MINI CAKES DI FARINA DI CASTAGNE
Morbidissimi...
Innanzitutto GRAZIE.
Grazie per gli auguri, grazie a chi si è fermato un attimo a scrivermi due righe, grazie, insomma!
Il compleanno che si era annunciato con botti e festeggiamenti ha avuto un brusca frenata, per poi riprendersi nel finire della settimana scorsa.
Ci son state cose, quest'anno, davvero da dimenticare...
Ma altre invece assolutamente da ricordare e che, anzi, hanno dato una spinta piacevole e spazzato via quelle antipatiche, per qualche giorno.
Mi sono fatta, conoscendo Viola, davvero un bel regalo... :)
E così, per ringraziarvi ancora del vostro passaggio, voglio rendervi partecipi di una ricettina che mia non è, ma che ho ormai adottato come tra i miei pret-a-préparer favoriti.
Quando l'ho vista me ne sono subito innamorata. Adoro castagne e derivati e la mia farina aspettava proprio l'ispirazione giusta.
In verità ho già fatto questo impasto tre volte (compresa una per il compleanno della mum farcita di ganache al fondente), ma ce lo siamo sempre tacitamente pappato senza rendergli ancora la giusta menzione d'onore.
Ecco quinidi cosa ha fatto In Cucina Con Me con la farina di castagne.
Qui scrivo la "mia" versione a cui ho apportato delle piccole varianti dettate dal gusto personale.
Ingredienti:
120 gr di farina di castagne
100 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di zucchero
3 uova a temperatura ambiente
120 gr di latte
30 gr di pinoli
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
mezza bustina di lievito
per decorare:
una manciata di pinoli
50 gr di cioccolato fondente al 65% sciolto a bagnomaria
-Montare burro, zucchero e polvere di vaniglia fino ad ottenere una massa spumosa.
-Aggiungere poi un uovo alla volta amalgamando bene prima di aggiungere il successivo.
-Unire poi la farina a pioggia intervallandola al latte quando l'impasto diventerà più consistente.
-Aggiungere infine il lievito e per ultimi i pinoli.
L'impasto avrà un po' l'aspetto "ricottina" di quelli che sembra tendano a slegarsi, ma non preoccupatevi: in vero è decisamente stabile e rende anche parecchio nonostante le minima quantità di farina.
-Mettere l'impasto in unico stampo o stampini separati e infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 munuti per gli stampi piccoli e 30/40 a seconda della dimensione, per quelli grandi.
Io li adoro...
Caris mi ha sfacciatamente ( e mai sfacciataggine fu più gradita :) chiesto di inserire questa ricetta nella sua raccolta in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla chiusura della Fondazione Santa Lucia.
La ricetta non è mia, come ripeto, ma accolgo volentierissimo il suo invito.
Grazie Caris... e, come ho già scritto da te, mi fa immenso piacere vedere che la tua inziativa abbia avuto una tale risonanza.
::::::::::::::: si aprono, si chiudono... e di tutte, questa è la più gustosa :::::::::::::::
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mercoledì 2 marzo 2011
lunedì 6 dicembre 2010
IL PROGETTO DI UNA VITA:
lo Stracciamaròni !
Io dico: ma perchè tutti gelatai con cui ho avuto un po' di confidenza, tanto da proporre questo nuovo gusto, mi han sempre guardata con occhio sbarrato, sorriso paralizzato e gocciolina di sudore sulla fronte?
Il più loquace si è espresso in un eh..eh.. indietreggiando col panico negli occhi!
Sono anni che ci provo...
Ma mannaggia! Osare un po' no, eh? Chissà di che hanno avuto timore, poi... :)
In fondo stracciatella + marron glacè è un gusto che conquisterebbe chiunque!
Insomma... non restava che farmelo da sola.
La gelatiera però non ce l'ho e allora ho studiato un dolce al cucchiaio con le medesime caratteristiche.
Il primo tentativo l'ho fatto in onore del compleanno del babbo, un paio di settimane fa, annunciando solennemente che avevo fatto un dolce apposta per lui e che apposta per lui avevo pensato al nome.
