________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________

martedì 21 dicembre 2010

REGALI INCONSUETI
e auguri a tutti !!!

Che carino che è stato partecipare allo Swap Natalizio di Zebrotta...
Preparare un pacchettino per chi non conosci è una cosa strana. Divertente...
Il caso mi ha accoppiata con Stefi di dolci ma non troppo ed è stata una doppia sorpresa, perchè io non la conoscevo ancora!
Che mandare? Che spedire? L'unica è trasmettere un qualcosa di noi e farlo viaggiare ben impacchettato fino al destinatario.
Il suo pacchetto è arrivato a scaldare un gelida mattina (testimone il corriere che quando gli ho aperto mi è scappato un ***** che freddo! che lo ha fatto ridere).
Quando l'ho scartato mi sono illuminata: beeelllooooooo!!!
La ragazza è decisamente attenta alla qualità, ho pensato. Ho diversi stampi della Siliko Mart e sono davvero ottimi, i migliori a mio parere, ma uno così fiorelloso mi mancava... una vera chicca. Già la mente corre a quando avrò tempo e potrò fare qualcosa di decorato...
Per ora (DOVEVO usarlo, capitemi... :) ho preparato una semplicissima torta da prima colazione in un micro ritaglio di tempo.
Non vi do nemmeno la ricetta... era semplicissima e soprattutto velocissima... dal profumo di nocciola e il colore caldo della farina di mais.


















Questo post non vuole essere una ricetta, ma un'occasione per:
- ringraziare ancora Stefi (che mi ha fatto tanto piacere conoscere)
- ringraziare Ale/Zebra (che già conoscevo e seguivo con vivo interesse e che con questo swap ha detto molto di sè :)
- dedicare un augurio immenso di Buone Feste a tutti voi.

Sono assolutamente assente dal mio e dai vostri blog nel periodo culinariamente più ricco dell'anno e mi sto perdendo molte delle vostre delizie, ma soprattutto voi e il vostro vivere il Natale...
Mi dispiace tanto, ma non posso davvero fare altrimenti.
Con questo post vi abbaraccio tutti di cuore e posso solo sperare che dopo le feste non pubblicherete solo ricettine disintossicanti!! :D

A presto.
Tiz

giovedì 9 dicembre 2010

E' ARRIVATO IL MOMENTO DELLA...
... ✿✿✿ Torta di Roseeeee ✿✿✿  !!


























Telefonata:
- Ciao mà, come stai?
- Mah... non benissimo, ma speriamo passi...
- Che è successo??
- Ma niente... ieri son caduta nella doccia, ho battuto la testa e la schiena, poi cercando di tenermi mi sono attaccata a un gancio non ben rifinito e mi sono affettata un pezzo di dito e mi ha sanguinato tutto il giorno...
- ECCHECC....!!!!!!!! E poi?? Ma non dire niente, eh!!
- Eh, ma sai... non avevo voglia di andare al Pronto Soccorso e starci una giornata...
- Sì, vabbè, ma DILLO! Che fai l'eroina...!!

E così di diritto le spetta una fettona di questa torta, una corsa al mercato per procurare gli ingredienti per una comfort-vellutata e una mattinata ad accompagnarla a prendere tappetini antiscivolo, spesa e quant'altro...

Vi dispiace se la ricetta non la trascrivo, ma vi do direttamente la fonte??
L'avevo salvata da Il Blog della Titti da così tanto tempo... ma ora finalmente mi son sentita pronta :) per farla! Però ho seguito il procedimeto talmente alla lettera che mi pare assurdo riscriverlo qui...
Uniche mie varianti sono state:
1. 300 ml di latte anzichè 150 (tanti ne ha "chiamati" la farina).
2. Aggiungere 3 cucchiaini di polvere di lampone al burro montato, usato per farcire i rotolini.
3. La cottura: lei 1 ora io 40 minuti.
4. La marmellata per spennellarla: lei di albicocche, io di ciliegie.
Suvvia... perdonatemi questa pigrizia. Ho così poco tempo e ancora meno ne avrò nei prossimi giorni, dato che a Natale lavoro di più...
Infatti mi scuso in anticipo per tutti i vostri manicaretti che mi perderò... sigh&uff... :_(

lunedì 6 dicembre 2010

IL PROGETTO DI UNA VITA:
lo Stracciamaròni !

























