________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________

giovedì 30 settembre 2010

RISOTTO CON ZUCCA, PORRI, GORGO
e spolverata di amaretti

























Ho 3 o 4 di post in coda (oggi avevo tempo e sono stata iperproduttiva... son stanca!! :), ma siccome so di non riuscire nei tre giorni che verranno a dedicarmi troppo al blog, ho scelto questa ricettina che rappresenta una bella soluzione per un pranzetto domenicale o una cenetta semiveloce.
Non ho storie da raccontare, stavolta...
Mi son scervellata, ma legate a questo piatto proprio non me ne vengono... è nato così dal nulla.

Ne approfitterei allora per fare un appello agli utenti di Blogger.
Capita anche a voi che se, una volta pubblicato il post, vogliate modificare qualcosa o aggiungere una foto vi si compatti tutta l'impaginazione?
Come avete risolto? Volevo contattere Blogger, ma mi pare che quel tipo di servizio sia previsto solo in inglese e la mia conoscenza scolastica della lingua non mi aiuta a capire o a scrivere tecnicamente una segnalazione...
Insomma... li so fare arrivare alla Mole Antonelliana, ma di impaginazioni "compattate" ho paura che non ne saprei scrivere!
Se quindi, per caso, avete risolto o aggirato il problema vi pregherei di farmelo sapere... son stufa dell'ansia da prestazione che mi assale ogni volta prima di premere PUBBLICA POST sapendo che non potrò modificare nemmeno una virgola senza incappare in questo inconveniente.
Grazie!
E vi lascio con questo risotto che vi assicuro... è DE-LI-ZIO-SO!

Ingredienti per 2 persone affamate o 4 inappetenti:
200 gr di riso roma o quel che preferite
2 porri
1 pezzo di zucca (non l'ho pesata... 1/2 Kg forse...)
1 l di brodo vegetale
1 noce di burro
50 gr di gorgonzola cremoso
1 manciata di parmigiano grattugiato
mezzo bicchiere di vino bianco secco
1 grosso amaretto di quelli secchi
olio, sale e pepe qb

-Stufare la zucca tagliata a dadini con i porri fatti ammorbidire in un poco d'olio. Mettere poi da parte.
-Preparare il brodo vegetale e mantenerlo caldo.
-In una padella scaldare un po' d'olio, mettere e tostare il riso rigirandolo spesso e infine sfumare con il vino. Lasciare evaporare bene.
-Aggiungere ora al riso un paio di mestoli di brodo e fare cuocere per una decina di minuti aggiungendone se necessario.
-Unire lo stufato di zucca e porri e proseguire la cottura aggiungendo brodo all'occorrenza.
-Quando il riso sarà cotto aggiungere la gorgo (poca, giusto per dare il tono), farla sciogliere bene e poi spegnere la fiamma.
-Unire il burro, il parmigiano e una generosa spolverata di pepe. Coprire e fare mantecare per una decina di minuti.
-Impiattare e spolverare con l'amaretto sbriciolato (senza esagerare).

Ricorda molto l'abbinamento dei tipici tortelli di zucca emiliani. Un contrasto che abbiamo gradito moltissimo...

lunedì 27 settembre 2010

BISCOTTOMOSTRILLI
e infuso di mirtilli





















Con questo post vorrei ringraziare Lucy con il suo contest Ti cucino così... con i fiori, la Pompadour che ha appoggiato il progetto e che ha elargito questo graditissimo omaggio, ma soprattutto... la paffuta manina del piccolo angioletto che ha estratto il mio nome.
I biscottomostrilli farciti di composta di prugne e uva fragola sono tutti per te!!!  :*

Non vedevo l'ora (ihihi... battutaccia, ma c'era anche l'orologio :) che arrivasse il pacchettino...
Appena l'ho aperto si sono sprigionati sentori di anice, di mirtillo, di liquirizia a segnalare la presenza di tre fragranze diverse con tre funzioni specifiche.
Ho scelto il mirtillo perchè col biscottomostrillo è la morte sua :)

Ingredienti per un perfetto biscottomostrillo:
250 gr di farina 00
100 gr di zucchero a velo
100 gr di burro
1 uovo
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
2 pizzichi di sale
2 o 3 formulette magiche che non ci stanno mai male

-Passare la mixer tutti gli ingredienti tranne l'uovo fino a raggiungere un composto sabbioso.
-Trasferire il tutto in una terrina, aggiungere l'uovo impastando rapidamente.
-Mettere la palla di impasto ottenuta in un pezzo di film alimentare e conservare in frigo per un'oretta.
-Stendere poi la frolla dello spesso re di max mezzo centimetro e tagliare della forma scelta.
-Disporre i biscotti su una placca rivestita di carta da forno e infornare in forno preriscaldato a 170° per 7 minuti circa.
-Estrarre e fare raffreddare su gratella.
-Una volta raffreddati accoppiarli con un cucchiaino di composta.
-Decorare con l'aiuto di una... una?? Come si chiama? Sembra una pompetta... è un oggetto apposta per la decorazione dal quale fare uscire ingredienti fluidi. Ecco: questo! Così facciamo prima...