Quando gli ho detto che si chiama Stracciamaròni mi son presa anche un bel vaffa, ma ci sta. In fondo chi più di un genitore merita questo appellativo?? :>
Questa è la seconda versione: mi è piaciuta particolarmente data la presenza del marrone lessato che lo fa assomigliare leggermente al mont blanc.
Ecco come l'ho preparato.
Ingredienti per 6 bicchierini:
300 gr di marroni lessati
150 gr di panna da montare
200 gr di marroni rotti (eh...)
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato fondente tagliato al coltello
125 gr di yogurt bianco non zuccherato
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
-Lessare i marroni e passarli al passalegumi.
-Unire lo yogurt e il ruhm e mescolare bene finchè non si ottenga una crema ben amalgamata, ma abbastanza compatta.
-Unire poi il cioccolato tagliato al coltello e i marroni rotti lasciandone un poco per il top, se si desidera.
-Montare la panna con lo zucchero e la polvere di vaniglia e unirla al resto del composto mescolando piano dal basso verso l'alto per non smontarla.
-Con l'aiuto di due cucchiai riempire i bicchierini. Lo avrei fatto volentieri con la sac-a-poche, ma gli ingredienti spezzettati grossolanamente ne avrebbero ostruito il passaggio dalla bocchetta, anche se avessi usato la più larga.
-Decorare con spolveratina di cioccolato e pezzettini di marrone.
Lo yogurt dona quella nota acidula che fa sì che questo abbinamento, notoriamente molto dolce, trovi il giusto equilibrio.
Non è detto che non ne seguiranno altre versioni. Anzi... si accettano suggerimenti!
Ah! Dare la prima porzione al più stracciamaròni della tavolata è un piacere che non ha prezzo! :D
lo Stracciamaròni !
Io dico: ma perchè tutti gelatai con cui ho avuto un po' di confidenza, tanto da proporre questo nuovo gusto, mi han sempre guardata con occhio sbarrato, sorriso paralizzato e gocciolina di sudore sulla fronte?
Il più loquace si è espresso in un eh..eh.. indietreggiando col panico negli occhi!
Sono anni che ci provo...
Ma mannaggia! Osare un po' no, eh? Chissà di che hanno avuto timore, poi... :)
In fondo stracciatella + marron glacè è un gusto che conquisterebbe chiunque!
Insomma... non restava che farmelo da sola.
La gelatiera però non ce l'ho e allora ho studiato un dolce al cucchiaio con le medesime caratteristiche.
Il primo tentativo l'ho fatto in onore del compleanno del babbo, un paio di settimane fa, annunciando solennemente che avevo fatto un dolce apposta per lui e che apposta per lui avevo pensato al nome.
Quando gli ho detto che si chiama Stracciamaròni mi son presa anche un bel vaffa, ma ci sta. In fondo chi più di un genitore merita questo appellativo?? :>
Questa è la seconda versione: mi è piaciuta particolarmente data la presenza del marrone lessato che lo fa assomigliare leggermente al mont blanc.
Ecco come l'ho preparato.
Ingredienti per 6 bicchierini:
300 gr di marroni lessati
150 gr di panna da montare
200 gr di marroni rotti (eh...)
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato fondente tagliato al coltello
125 gr di yogurt bianco non zuccherato
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
-Lessare i marroni e passarli al passalegumi.
-Unire lo yogurt e il ruhm e mescolare bene finchè non si ottenga una crema ben amalgamata, ma abbastanza compatta.
-Unire poi il cioccolato tagliato al coltello e i marroni rotti lasciandone un poco per il top, se si desidera.
-Montare la panna con lo zucchero e la polvere di vaniglia e unirla al resto del composto mescolando piano dal basso verso l'alto per non smontarla.
-Con l'aiuto di due cucchiai riempire i bicchierini. Lo avrei fatto volentieri con la sac-a-poche, ma gli ingredienti spezzettati grossolanamente ne avrebbero ostruito il passaggio dalla bocchetta, anche se avessi usato la più larga.
