so. Aggiungo le uova una alla volta, ma mi accorgo che non amalagmano alla perfezione. Mi era già capitato, ma si era poi risolto aggiungendo la farina, cosa che infatti ha un po' aggiustato. Inforno a freddo... mai fatto, ma mi incuriosiva vedere se avrei notato dell differenza.
Fatto sta che il forno nemmeno entra a temperatura che sopra comincia a crearsi una striscia scura come se lo zucchero avesse caramellato. Non esiste! Io lo volevo dello stesso giallo! Allora con movimento fulmineo (ma mai abbastanza) apro il forno e sposto il cake sul ripiano sottostante. Lo so, lo so... non si fa MAI, ma meglio floscio che bruciato, ho pensato. Nemmeno a pensarlo che ecco che.... splufff.... il cake sprofonda.
E vabbè... questa me la sono voluta.
Un po' demoralizzata aspetto la fine della cottura pensando a come salvarlo per la serata.
Non era per niente giallo... mi son consolanta pensando che i fiorellini color lavanda avrebbero risaltato meglio su quel marron-cioccolato. Giro il cake tipo budinone e comincio a decorare. Ma pure quelli, non so perchè (mai successo!) non sono venuti. La cioccolata tendeva a reimpastarsi senza darmi modo di usarla in modo fluido. Ho finito così per spalmarla in unica soluzione su tutta la superficie.
Non avevo tempo e modo per farne un altro, anzi, dovevo sbrigarmi a preparare anche la frittata che caso ha voluto... non sia venuta nemmeno lei... ma come è possibile?? Una frittata! Mah! Che giornata strana...
Il dolce è sicuramente stato apprezzato per il suo gusto (era OTTIMO e in fondo ben cotto) e per il "bel" tentativo di salvataggio, ma non esiste, non ero soddisfatta... ho dovuto riprovare il giorno dopo e stavolta non avrei fatto gli stessi errori.
Ho cominciato la sequenza degli ingredienti dalle uova sbattute con lo zucchero e il burro l'ho aggiunto poi fuso come si fa in molti plum cake, ho infornato a freddo nel ripiano basso, ho aspettato che il forno entrasse in temperatura guardandolo lievitare bene, ma d'improvviso... ri-splufff...
Che dire... eccomi a ripensare ad un'altra soluzione per salvare la voragine e la mia cremina di yogurt leggermente gelificata con colla di pesce alla quale ho aggiunto succo di limone, ha salvato un po' l'estetica, ma lasciandomi col dubbio amletico: maddoveccavolo ho toppato??
Non riporterò qui nè ricetta nè dosi perchè invito chiunque voglia prepararlo a vedere la ricetta originale.
E chissà che non ci torni anche io per un terzo tentativo....?? :)
Eh sì perchè per me il divertimento sta anche qui: scervellarsi per aggiustare qualcosa in modo carino, ammirare i foodblogger e le loro creazioni (sghignazzando sui miei "insuccessi" confrontandoli con le loro meraviglie) e stupirmi comunque e sempre per ciò che esce dal forno.

martedì 8 giugno 2010

CAKE SALATO SDRAIATO
alle olive, capperi, acciughe, pomodori secchi, timo...


















SEMBRA una focaccia, ma non è...
SEMBRA ipersapido, dati gli ingredienti, ma non è...
SEMBRA bello, soffice e profumato: e lo è! :)
E' un cake salato sdraiato, un semplice plum cake, ma cotto in una forma rettangolare.
Per quella sera a cena volevo qualcosa si saporito da utilzzare al posto del pane, da tagliare a quadrotti per accompagnare i formaggi di media stagionatura.
L'alchimia è riuscita: i sapori erano tutti presenti senza sovrastarsi l'un l'altro e, nonostante la tipologia degli ingredienti, il gusto ne è riuscito piuttosto delicato. Inoltre era umido e soffice al punto giusto.
Lo ripeterò di sicuro.

Ingredienti:
150 gr di farina di farro
150 gr di farina 00, ma quella consigliata per pizze e focacce
3 uova
100 ml di olio di oliva
200 ml di yogurt intero
100 gr di olive taggiasche
4 alici sott'olio
una manciata di capperi
qualche rametto di timo fresco
qualche pomodoro secco per decorare
1 bustina di lievito per torte salate
sale
pepe

-Tritare insieme le olive (tenendone da parte qualcuna per decorare), le acciughe e i capperi.
-In una terrina sbattere leggermente le uova e unire poi olio e yogurt.
-Incorporare poi il trito, il timo sfogliato (lasciandone un po' da cospargere sulla superficie), 2 o 3 pizzichi di sale, pepe.
-Unire poi a pioggia le farine mescolando (io uso la frusta a mano perchè amalgama alla perfezione) e in ultimo il lievito.
-Mettere l'impasto in una forma a piacere (la mia era rettangolare cm 28 x 22)
-Decorare con listarelle di pomodori secchi, olive e timo.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 25 min se la forma è bassa o 35/40 se la forma è alta.

sabato 5 giugno 2010

BROWNIES BLACK & WHITE
Perchè non c'è luce senza buio...





