Ingredienti per la composta:
1 kg di prugne (io ho usato le Santa Clara)
1 kg di uva fragola
100 gr di zucchero

-Sgrappolare l'uva e tagliare le prugne in una pentola capiente.
-Schiacciare la frutta con... eh... questo davvero non lo so spiegare vediamo se lo trovo...
si, eccolo: questo!
-Fare cuocere la frutta finchè non si disfi, poi togliere dal fuoco e mettere a intiepidire.
-Una volta scesa la temperatura lavica passare il tutto col passaverdura per eliminare bucce e semi.
-Aggiungere lo zucchero, rimettere su fuoco e fare raggiungere la densità desiderata.

Ma quanto è buona questa composta dallo spiccato gusto di uva fragola!!!
Ai biscottomostrilli è piaciuta un sacco...

giovedì 23 settembre 2010

LA LEBERKNODELSUPPE
Passando da Salla...

Se da Zeltweg volete andare a Koflach esiste una sola strada: la Gaberl-Bundesstrasse.
E proprio nel mezzo di questa strasse c'è Salla.
Siamo in Stiria, regione meridionale dell'Austria.
Un posto amabile... dove le colline di vigneti incontrano le maestose montagne.
Una regione diversa dalle altre, tutta l'opposto dell'ordinato Tirol o del meticoloso Ober-Osterreich.
Qui capita addirittura di vedere strade non perfettamente asfaltate e case leggermente scrostate che, parlando dell'Austria, vi assicuro, è davvero un'eccezione... lì è sempre tutto perfettamente lindo e funzionante come in un paese Playmobil.
In Stiria invece c'è ancora qualcosa di lasciato -apparentemente- al caso, i panorami sono dolci e la gente è più disponibile. Sarà la vicinanza all'Italia, sarà che sono produttori di vino :) , sarà che il meridione in generale è così, sarà quel che sarà, ma rimane la mia regione austriaca preferita.
Salla però fa eccezione... è un luogo-non-luogo... non mi stupirei se sparisse dalle mappe sotto i miei occhi...
E' un paese sicuramente abitato, ma se ci passerete dalla strada principale quello che vedrete è questo...

















Se vorrete addentrarvi al di là dell'uscio non mancherete di incontrare creature fantastiche, astruse sedute...



















... custodi dei boschi...

















nodosi figuri e... ehm... bizzarri personaggi...



















Perfino il benzinaio sembra fagocitato dalle boschive sculture...

















Le uniche anime umane aleggiano nell'adiacente gasthaus dove per ben due volte, ripassando da questi luoghi, ci siamo fermati a consumare la loro specialità: la leberknodelsuppe.
Preambolo: leber = fegato, quindi chi fosse sensibile all'argomento può risparmiarsi la ricetta.
Per me che ho gusti rustici (sì, sono la stessa che ha postato la polvere magica di lampone...) questa preparazione rappresenta una saporita pausa obbligata per ristorare le membra stanche dal viaggio.
La ricetta in mio possesso non è quella originale.
Se l'avessi chiesta all'ostessa sicuramente non ci avrei capito una fava tonka, perchè bisogna dire un cosa: gli Austriaci son gentili... te la ripetono anche mille volte una cosa, ma se non capisci non varieranno una virgola, non gesticoleranno (pare sia nostra specialità, quella) nemmeno con un mignolo, non cambieranno espressione, non faranno nulla per aiutarti a capire, ma semplicemente ripeteranno sempre quella stessa cosa -gentilmente- all'infinito...



















Quindi la ricetta l'ho cercata qui da noi e grazie all'aiuto di maTTeo (mai visitato il suo blog? Il ragazzo è un artista...) ho recuperato una versione di questa suppe attuabile anche nelle nostre cucine.
Riporterò la ricetta originale e alcune delle mie varianti tra parentesi.