Io dico: ma perchè tutti gelatai con cui ho avuto un po' di confidenza, tanto da proporre questo nuovo gusto, mi han sempre guardata con occhio sbarrato, sorriso paralizzato e gocciolina di sudore sulla fronte?
Il più loquace si è espresso in un eh..eh.. indietreggiando col panico negli occhi!
Sono anni che ci provo...
Ma mannaggia! Osare un po' no, eh? Chissà di che hanno avuto timore, poi... :)
In fondo stracciatella + marron glacè è un gusto che conquisterebbe chiunque!
Insomma... non restava che farmelo da sola.
La gelatiera però non ce l'ho e allora ho studiato un dolce al cucchiaio con le medesime caratteristiche.
Il primo tentativo l'ho fatto in onore del compleanno del babbo, un paio di settimane fa, annunciando solennemente che avevo fatto un dolce apposta per lui e che apposta per lui avevo pensato al nome.
Quando gli ho detto che si chiama Stracciamaròni mi son presa anche un bel vaffa, ma ci sta. In fondo chi più di un genitore merita questo appellativo?? :>
Questa è la seconda versione: mi è piaciuta particolarmente data la presenza del marrone lessato che lo fa assomigliare leggermente al mont blanc.
Ecco come l'ho preparato.

Ingredienti per 6 bicchierini:
300 gr di marroni lessati
150 gr di panna da montare
200 gr di marroni rotti (eh...)
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato fondente tagliato al coltello
125 gr di yogurt bianco non zuccherato
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia

-Lessare i marroni e passarli al passalegumi.
-Unire lo yogurt e il ruhm e mescolare bene finchè non si ottenga una crema ben amalgamata, ma abbastanza compatta.
-Unire poi il cioccolato tagliato al coltello e i marroni rotti lasciandone un poco per il top, se si desidera.
-Montare la panna con lo zucchero e la polvere di vaniglia e unirla al resto del composto mescolando piano dal basso verso l'alto per non smontarla.
-Con l'aiuto di due cucchiai riempire i bicchierini. Lo avrei fatto volentieri con la sac-a-poche, ma gli ingredienti spezzettati grossolanamente ne avrebbero ostruito il passaggio dalla bocchetta, anche se avessi usato la più larga.
-Decorare con spolveratina di cioccolato e pezzettini di marrone.

Lo yogurt dona quella nota acidula che fa sì che questo abbinamento, notoriamente molto dolce, trovi il giusto equilibrio.
Non è detto che non ne seguiranno altre versioni. Anzi... si accettano suggerimenti!

Ah! Dare la prima porzione al più stracciamaròni della tavolata è un piacere che non ha prezzo! :D

giovedì 2 dicembre 2010

VELLUTATA DI CARDI E CASTAGNE
Elogio della quotidiana imperfezione























Quante volte abbiamo scelto la stoviglia più carina per le nostre foto?
O la tovaglia più adatta... neutra, ma non anonima.
O il canovaccio rustico-chic ben stirato.
O la posata accattivante e amena.
E quante volte, comprando qualcosa di nuovo, ci siamo già immaginati come potesse stare in uno dei nostri scatti... e magari lo abbiamo anche comprato apposta.