Con questo dolce partecipo al Concorso Ricette per la Felicità di Jules'Kitchen in collaborazione con Macchine Alimentari.
Il contest è molto interessante... cosa si fa per ritrovare la serenità dopo una giornata tutta sbagliata?
Qual è la ricetta della felicità?
Personalmente mi affido anche alla chimica... come non rivolgersi al "dio cioccolato" confortatore di animi?
Sarà che sviluppa tutte quelle endorfine, sarà che è vellutato e scioglievole, sarà che il suo sapore esplode sulle papille... sarà quel che sarà ma il suo potere calmante-ringalluzzente non ha rivali.
E racchiuderlo in un impasto umido e morbido come quello dei brownies regala la consistenza giusta per un vero comfort-food.
Li ho fatti bianchi e neri perchè dopo una giornata tutta storta hai bisogno della forza del fondente, ma anche della dolcezza del latte; perchè dopo il buio... torna sempre la luce; perchè la felicità, essendo noi esseri imperfetti, ce la godiamo maggiormente solo dopo gli attimi più neri.
Inoltre l'urgenza richiede una ricetta veloce e non troppo elaborata. La felicità, si sa, è data da cose semplici...
Ecco dunque... i miei happiness-brownies

Ingredienti:
100 gr di cioccolato fondente
100 gr di cioccolato bianco
120 gr di burro salato
70 gr di farina
140 gr di zucchero a velo
3 uova
100 gr di mandorle pelate e sminuzzate grossolanamente

-Dividere a metà tutti gli ingredienti tranne i due tipi di cioccolato (per le uova sarà sufficiente sbatterle un po' in una ciotola e prelevarne la metà quando è necessario).
-Cominciare con un cioccolato a scelta (io ho scelto il fondente) e scioglierlo a bagnomaria [possibilmente inalandone gli effluvi].
-Lavorare a pomata metà del burro morbido con metà dello zucchero.
-Aggiungere metà delle uova e incorporare bene.
-Unire metà della farina a pioggia mescolando.
-Infine aggiungere il cioccolato fuso e le mandorle
[è a questo passaggio che l'effetto calmante subentra... quando si mescola questa crema morbida con la frusta...].
-Mettere l'impasto in una forma rettangolare e piuttosto ampia.
-Infornare in forno preriscaldato a 150° per 10 minuti.
-Intanto ripetere tutti i passaggi con il cioccolato bianco.
-Passati i 10 minuti sfornare e mettere l'altro composto sopra quello scuro.
-Reinfornare per altri 20/30 minuti, a seconda dello spessore. Fa fede la prova stecchino.
-Il tempo di fare raffreddare [o anche solo intiepidire... il tepore scioglie gli animi] e tagliare a quadrotti.

Ci possiamo confortare da soli o in compagnia, già solo le briciole che cadono sotto la lama del coltello mettono un po' di allegria... e il gusto e la consistenza faranno il resto, con tanto di sottile piacere scrocchioso quando incontreremo le mandorle a pezzetti...

venerdì 4 giugno 2010

NOCCIO-MUFFINS
molto noccio e poco muffins



















All'inizio non volevo postarli, questi muffins, ma alla terza colazione mi sono convinta...
In effetti sono rimasti inalterati mentre di solito, si sa, l'impasto asciuga sempre un po' o comunque si modifica col passare dei giorni.
Loro invece... immutabili e profumosi di nocciola mi guardavano da sotto la campana trasparente chiedendo giustizia.
Sì, perchè quando li ho fatti non gli avrei dato un soldo. Ne ho seguito la ricetta  perchè non erano previsti tuorli ed io, dopo le Lasagne di Crepes, avevo nel frigo un trionfo di albumi!
Ne avevo già fatto una Dark Cake e un esperimento salato (che qui non c'è... :P ): mancavano solo dei monoporzione da colazione.
Ad ogni modo già impastando gli ingredienti seguendo i passaggi della ricetta ero alquanto perplessa per la successione degli elementi indicata nel libro...
Inoltre gli albumi montati a neve hanno cominciato piano piano a diminuire pericolosamente di volume aggiungendo la farina e quant'altro... L'impasto era colloso, etc.
E da cotti la mia perplessità non è cambiata. Erano gonfiati e questa era una gran cosa, dato che non avrei mai creduto che salissero nemmeno di mezzo centimetro... ma la consistenza era bella tosta. Un tortino solo ha un peso specifico non indifferente!
Tuttavia... ebbene sì... tuttavia hanno conservato la crosticina croccante, l'impasto è umido ma ben cotto e la quantità di nocciole presente nell'impasto regala un sapore e un profumo non da poco che uniti al cacao danno un aroma davvero intenso. Sembrano un po' dei brownies un po' più porosi e se si tuffano in una tazza di latte o nel caffè, si commuovono ammorbidendosi, ma senza esagerare.
La posto perchè è sempre utile avere un ricettina solo albumi e poi perchè se lo sono guadagnato, il loro posticino in questa parentesi.
La fonte è Torte Creative di Romana Gardani, Food Editore.