Ingredienti per i knodel:
400 gr di fegato
3 rosette
1 cipolla gialla media
30 gr di burro
2 uova
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 cucchiaino circa di sale
pepe
maggiorana (erba cipollina)
4 o 5 cucchiaio di pangrattato (7 o 8)
2 o 3 cucchiai di farina

Per il brodo:
un pezzo di manzo
carote
sedano
porri
prezzemolo
(io l'ho usato vegetale per... tenermi leggera :)

-Preparare il brodo come d'abitudine.
-Bagnare le rosette in acqua e strizzarle benissimo, unirle al fegato e passare tutto al tritacarne (io ho usato il mixer, ma è meglio una macinatura più grossolana).
-Tagliare sottilmente la cipolla e farla ammorbidire nel burro.
-Unirla poi insieme al fegato + pane aggiungendo tutti gli altri ingredienti mescolando bene.
-Formare poi delle palle grandi quando mandarini (in Austria sono tipo mongolfiera...) e buttarne una di prova nel brodo bollente. Se si disferanno sarà necessario aggiungere altro pangrattato.
-Qui vale un po' le regola dello gnocco: quando è pronto viene a galla. Io ho lasciato bollire un ulteriore paio minuti per assicurarmi che il fegato cuocesse bene.
-Mettere da parte quelli cotti e proseguire fino alla fine del composto. Rimettere poi tutti i knodel nel brodo.
-Porzionare, cospargere di prezzemolo tritato e servire caldi.

Con questo post partecipo alla raccolta Fornelli in Vacanza di Cook In The City.
Ragazze, mi avete fatto riesumare vecchie foto non digitali, scomodare un amico per la scansione (grazie, Pit!), tirar fuori vecchie cartine e approfittare della gentilezza di Matteo...!
Che dite... l'impegno ce l'ho messo?? :D




Inoltre la aggiungo volentieri al Contest  Un goloso Souvenir indetto da Il blog della Titti



lunedì 20 settembre 2010

POLVERE DI LAMPONE
per i Raspberry Rolls














Ci sono post come questo che ti rimangono ficcati in testa.
Te ne innamori, ci torni, li rimiri incantata... e come semini piantati nel terreno, germogliano piano piano.
Leggere qua e là di splendide polverine magiche (da Tuki, da Onde... solo per menzionarne un paio) mi ha sempre letteralmente affascinata e catturata.
Ho deciso così di farmi un piccolo regalino: un essiccatore.
Ce ne sono di ogni prezzo e dimensione. Io non ho voluto esagerare e sono rimasta su un prodotto medio basso (e anche più compatto) tanto per vedere se ne avrei tratto qualcosa di buono.
E' un aggeggio interessante, niente da dire...
Chi fosse in possesso di un forno ventilato non credo lo troverebbe utile, ma il mio è statico e quando provai ad essiccare i risultati non furono soddisfacenti.
Finora con quest'ammennicolo ho preparato delle pere, dei kiwi (come si può vedere nella foto del primo plum-cake) e finalmente... dei lamponi!
Purtroppo non è più tempo di fragole... peccato...
Si può inoltre usare per erbe, funghi e verdure.
Basta che l'alimento che decidiamo di essiccare sia tagliato dello spessore massimo di mezzo centimetro.


















Avrei voluto preparare le splendide brioches di QUEL post, ma data la mia freschissima esperienza con il lievito di birra ho preferito cimentarmi in una preparazione meno complicata, ma sempre sua: questa.
Ovviamente ho sostituito la cannella con la Raspeberry Powder che ho preparato essiccando 4 cestini di bacche (quelli tipici dove vengono venduti i frutti di bosco, non ricordo il peso) che ho poi passato in un piccolo mixer fino a ridurle in polvere. Ne ho ricavati 60 grammi di cipria di lampone.
Nella prima foto si posso vedere i frutti essiccati (sembrano freschi, ma son leggeri come polistirolo :) e poi la polvere ricavata.
Meglio setacciare poi il preparato (cosa che non ho fatto per i rolls!) in modo che i semini che sfuggono alle lame possano essere facilmente scartati.
Qui sotto riporterò la ricetta di Tuki, con lievissime variazioni dettate dalla mia dispensa.

Ingredienti:
250 gr di farina manitoba
250 gr di farina 00
1 bustina di lievito di birra disidratato
50 gr di zucchero semolato
60 gr di burro
1 uovo grande a temperatura ambiente
200 ml di latte
1 pizzico di sale
mezzo cucchiaino di polvere di vaniglia

Per lo zucchero aromatizzato:
30 gr di polvere di lampone
100 gr di zucchero semolato
1 punta di cucchiaino di vaniglia in polvere