-Decorare con spolveratina di cioccolato e pezzettini di marrone.
Lo yogurt dona quella nota acidula che fa sì che questo abbinamento, notoriamente molto dolce, trovi il giusto equilibrio.
Non è detto che non ne seguiranno altre versioni. Anzi... si accettano suggerimenti!
Ah! Dare la prima porzione al più stracciamaròni della tavolata è un piacere che non ha prezzo! :D
giovedì 2 dicembre 2010
VELLUTATA DI CARDI E CASTAGNE
Elogio della quotidiana imperfezione
Quante volte abbiamo scelto la stoviglia più carina per le nostre foto?
O la tovaglia più adatta... neutra, ma non anonima.
O il canovaccio rustico-chic ben stirato.
O la posata accattivante e amena.
E quante volte, comprando qualcosa di nuovo, ci siamo già immaginati come potesse stare in uno dei nostri scatti... e magari lo abbiamo anche comprato apposta.
Oggi però ho voglia di quotidianità, di imperfezione.
Voglio la presenza delle stoviglie che mi accompagnano nella vita culinaria di ogni giorno...
La vecchia ciotola sbeccata nella quale peso davvero gli ingredienti o li miscelo.
Il canovaccio con cui ogni giorno davvero mi asciugo le mani o le verdure o un piatto e che, a causa di un intruso asciugamano blu in lavatrice, ha assunto colori incupiti.
La presina fatta a mano dalla nonna che amo usare invece che conservare, macchiata di colorante alimentare di un qualche esperimento ai fornelli.
La tazzina da caffè sbeccata che mi vede alzare ogni mattina arruffata e sbadigliante e dove davvero prendo il caffè, come ora mentre scrivo.
Il mio bicchiere preferito (quello pieno:) opacizzato dai mille lavaggi.
Il cucchiaio decisamente poco affascinante che apparecchia la tavola di ogni giorno: non mi piacciono, se non a vedersi, quelli col manico colorato di plastica... li sento troppo grossi.
Il piattino sbeccatissimo dove appoggio cucchiai e palette mentre rimesto nelle pentole ai fornelli.
La foto è scattata sul balcone al freddo e col cappotto per usufruire della scarsa luce naturale di questo periodo. Nel mentre la neve cominciava a scendere.
Ho scattato di corsa per non fare raffreddare troppo la ciotola fumante che ospita la dolcezza di questa zuppa.
E il mio pranzo è avvenuto in solitaria meditazione notando come cardi e castagne ben si sposino tra loro in questo delicato equilibrio, mentre guardavo la neve cadere fuori dalle tende scostate apposta.
Ecco uno spicchio di normale e (im)perfetta quotidianità.
Ingredienti:
un cardo medio
500 gr di castagne o marroni
qualche mestolo di brodo vegetale leggerissimo
50 ml di panna
Pepe e sale qb
per il top:
un cucchiaio di ricotta
un cucchiaio di caprino fresco
una spolverata di noce moscata
una spolverata di pepe
un'idea di erba cipollina
-Lessare il cardo in pentola (non a pressione: perderà tutto il suo tipico gusto di cuore di carciofo).
-Lessare le castagne e spelarle.
-Passare entrambi gli ingredienti al passalegumi in modo che la parte fibrosa del cardo rimanga scartata.
-Preparare il brodo. Mi raccomando, leggerissimo in modo che non copra il sapore delicato dei due ingredienti principe.
-Diluire la passata di castagne e cardi mescolando continuamente su fiamma bassa, fino alla densità desiderata.
-Aggiungere la panna e fare sobbollire per qualche minuto, aggiustando di pepe e sale se necessario.
-Impiattare e disporre al centro della ciotola un cucchiaio della crema di formaggio ottenuta lavorando insieme tutti gli ingredienti per il top.
-Gustare.
Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy, Ti cucino così... Minestre e Zuppe.
Elogio della quotidiana imperfezione
Quante volte abbiamo scelto la stoviglia più carina per le nostre foto?
O la tovaglia più adatta... neutra, ma non anonima.
O il canovaccio rustico-chic ben stirato.