Ingredienti:
200 gr di nocciole pelate
180 gr di burro
6 albumi
155 gr di farina 00
30 gr di cacao in polvere
250 gr di zucchero a velo

-Tritare molto finemente le nocciole nel mixer.
-Scioglier il burro in un pentolino facendolo colorire leggermente e lasciarlo raffreddare.
-Montare gli albumi a neve fermissima (io uso 2 gocce di limone per ogni albume)
-In una terrina setacciare la farina, il cacao e unirvi le nocciole.
-Qui la ricetta vorrebbe che si unissero gli albumi alle farine, ma non mi sono fidata e ho fatto l'opposto unendo a cucchiaiate le farine agli albumi incorporandole un poco alla volta.
-Infine aggiungere il burro.
-Amalgamare bene e versare il composto in 12 stampini da muffins.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 25 min. Ci metteranno un po' di più dei classici muffins, a cuocere.
Il resto lo sapete...

giovedì 3 giugno 2010

RUSTICHELLI CHEESE
Quando crei per qualcuno


















Bello pensare qualcosa per qualcuno... Ti annoti mentalmente i suoi gusti, i suoi commenti e cerchi di fare qualcosa ad hoc, un po' per sfida, un po' per gioco, ma soprattutto per il piacere di farlo per.
Nel caso di Francesca mi serviva qualcosa di sfizioso da sbocconcellare il giorno dopo perchè saremmo state impegnate e con poco tempo per cucinare qualcosa.
Mi serviva qualcosa di stuzzicoso, formaggioso e pratico.
Pensa che ti ripensa ho tirato fuori questi biscottini che... il giorno che li ho fatti ho dovuto legarmi per non mangiarne a manciate!!
Li avevo fatti per il giorno dopo, ma col senno di poi li farò per il giorno stesso perchè pur mantenendo lo stesso sapore, l'indomani, cambia la consistenza che è la vera forza: la crosticina croccante e il cuore morbido.
E con questo nome che pare uscire da Little Italy ecco i Rustichelli Cheese.

Ingredienti:
200 gr di farina 00
200 gr di farina di mais da polenta
100 gr di burro
2 uova
100 gr di formaggio mezzano (io ho usato del pecorino)
100 gr tra pecorino e parmigiano grattugiati
1 cucchiaio di zucchero
mezzo bicchiere di latte
2 pizzichi di sale
mezza bustina di lievito
sale e pepe
frutta secca per decorare

-In una terrina lavorare il burro ammorbidito con il cucchiaio di zucchero e i formaggi stagionati grattugiati.
-Grattare poi il formaggio mezzano con i fori larghi della grattugia e unirlo al composto.
-Aggiungere le uova, il sale e il pepe amalgamando bene.
-Unire poi la farina di mais e, a pioggia, la farina 00, seguite dal lievito.
-Impastare bene con le mani. Potrebbe essere utile aggiungere un po' di latte per ammorbidire un po' l'impasto che risulterà leggermente appiccicoso, ma perfettamente lavorabile.
-Mettere in frigo per mezz'oretta.
-Dopodicchè prendere il quantitativo di una grossa noce di impasto e creare la forma desiderata decorandolo con frutta secca. Consiglio di premere bene perchè la lievitatura tenderà a spingerli fuori.
-Disporre su una teglia rivestita da carta da forno leggermente distanziati l'uno dall'altro.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 min ca o finchè non saranno dorati.
-Sfornare e fare raffreddare su gratella. Conservare poi in scatola di latta.

Con queste dosi ho fatto una settantina di biscotti. Lo zucchero conferisce quella dolcezza (nonostante i pecorini vari) al salato che per me è pericolosissima... uno tira l'altro!