Oggi però ho voglia di quotidianità, di imperfezione.
Voglio la presenza delle stoviglie che mi accompagnano nella vita culinaria di ogni giorno...
La vecchia ciotola sbeccata nella quale peso davvero gli ingredienti o li miscelo.
Il canovaccio con cui ogni giorno davvero mi asciugo le mani o le verdure o un piatto e che, a causa di un intruso asciugamano blu in lavatrice, ha assunto colori incupiti.
La presina fatta a mano dalla nonna che amo usare invece che conservare, macchiata di colorante alimentare di un qualche esperimento ai fornelli.
La tazzina da caffè sbeccata che mi vede alzare ogni mattina arruffata e sbadigliante e dove davvero prendo il caffè, come ora mentre scrivo.
Il mio bicchiere preferito (quello pieno:) opacizzato dai mille lavaggi.
Il cucchiaio decisamente poco affascinante che apparecchia la tavola di ogni giorno: non mi piacciono, se non a vedersi, quelli col manico colorato di plastica... li sento troppo grossi.
Il piattino sbeccatissimo dove appoggio cucchiai e palette mentre rimesto nelle pentole ai fornelli.

La foto è scattata sul balcone al freddo e col cappotto per usufruire della scarsa luce naturale di questo periodo. Nel mentre la neve cominciava a scendere.
Ho scattato di corsa per non fare raffreddare troppo la ciotola fumante che ospita la dolcezza di questa zuppa.
E il mio pranzo è avvenuto in solitaria meditazione notando come cardi e castagne ben si sposino tra loro in questo delicato equilibrio, mentre guardavo la neve cadere fuori dalle tende scostate apposta.
Ecco uno spicchio di normale e (im)perfetta quotidianità.

Ingredienti:
un cardo medio
500 gr di castagne o marroni
qualche mestolo di brodo vegetale leggerissimo
50 ml di panna
Pepe e sale qb

per il top:
un cucchiaio di ricotta
un cucchiaio di caprino fresco
una spolverata di noce moscata
una spolverata di pepe
un'idea di erba cipollina

-Lessare il cardo in pentola (non a pressione: perderà tutto il suo tipico gusto di cuore di carciofo).
-Lessare le castagne e spelarle.
-Passare entrambi gli ingredienti al passalegumi in modo che la parte fibrosa del cardo rimanga scartata.
-Preparare il brodo. Mi raccomando, leggerissimo in modo che non copra il sapore delicato dei due ingredienti principe.
-Diluire la passata di castagne e cardi mescolando continuamente su fiamma bassa, fino alla densità desiderata.
-Aggiungere la panna e fare sobbollire per qualche minuto, aggiustando di pepe e sale se necessario.
-Impiattare e disporre al centro della ciotola un cucchiaio della crema di formaggio ottenuta lavorando insieme tutti gli ingredienti per il top.
-Gustare.

Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy, Ti cucino così... Minestre e Zuppe.


lunedì 29 novembre 2010

PANE AL LATTE DI COCCO
Un fuoriprogramma



















Io proprio non riesco a programmare...
Le cose perdono di enfasi e spontaneità, così in cucina come nella vita.
Anche con gli amici son quella che telefona mezz'ora prima per sapere se son liberi perchè mi va di fare una cosa proprio in quel preciso momento (ovvio che è difficilino che proprio in quell'istante il poveraccio in questione abbia la disponibilità che mi gira in quell'attimo...).
L'idea -per esempio- di salvare una ricetta, comprare il necessario e poi farla pari pari mi sfiora, eh...
Ma non mi capita.
Non ce la faccio.
O ho già tutto in casa quando arriva l'ispirazione o nisba...
La cucina per me è un affare di pancia. Uno scoppio (più o meno) creativo impellente e irrazionale. Rimandare fa perdere indubbiamente e irrimediabilmente l'onda.
Per questo, credo, mi diverte assemblare gli ingredienti che ho, più che creare il piatto da zero in modo sistematico.

Che importa se per la ricetta della splendida Treccia al Latte di Milla non avevo più farina 0, ma solo integrale, non avevo burro se non quello salato e non avevo latte se non quello di cocco comprato tempo fa?? :)
Avevo voglia di impastarla in quel preciso momento e così doveva essere. Inutile pensare al fatto che avrei potuto aspettare l'indomani e andare a fare la spesa. L'indomani non l'avrei più fatta, lo so.
E meno male che esiste il lievito di birra disidratato che ben si sposa a queste voglie improvvise di mettere le mani in pasta...