O la posata accattivante e amena.
E quante volte, comprando qualcosa di nuovo, ci siamo già immaginati come potesse stare in uno dei nostri scatti... e magari lo abbiamo anche comprato apposta.
Oggi però ho voglia di quotidianità, di imperfezione.
Voglio la presenza delle stoviglie che mi accompagnano nella vita culinaria di ogni giorno...
La vecchia ciotola sbeccata nella quale peso davvero gli ingredienti o li miscelo.
Il canovaccio con cui ogni giorno davvero mi asciugo le mani o le verdure o un piatto e che, a causa di un intruso asciugamano blu in lavatrice, ha assunto colori incupiti.
La presina fatta a mano dalla nonna che amo usare invece che conservare, macchiata di colorante alimentare di un qualche esperimento ai fornelli.
La tazzina da caffè sbeccata che mi vede alzare ogni mattina arruffata e sbadigliante e dove davvero prendo il caffè, come ora mentre scrivo.
Il mio bicchiere preferito (quello pieno:) opacizzato dai mille lavaggi.
Il cucchiaio decisamente poco affascinante che apparecchia la tavola di ogni giorno: non mi piacciono, se non a vedersi, quelli col manico colorato di plastica... li sento troppo grossi.
Il piattino sbeccatissimo dove appoggio cucchiai e palette mentre rimesto nelle pentole ai fornelli.
La foto è scattata sul balcone al freddo e col cappotto per usufruire della scarsa luce naturale di questo periodo. Nel mentre la neve cominciava a scendere.
Ho scattato di corsa per non fare raffreddare troppo la ciotola fumante che ospita la dolcezza di questa zuppa.
E il mio pranzo è avvenuto in solitaria meditazione notando come cardi e castagne ben si sposino tra loro in questo delicato equilibrio, mentre guardavo la neve cadere fuori dalle tende scostate apposta.
Ecco uno spicchio di normale e (im)perfetta quotidianità.
Ingredienti:
un cardo medio
500 gr di castagne o marroni
qualche mestolo di brodo vegetale leggerissimo
50 ml di panna
Pepe e sale qb
per il top:
un cucchiaio di ricotta
un cucchiaio di caprino fresco
una spolverata di noce moscata
una spolverata di pepe
un'idea di erba cipollina
-Lessare il cardo in pentola (non a pressione: perderà tutto il suo tipico gusto di cuore di carciofo).
-Lessare le castagne e spelarle.
-Passare entrambi gli ingredienti al passalegumi in modo che la parte fibrosa del cardo rimanga scartata.
-Preparare il brodo. Mi raccomando, leggerissimo in modo che non copra il sapore delicato dei due ingredienti principe.
-Diluire la passata di castagne e cardi mescolando continuamente su fiamma bassa, fino alla densità desiderata.
-Aggiungere la panna e fare sobbollire per qualche minuto, aggiustando di pepe e sale se necessario.
-Impiattare e disporre al centro della ciotola un cucchiaio della crema di formaggio ottenuta lavorando insieme tutti gli ingredienti per il top.
-Gustare.
Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy, Ti cucino così... Minestre e Zuppe.
mercoledì 17 novembre 2010
I CASTAGNACCI
talmente semplici da farli con una mano sola!
Niente da fare... non riesco a cucinare. Anche pelare una carota diventa difficile.
Non posso fare nulla, nemmeno lavare i piatti (che disdetta... :).
E io che avevo in mente una vellutata speciale... un po' laboriosa, ma...
Mannaggia a sto polso! Tendinite? Nefrite? Sfighite??
Anche digitare sulla tastiera comporta le sue difficoltà. Mentre la sinistra è arzilla e recettiva, la destra presenta un dito legnoso (che tengo dritto per comodità, caso mai servissa a qualcosa, chessò... grattarmi, indicare, digitare..) che sbuca dalla mummificante fasciatura home-made fatta per tenere il polso immobile.
E stasera a lavoro come faccio?? Mah... mi doperò con qualche antinfiammatorio...