-Fondere il burro in un pentolino e metterlo a raffreddare.
-Intanto preparare il lievito in mezzo bicchiere d'acqua tiepida.
-Sbattere leggermente l'uovo in una ciotola e poi unire tutti gli ingredienti.
L'unico da non mettere tutto insieme è il latte perchè andrà regolato a secondo di quanto ne chiede la farina.
-Impastare per una ventina di minuti, aggiungendo pian piano il latte che serve, finchè non si raggiunge una consistenza morbida ed elastica.
-Fare lievitare in una terrina coperta da una canovaccio inumidito per circa due ore.
-Prelevare poi l'impasto e stenderlo conferendogli una forma quanto più possibile rettangolare di uno spessore di mezzo centimetro circa
-Mescolare bene in una ciotola lo zucchero, la polvere di lampone e la vaniglia e cospargerlo in modo uniforme sulla pasta stesa lasciando libero un centimetro lungo il bordo di saldatura.
-Arrotolare la pasta, sigillarla con l'aiuto di un po' d'acqua e poi tagliarla in rolls dello spessore di circa un centimetro e mezzo, meglio due.
-Disporli ben distanziati, una parte su una placca ricoperta di carta da forno e una parte sulla spianatoia, per l'ultima lievitazione che durerà circa un'ora.
-Infornare e portare il forno a 170° circa e cuocere fino a doratura.
-Fare raffreddare su gratella. Conservare poi in un sacchetto o contenitore di plastica.

Col senno di poi meglio arrotolare la pasta dal lato lungo (e non da quello corto come ho fatto io) rinunciando ad un paio di "giruli". Hanno cotto benissimo, ma credo che con quell'accorgimento la seconda lievitazione sarebbe stata più consistente.

Vorrei anche ringraziare Lucy e la Pompadour per essere stata sorteggiata tra chi riceverà il kit di assaggio + orologio!
E' stata una bellissima sorpresa leggere il mio nome...
Ho adorato quel contest (ti cucino così... con i fiori) e probabilmente lui l'ha capito :)
Lucy, sai che mi dispiace togliere il tuo banner?? :D

giovedì 16 settembre 2010

ALLA RICERCA DEL REAL PLUM-CAKE
Quando il viaggio si fa più interessante della meta...

Qualche post fa avevo fatto un'appello: cercavo il VERO plum-cake.
Innanzi tutto ringrazio chiunque mi abbia mandato la ricetta del proprio VERO plum-cake. Non risentitevi se vi dico che nessuno di questi lo è...
Come spiega benissimo Nanni (a cui avevo messo la pulce nell'orecchio :) nel suo dettagliatissimo post, ciò che noi definiamo plum-cake è lontanissimo da quel che mangiano in Inghilterra, dove questa preparazione ha visto gli albori.
Inoltre plum sta a voler dire prugna e mi cecassero se mai ho visto un plum-cake definito tale con anche solo l'ombra di una prugna...
Ciò che ho capito è che parliamo di un quatre quarts, ovvero una preparazione con pari quantità dei quattro ingredienti principi: farina, burro, zucchero e uova.
La cosa interessante è che nelle ricette pervenute le dosi non cambiavano, ma il procedimento sì.
E' qui, difatti, che mi son persa durante la ricerca del plum(graal)cake...
Ho deciso di farne quattro, ognuno con medesime dosi, ma con sequanza di lavorazione diversa.
E' stato divertente vedere come, solo cambiando l'ordine degli elementi, cambiasse profondamente LA TEXTURE (da quando l'ho letto questa parola da Nanni la metto ovunque!:D Rende davvero bene l'idea... :)
Si, lo so... ho dovuto sacrificarmi mangiando plum-cake (o quel che l'è) a colazione per qualche settimana, ma ne è valsa la pena.
Ovviamente la maggior parte di voi, dato che siete tutti bravissimi, saprà già tutte le cose che sto per scrivere, ma per me che sono alle prime armi questo post avrà il valore di un vademecum da usare in futuro a seconda delle esigenze.

Non ripeterò gli ingredienti perchè son sempre quelli (rigorosamente a temperatura ambiente):
150 gr di farina 00
150 gr di zucchero a velo
150 gr di burro
3 uova (circa uno per ogni 50 gr degli altri ingredienti)
In due dolci è presente il lievito e in due no, ma lo specificherò all'uopo.
Lo stampo usato è metallico e antiaderente di quelli non tanto grandi (25 cm).
Tralasciamo canditi, uvette e quant'altro e concentriamoci sulle sequenze.

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Sequenza: burro montato con zucchero + uova + farina. No lievito.
La ricetta di Federica
















-Montare il burro con lo zucchero a velo usando una frusta elettrica.
-Quando si otterrà una crema spumosa e omogenea aggiungere un po' alla volta le uova intere precedentemente sbattute in una ciotola. Amalgamare bene.
-Con l'aiuto di una spatola incorporare poi la farina a pioggia.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto tipo una mousse) nello stampo imburrato e infarinato e infornare in forno preriscaldato a 180° per 30 min ca. Fa fede la prova stecchino.
-Lasciare il dolce 5/10 minuti in forno prima di estrarlo, non essendoci lievito è meglio evitare lo choc termico.