Ingredienti (le mie varianti sono quelle tra parentesi):
550 gr di farina 0 (farina integrale)
300 gr di latte parzialmente scremato (latte di cocco)
50 gr di burro (salato)
20 gr di lievito di birra (8 gr di quelle disidratato)
60 gr di zucchero
1 pizzico di sale

per decorare:
granella di zucchero
1 tuorlo d'uovo

-Fare rinvenire il lievito di birra disidratato nel latte di cocco intiepidito unito a un cucchiaino di zucchero. Ci mette più tempo che in acqua... infatti credevo di aver già toppato alla partenza...
-In una terrina (o su spianatoia) fare il buco in mezzo alla farina e aggiungere lo zucchero.
-Versare poi il latte con il lievito e incorporandolo poco alla volta con l'aiuto di una forchetta.
-Aggiungere poi il burro fuso e freddo e sale e lavorare su spianatoia per 10/15 minuti fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo.
-Trasferire l'impasto in una terrina infarinata e lasciare lievitare fino al raddoppio. Io l'ho lasciato per due ore vicino al termosifone.
-Una volta lievitato io (invece della treccia) ho proceduto a formare il pane tagliando l'impasto in nove palline che ho poi riposto in una teglia rivestita di carta da forno a distanza di mezzo cm l'una dall'altra.
-Ho lasciato lievitare per mezz'oretta finchè le palline non si sono unite (la mia teglia era troppo larga, ma con una delle dimensioni giuste le palline rimangono più alte dopo la cottura).
-Spennellare con il tuorlo d'uovo diluito in un cucchiaio di acqua tiepida e aggiungere la granella di zucchero.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° (io ce l'ho statico) e infornare per 30 minuti circa o fino a doratura.

Ne è uscito un pane dalla dolcezza leggera, curiosa e indecifrabile, che si è sposato ottimamente con i formaggi saporiti come fontina e pecorino mezzano e, come dolcetto, al cioccolato gianduja. Che dire... esperimento riuscito :)

Ora non è che io viva alla selvaggia, eh! Certe cose van programmate per forza (come rifare a dovere quella bellissima treccia come da ricetta originale!!), ma per quelle per cui possiamo evitarlo, non chiedetemelo! :D

giovedì 25 novembre 2010

SMENTITA UFFICIALE
e meringhette


















Dunque... innanzitutto una smentita ufficiale.
O meglio, un chiarimento in onor del vero.
Ringrazio tutti per avermi creduto wonderwoman, ma le ricette precedenti non le ho fatte con una mano sola :)
Erano (come specifico nel fondo del post) piatti della settimana prima, che non sapevo se postare o meno perchè mi sembravano troppo basic... ma addicendosi alla perfezione, data la loro semplicità, alla mia condizione del momento, ho deciso di collegare le due cose declamando che erano ricette che si sarebbero potute fare con una mano sola...
Eh, lo so... vi ho confusi alla grande.
Ad ogni modo ora il polso è ok e ieri l'ho messo alla prova impastando un pane speciale che posterò prossimamente...

Ma che c'entra tutto ciò con queste meringhette??
Ma nulla!
E dov'è la ricetta??
Ma da Silvia!
Oggi sono ospite della sua Ghirlanda di Popcorn, dove ho postato questa ricetta semplicissima, ma con un ingrediente d'eccezione... :)
Quale?
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mercoledì 17 novembre 2010

I CASTAGNACCI
talmente semplici da farli con una mano sola!