Per fortuna sono ambidestra e quindi, dove ne serve una sola, arriva la sorella a dare una mano (dare una mano?? vabbè...), ma dove ne servono due entra in gioco di tutto: avambracci, spalle, petto, ginocchia, denti, lingua...
Uhm... certo non è un bel vedere.
Un conto è a casa quando per trasportare dei bicchieri a tavola ci metto dentro tutto il mento (tanto siamo l'hommo e io), ma un conto è a lavoro...
Il dito per indicare qualcosa ai clienti già ce l'ho, come ho detto... ma per il resto dovrò pensare a qualcosa...
Per ora guardo la sinistra. Le parlo, la ringrazio... la rivaluto. Son grata di poterle usare entrambe (solo il cono gelato non riesco a mangiarlo con lei: rischio, per difficoltà di coordinazione, di ficcarmelo in un occhio prima di trovare la strada giusta).
La mia mano sinistra è quella che disegna. Scriveva anche quando ero piccola, ma al contrario. Fino a quando qualcuno (la nonna) non mi suggerì di provare a usare l'altra. E così è ancora: scrivo con la destra, disegno con la sinistra e quando scrivo con la sinistra scrivo al contrario. E in bellisisma calligrafia, eh! Chissà che significa e che comporta...
Sarà per quello che non ho senso dell'orientamento?? Mah!
Anche Leonardo scriveva al contrario, ma lui era un genio! :D
Per fortuna avevo queste foto fatte la settimana scorsa. Non sapevo se postare o meno queste ricette, data la loro disarmante semplicità. Ma capita a fagiolo, direi... le si possono fare anche con una mano sola!
Castagnaccio alla toscana
-Setacciare la farina in una terrina, aggiungere il sale e poi, un po' alla volta, l'acqua mescolando con l'aiuto di una frusta. Qui regolatevi ad occhio. La consistenza deve diventare tipo una pastella nè troppo densa nè troppo fluida.
-Aggiungere poi tutti gli ingredienti (tranne l'olio) lasciandone da parte un pochino da mettere poi sulla superficie.
-Ungere la teglia con 2 dei cucchiai d'olio (io ne ho usata una di cm 28 x 22) e versarvi la pastella. Non deve essere troppo spessa sennò non cuocerà bene. 1,5 cm andra benissimo.
-Cospargere la superficie con il restante olio e con gli ingredienti laciati appositamente da parte.
-Infornare in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti o finchè non si formeranno sopra le tipiche crepe.
Ingredienti:
250 gr di farina di castagne
500 ml di latte
50 gr di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato tagliato al coltello
50 gr di gherigli di noce tritate grossolanamente
50 gr di pinoli
1 pizzico di sale
qualche fiocchetto di burro
-Procedere nello stesso identico modo sopra indicato usando qualche fiocco di burro per ungere un po' la teglia e per idratare la superficie del castagnaccio prima di infornarlo.
Era ottimo! :d
talmente semplici da farli con una mano sola!
Niente da fare... non riesco a cucinare. Anche pelare una carota diventa difficile.
Non posso fare nulla, nemmeno lavare i piatti (che disdetta... :).
E io che avevo in mente una vellutata speciale... un po' laboriosa, ma...
Mannaggia a sto polso! Tendinite? Nefrite? Sfighite??
Anche digitare sulla tastiera comporta le sue difficoltà. Mentre la sinistra è arzilla e recettiva, la destra presenta un dito legnoso (che tengo dritto per comodità, caso mai servissa a qualcosa, chessò... grattarmi, indicare, digitare..) che sbuca dalla mummificante fasciatura home-made fatta per tenere il polso immobile.
E stasera a lavoro come faccio?? Mah... mi doperò con qualche antinfiammatorio...
Per fortuna sono ambidestra e quindi, dove ne serve una sola, arriva la sorella a dare una mano (dare una mano?? vabbè...), ma dove ne servono due entra in gioco di tutto: avambracci, spalle, petto, ginocchia, denti, lingua...
Uhm... certo non è un bel vedere.