Come si può vedere dalla foto la texture è compatta e all'assaggio è friabile e si scioglie in bocca.

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Sequenza: burro montato + uova montate con lo zucchero + farina con mezza bustina di lievito.
La ricetta di Lucia














-Montare le uova intere con lo zucchero.
-Montare a parte il burro e unire pian piano le uova spumose, sempre con la frusta elettrica.
-Incorporare la farina e lievito (mezza bustina) a pioggia con l'aiuto di una spatola per non smontare gli elementi.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto, ma un po' più arioso del precedente) nello stampo imburrato e infarinato e procedere nelle cottura come sopra.

In questo caso la texture sarà tipo pan di spagna come si vede anche dalla lievitazione non bombata e all'assaggio sarà arioso e soffice.

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Sequenza: uova montate con lo zucchero + farina e lievito + burro fuso.
La ricetta di Dauly
















-Sciogliere il burro in un pentolino e fare raffreddare.
-Montare le uova finchè non diventeranno chiare e spumose.
-Incorporare poi la farina e il lievito (mezza bustina) a pioggia amalgamando sempre con la frusta.
-Aggiungere infine il burro fuso e miscelare bene.
-Mettere l'amalgama (stavolta fluido) nello stampo imburrato e infarinato.
-Infornare, come sopra.

Con questa preparazione la texture sarà molto simile al precedente, ma la consistenza rimarrà più spugnosa, più tortosa.


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Sequenza: burro montato con lo zucchero + tuorli + albumi a neve + farina. No lievito.
La ricetta tanto per provare















-Montare gli albumi a neve con 5-6 gocce di limone.
-Montare il burro con lo zucchero.
-Incorporare i tuorli, precedente sbattuti in una ciotola, al burro poco alla volta.
-Aggiungere con una spatola gli albumi e poi la farina a pioggia.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto) nello stampo infarinato e imburrato.
-Infornare e cuocere come suddetto.

In questo caso la texture sarà molto simile alla prima, ma all'assaggio risulterà più umido, oserei dire gradevolmente gommosetto.

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Cosa ho inoltre imparato:
-che gli ingredienti devono essere usati tassativamente a temperatura ambiente per non andare incontro ad effetti ricottina e conseguente malriuscita del dolce.
-che lo stampo di metallo cuoce meglio del silicone, che io tendevo a preferire essendo il mio forno un po' violento.
-che lo stampo, se verrà messo sulla placca oltre che sulla griglia, consentirà alla preparazione di cuocere in modo più dolce e uniforme.
-che il plum-cake è una chimera :)

Per la cronaca: la preparazione che più si avvicina alla MIA idea di plum-cake è la prima.
Grazie tutti per le vostre ricette e i vostri consigli! Siete stati preziosi e stimolanti :)

lunedì 13 settembre 2010

TORTA DI MORE E FRANGIPANE
Provando il burro di soja...




















Come esaltare le more raccolte nel giro di perlustrazione fico-maturo?
Ma in una bella frangipane...
Certo che però... 125 g di burro per la frolla, 125 g per il composto frangipane... insomma: una bella botta.
E perchè non provare allora il burro di soja?

Ne avevo letto tempo fa in questo post nel blog Il Cucchiaio di Legno di Yari. Non so se vi siete mai imbattuti in questo spazio. Essenzialmente si parla di cibo vegetariano e vegano con articoli interessanti e indirizzi (alcuni decisamente fuori mano... :) dove mangiare rispettando questa scelta di vita.
Personalmente non sono nè vegetariana nè vegana, ma le convinzioni alimentari altrui mi incuriosiscono molto perchè rappresentano quel che siamo e come affrontiamo la vita.
Tante, ma tante cose si comprendono dal nostro approccio al cibo...
Inoltre è sempre un ottimo spunto di riflessione ascoltare chi ha deciso di compiere scelte così radicali dettate da etiche profonde e dettami ispirati dal rispetto alla vita. Scelte insindacabili e incontestabili.

Tornando al burro di soja... si può dire che il profumo è curiosamente similissimo al burro di panna, ma all'assaggio il gusto del legume è tangibilissimo.
E' stata un po' dura lavorare la frolla perchè è un burro piuttosto oleoso e non compatto, ma ce la si fa (se ce l'ho fatta io!!). Si è però montato senza problemi preparando la frangipane.
Ma veniamo ora alla ricetta...

Ingradienti per la frolla:
250 gr di farina 00
125 gr di burro di soja
100 gr di zucchero
1 uovo

Ingredienti per il composto frangipane (di Luca Montersino):
125 gr di mandorle in polvere
125 gr di burro (io di soja) a temperatura ambiente
125 gr di zucchero a velo
50 gr di farina 00
2 uova a temperatura ambiente

400 gr di more (o altre frutta a scelta)

-Preparare la frolla amalgamando gli ingredienti al mixer finchè non si raggiunga un composto sabbioso. Trasferire in una terrina e, impastando velocemente, aggiungere l'uovo. Mettere il composto nella pellicola alimentare e riporre in frigo per un'ora circa. Non guasta anche un ulteriore passaggio di una mezz'ora in freezer perchè, come ho detto, è un impasto un po' oleoso e non compatto come quello a base di burro di panna di latte.
-Preparare il frangipane cominciando col montare il burro con lo zucchero. Io ho usato la frusta elettrica
-Aggiungere un po' alla volta le uova precedentemente sbattute.
-Incorporare poi le farine mescolando dal basso verso l'alto con una spatola.
-Procedere ora con lo stendere la frolla. Il passaggio in freezer l'avrà resa un po' cristallizzata. Rimpastarla un po' e stenderla un paio di volte con l'aiuto di abbondante farina su spianatoia e mattarello. Infine stenderla in modo definitivo dello spessore di mezzo centimetro circa su un pezzo di carta da forno precedentemente bagnato e ben strizzato.
-Sistemarla nella tortiera, bucherellarla e versarvi dentro il composto frangipane.
-Cospargere poi con le more lasciandole in superficie. Ci penserà il composto crescendo in cottura ad inglobarle.
-Infornare nel ripiano medio basso del forno preriscaldato a 180° per 40 min circa. Sarà pronta quando la frolla risuletrà colorita.
-Sformare a completo raffreddamento.

Il burro di soja non rilascerà il classico profumo di burro che tutti conosciamo (e amiamo!), ma la fragranza sarà più leggera, come d'altronde tutta la preparazione.
Inoltre il composto frangipane è perfetto per abbracciare la frutta con molta delicatezza difendendola dal calore del forno e conservandone ed esaltandone il sapore.

giovedì 9 settembre 2010

PANE AI TRE SEMINI NERI
e pace fatta con il lievito di birra :)


















Si, lo so, lo so... è una cosa facile... la sa fare anche un bambino...
C'è poi chi si prodiga con la pasta madre facendo meraviglie...
Ma per me questa è una conquista!! Sono davvero contentissima... :)
Si può ancora migliorare certo, magari facendolo dorare di più... ma questo risultato è per la sottoscritta un graaande incoraggiamento!
Anche perchè tutte le volte che ho usato il lievito di birra l'impasto non mi è mai cresciuto bene...
Stavolta con quello disidratato... è successo: ho fatto I L  P A N E (scrivendolo c'ho ancora il sorrisone! :)
Il mio ultimo incontro col ldb era stato durante una notte in cui ero sveglia come un grillo. Che fare?? Ma i croissant per la colazione del mattino! Avevo già in mente tutta la romantica idea di svegliare l'hommo con un buon profumino di brioche calde, soffici e fragranti e invece avevo sfornato... queste!


Il povero le aveva mangiate lo stesso (sarà che dentro ci avevo messo una composta di mele cotogne talmente buona che sarebbe stata gradita anche sul cartone...), ma la pasta era una via di mezzo tra gomma e marmo (un materiale nuovo, credo... avrei dovuto brevettarlo in campo edile...).
Da quel momento ho preso un luuunga pausa con il lievito.
Ma sapevo che piano piano sarebbe tornato il momento. Ogni cosa ha il tempo giusto... e la pazienza dell'aspettarlo è un piacere che sto scoprendo da poco.

Inoltre impastare è un'attività decisamente introspettiva e meditativa. Secondo me si entra in un stato leggermente ipnotico.
Il pane è vivo... ed è vita. Farlo è anche celebrarla. Ancor più se lo impasti a pensieri che vanno a chi ha da poco perso parte di quella vita intorno a sè (è venuto buono, sai...? :).