Un conto è a casa quando per trasportare dei bicchieri a tavola ci metto dentro tutto il mento (tanto siamo l'hommo e io), ma un conto è a lavoro...
Il dito per indicare qualcosa ai clienti già ce l'ho, come ho detto... ma per il resto dovrò pensare a qualcosa...
Per ora guardo la sinistra. Le parlo, la ringrazio... la rivaluto. Son grata di poterle usare entrambe (solo il cono gelato non riesco a mangiarlo con lei: rischio, per difficoltà di coordinazione, di ficcarmelo in un occhio prima di trovare la strada giusta).
La mia mano sinistra è quella che disegna. Scriveva anche quando ero piccola, ma al contrario. Fino a quando qualcuno (la nonna) non mi suggerì di provare a usare l'altra. E così è ancora: scrivo con la destra, disegno con la sinistra e quando scrivo con la sinistra scrivo al contrario. E in bellisisma calligrafia, eh! Chissà che significa e che comporta...
Sarà per quello che non ho senso dell'orientamento?? Mah!
Anche Leonardo scriveva al contrario, ma lui era un genio! :D
Per fortuna avevo queste foto fatte la settimana scorsa. Non sapevo se postare o meno queste ricette, data la loro disarmante semplicità. Ma capita a fagiolo, direi... le si possono fare anche con una mano sola!
Castagnaccio alla toscana
Ingredienti:
250 gr di farina di castagne di ottima qualità
dai 350 ai 500 ml di acqua a seconda di quanta ne chiama la farina
50 gr di gherigli di noce tritati grossolanamente
50 gr di pinoli
50 gr di uvetta (io non l'ho messa che all'hommo non piace)
1 rametto di rosmarino
4 cucchiai di olio evo
1 pizzico di sale
250 gr di farina di castagne di ottima qualità
dai 350 ai 500 ml di acqua a seconda di quanta ne chiama la farina
50 gr di gherigli di noce tritati grossolanamente
50 gr di pinoli
50 gr di uvetta (io non l'ho messa che all'hommo non piace)
1 rametto di rosmarino
4 cucchiai di olio evo
1 pizzico di sale
-Setacciare la farina in una terrina, aggiungere il sale e poi, un po' alla volta, l'acqua mescolando con l'aiuto di una frusta. Qui regolatevi ad occhio. La consistenza deve diventare tipo una pastella nè troppo densa nè troppo fluida.
-Aggiungere poi tutti gli ingredienti (tranne l'olio) lasciandone da parte un pochino da mettere poi sulla superficie.
-Ungere la teglia con 2 dei cucchiai d'olio (io ne ho usata una di cm 28 x 22) e versarvi la pastella. Non deve essere troppo spessa sennò non cuocerà bene. 1,5 cm andra benissimo.
-Cospargere la superficie con il restante olio e con gli ingredienti laciati appositamente da parte.
-Infornare in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti o finchè non si formeranno sopra le tipiche crepe.
Ammetto che non mi ha soddisfatta. E' per quello che nella foto lo vedete cosparso di pancetta a dadini e formaggio filante. Il gusto non mi aveva conquistata e ho sentito la necessità di farcirlo e allora la farina di castagne, unita a questi ingredienti saporiti, ha assunto tonalità decisamente interessanti. Da rifare...
Non contenta però ho fatto anche la versione dolce. Forse qui in Piemonte è più famosa di quella sopracitata. Però gli ingredienti li ho messi totalmente a mio gusto! :>
Non contenta però ho fatto anche la versione dolce. Forse qui in Piemonte è più famosa di quella sopracitata. Però gli ingredienti li ho messi totalmente a mio gusto! :>
Castagnaccio dolce
Ingredienti:
250 gr di farina di castagne
500 ml di latte
50 gr di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato tagliato al coltello
50 gr di gherigli di noce tritate grossolanamente
50 gr di pinoli
1 pizzico di sale
qualche fiocchetto di burro
-Procedere nello stesso identico modo sopra indicato usando qualche fiocco di burro per ungere un po' la teglia e per idratare la superficie del castagnaccio prima di infornarlo.
Era ottimo! :d
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