La ricetta è basic-basic, ma per la mia prima volta ho preferito non strafare, dati i trascorsi, ed è talmente chiara che mi sembra assurdo riscriverla pari pari.
E' davvero perfetta per chi muove il primo passo in direzione della panificazione perchè spiega diverse cosette utilissime da sapere.
Io ho solo aggiunto:
-mezzo cucchiaio di semi di sesamo nero
-mezzo cucchiaio di semi di papavero
-mezzo cucchiaio di semi di nigella

Confesso che il sesamo nero tanto cercato e finalmente trovato non mi ha molto soddisfatta in quanto a gusto, ma è scenografico; mentre la nigella dona un sentore come di leggero ed erbaceo cumino che a me piace moltissimo.
E ora che dire? Mi si è aperto un portone di nuove possibilità e ne son davvero felice! :D

lunedì 6 settembre 2010

MARMELLATA SAMBUCO E LAVANDA
I miei primi laboriosi vasetti


















(Siccome sono trooooppo avanti... ho messo sulle etichette la data di Ottobre!!
E vabbè, ormai le avevo incollate tutte... :)


Quando ho cominciato a pulire il sambuco per la marmellata mi son detta: MAI PIU'!

La raccolta era stata divertente... il mio amico Bruno aveva scovato un posto semi-incontaminato e piuttosto suggestivo dove questo prolifera insieme ad altri frutti come prugnette selvatiche, more e fichi (che stiamo tenendo d'occhio ancora adesso in attesa di maturazione... :).
Il tutto era stato condito da merendona sul prato a base di torta salata, torta dolce e birra corsa.

Raccogliendo le coloranti bacche però ci siam fatti prendere un po' la mano e ne abbiamo riempite un paio di buste. Ad occhio abbiamo stimato che dovessero essere 2 o 3 chili...
Arrivata a casa ne ho svuotato il contenuto in una cassettina per cominciare a mondarlo ed era STRACOLMA...
Ed io sconsolata.
Il lavoro è stato lunghissimo...
Abbiamo (eh sì... ho coinvolto anche il felicissssimo hommo) cominciato verso le 21 e, sgrappolando sgrappolando, abbiamo fatto mezzanotte.
Sgrappolare il sambuco è roba da delirio... bisogna innazitutto indossare i guanti in lattice perchè macchia da morire e poi, delicatamente, si devono far cadere le bacche nell'acqua perchè si lavino.
Per quanto ci si impegni è difficilissimo eliminare ogni rametto, come anche è difficile recuperare le bacche dall'acqua per ripetere il lavaggio e infine ri-recuperarle per metterle in un recipiente per riporle.
Inoltre è pressoché impossibile non lasciarsi sfuggire questi minuscoli pallini che rotoleranno per terra e, inevitabilmente calpestati, contribuiranno a creare sul pavimento un trendissimo motivo a pois (che farà pandant con quello su piastrelle e mobili intorno all'area di manovra).
Il lavandino è rimasto blu per qualche giorno, senza parlare del pentolone smaltato dove l'ho riposto.
Pesando poi il frutto delle nostre fatiche abbiamo potuto notare che sia Bruno che io abbiamo parecchio occhio in fatto di quantità... altro che 2 o 3 chili... erano 6!!!
L'ho insacchettato e riposto in freezer. La mondatura era stata piuttosto snervante e nell'immediato non volevo sentire parlare di farne marmellata! Anche perchè il procedimento è piuttosto lungo...

Ma domenica ne ho preso la metà, qualche rametto di lavanda e...

Ingredienti:
3 kg di sambuco pulito
1 kg di mele (per la pectina)
700 gr di zucchero
1 cucchiaio di fiori di lavanda

-Tagliare le mele a pezzetti non troppo grandi senza privarle del torsolo e della buccia che contribuiranno a fornire la pectina. Tanto il composto verrà poi passato.
-Cuocere sambuco e pomi in un pentola capiente finchè la mela non risulterà morbida e tenderà a disfarsi.
-Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
-Pazientemente passare la frutta cotta ormai fredda eliminando pian piano bucce e semi.
-Rimettere sul fuoco la purea ottenuta (ormai 2,5 kg circa) e aggiungere lo zucchero.
-Fare cuocere finchè non si raggiunga la densità desiderata o regolarsi con la prova piattino (ovvero mettere un cucchiaino di composta su un piattino freddo di freezer: se la marmellata non scivola via liquida, ma rimane piuttosto densa colando piano, è pronta).
-Spegnere il fuoco e aggiungere la lavanda mescolando bene.
-Invasettare a caldo in barattoli precedentemente sterilizzati (fatti bollire 5 min in un pentolone colmo d'acqua).
-Chiudere e capovolgere finchè non saranno freddi. Il sottovuoto si formerà da solo.

La laboriosità del processo è ripagata da una composta delicata che a mio avviso non bisogna coprire troppo con altri sapori o troppo zucchero.
D'ora in poi, però, se vedrò un vasetto di marmellata di sambuco da 100ml a meno di 10 euro non lo comprerò: di sicuro non è sambuco!! :D

giovedì 2 settembre 2010

UNA KITTY-MOUSSE AL TONNO
e l'espiazione di un senso di colpa

















Qualche settimana fa eravamo con amici sul balcone sorseggiando del mirto (ammazza se era buono quel mirto!) ascoltando le esperienza vacanziere dell'allegra famigliola.
La nostra attenzione fu attirata da un cadenzato e insistente miagolìo. Affacciandoci vedemmo un micio che, col musetto rivolto all'insù, cercava di attrarre la nostra attenzione. Era carino, snello e socievole e abbiamo concordato che fosse un gatto abituato alla gente, visto che la andava cercando senza timori. Probabilmente era stato lasciato libero dai padroni per qualche giorno durante la loro vacanza, abbiamo pensato un po' indignati.
Lo abbiamo vezzeggiato un po' e poi siamo tornati ai nostri discorsi.
Poco dopo con un agile balzo si sistemò sul pilone del cancello e, lavandosi e rotolandosi, godette della nostra compagnia. Era un interessante rapporto a distanza.
Poco dopo però, l'intraprendente felino, volle provare con un virtuoso salto per approdare sul balcone. Stava per prepararsi al balzo quando tutti: NOOOOOO!!
Dovete sapere che io sono allergica ai gatti. Ma tanto! Da ragazzina mi feci 8 giorni di ospedale più 6 di ricaduta in piena crisi respiratoria perchè un'amica avente gatto a casa sua era venuta a dormire a casa mia. Più altri aneddoti poco simpatici che non sto qui a snocciloare, ma sempre a determinare che la mia allergia è davvero forte (4 volte più di una normale, recitano i valori).
Si può capire perchè quel tentativo di balzo felino mise tutti in allarme.
Pareva fossimo riusciti a scoraggiarlo, ma quando rientrammo in casa lo perdemmo di vista.
Un sospetto però ci spinse a vedere se fosse ancora sotto, ma niente...
Il coraggioso infatti aveva infine tentato (e riuscito) il salto e passeggiava bellamente nella camera da letto...
Clamore e panico!!
Qualche urletto concitato e convincente lo fece filare dalla strada da cui era venuto. Ci mancava solo che a mia insaputa si acciambellasse ai piedi del letto di notte!!
Per quella sera non lo vedemmo più.
Qualche giorno dopo udimmo di nuovo il cadenzato miao e lo trovammo bello bello sul pilone del cancello a guardare in su. Mi ritrovai a ripensare che era proprio un bel micetto... simpatico e curioso. Ed eccolo lì che ritenta il volo! I miei NoooOO! NoooOO! pareva non lo scoraggiassero più di tanto e allora... sapete qual è, vero, il modo per non fare tornare un gatto sotto il vostro balcone...?
E qui il mio pensiero corre ai tantissimi amanti dei gatti che ci sono tra di voi (mi vengono in mente, per citarne alcuni, Lucia, Madame, Meggy... e soprattutto Camina che credo che dopo questo post non mi parlerà più... sigh...).
Insomma... il modo per mandare via definitivamente un gatto da sotto il vostro balcone è una bella secchiata d'acqua!
Con gran rammarico andammo a riempire una bacinelle e quando riaffiorammo il suo musetto si protrasse verso di noi come a dire: vediamo un po' cosa mi hanno portato...
E noi: SPLASHHHH!!
Un razzo tigrato è schizzato nel cancello dei vicini dove il rottweiler basito fece appena in tempo dire wof vedendo un proiettile con la coda saettargli sotto il naso.
Risultato: il micio non è infatti più tornato.
Ma quel musetto speranzoso e fiducioso mi ha mosso sensi di colpa... :(
Ho preparato, per espiarla, questa Kitty-Mousse che avrei preferito dargli al posto della secchiata... Una bella micetta tutta rosa da corteggiare o smangiucchiare... a lui la scelta.

Ingredienti per uno stampo da 1000 ml:
500 gr tonno
125 gr burro ammorbidito
80 gr Philadelphia
125 gr di ricotta
1 piccola rapa rossa

-Passare tutti gli ingredienti al mixer cominciando dal tonno. Frullare abbastanza a lungo per far raggiungere all'amalgama una consistenza ariosa.
-Mettere nello stampo e riporre in freezer dove l'ho messo più che altro per poterlo poi sformare con facilità, sennò penso sia sufficiente riporre in frigo.
-Decorare poi con un po' di ricotta e sac-a-poche.

E' una mousse delicata e leggera. Chissà se al micio sarebbe piaciuta... a noi si.
Intanto spero sia gradita ad Aurore di Biscotti Rosa e Tralalà per il suo carinissimo contest La Cusine en Rose...