Niente da fare... non riesco a cucinare. Anche pelare una carota diventa difficile.
Non posso fare nulla, nemmeno lavare i piatti (che disdetta... :).
E io che avevo in mente una vellutata speciale... un po' laboriosa, ma...
Mannaggia a sto polso! Tendinite? Nefrite? Sfighite??
Anche digitare sulla tastiera comporta le sue difficoltà. Mentre la sinistra è arzilla e recettiva, la destra presenta un dito legnoso (che tengo dritto per comodità, caso mai servissa a qualcosa, chessò... grattarmi, indicare, digitare..) che sbuca dalla mummificante fasciatura home-made fatta per tenere il polso immobile.
E stasera a lavoro come faccio?? Mah... mi doperò con qualche antinfiammatorio...
Per fortuna sono ambidestra e quindi, dove ne serve una sola, arriva la sorella a dare una mano (dare una mano?? vabbè...), ma dove ne servono due entra in gioco di tutto: avambracci, spalle, petto, ginocchia, denti, lingua...
Uhm... certo non è un bel vedere.
Un conto è a casa quando per trasportare dei bicchieri a tavola ci metto dentro tutto il mento (tanto siamo l'hommo e io), ma un conto è a lavoro...
Il dito per indicare qualcosa ai clienti già ce l'ho, come ho detto... ma per il resto dovrò pensare a qualcosa...
Per ora guardo la sinistra. Le parlo, la ringrazio... la rivaluto. Son grata di poterle usare entrambe (solo il cono gelato non riesco a mangiarlo con lei: rischio, per difficoltà di coordinazione, di ficcarmelo in un occhio prima di trovare la strada giusta).
La mia mano sinistra è quella che disegna. Scriveva anche quando ero piccola, ma al contrario. Fino a quando qualcuno (la nonna) non mi suggerì di provare a usare l'altra. E così è ancora: scrivo con la destra, disegno con la sinistra e quando scrivo con la sinistra scrivo al contrario. E in bellisisma calligrafia, eh! Chissà che significa e che comporta...
Sarà per quello che non ho senso dell'orientamento?? Mah!
Anche Leonardo scriveva al contrario, ma lui era un genio! :D
Per fortuna avevo queste foto fatte la settimana scorsa. Non sapevo se postare o meno queste ricette, data la loro disarmante semplicità. Ma capita a fagiolo, direi... le si possono fare anche con una mano sola!




Castagnaccio alla toscana
























Ingredienti:
250 gr di farina di castagne di ottima qualità
dai 350 ai 500 ml di acqua a seconda di quanta ne chiama la farina
50 gr di gherigli di noce tritati grossolanamente
50 gr di pinoli
50 gr di uvetta (io non l'ho messa che all'hommo non piace)
1 rametto di rosmarino
4 cucchiai di olio evo
1 pizzico di sale

-Setacciare la farina in una terrina, aggiungere il sale e poi, un po' alla volta, l'acqua mescolando con l'aiuto di una frusta. Qui regolatevi ad occhio. La consistenza deve diventare tipo una pastella nè troppo densa nè troppo fluida.
-Aggiungere poi tutti gli ingredienti (tranne l'olio) lasciandone da parte un pochino da mettere poi sulla superficie.
-Ungere la teglia con 2 dei cucchiai d'olio (io ne ho usata una di cm 28 x 22) e versarvi la pastella. Non deve essere troppo spessa sennò non cuocerà bene. 1,5 cm andra benissimo.
-Cospargere la superficie con il restante olio e con gli ingredienti laciati appositamente da parte.
-Infornare in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti o finchè non si formeranno sopra le tipiche crepe.

Ammetto che non mi ha soddisfatta. E' per quello che nella foto lo vedete cosparso di pancetta a dadini e formaggio filante. Il gusto non mi aveva conquistata e ho sentito la necessità di farcirlo e allora la farina di castagne, unita a questi ingredienti saporiti, ha assunto tonalità decisamente interessanti. Da rifare...
Non contenta però ho fatto anche la versione dolce. Forse qui in Piemonte è più famosa di quella sopracitata. Però gli ingredienti li ho messi totalmente a mio gusto! :>


Castagnaccio dolce




















Ingredienti:
250 gr di farina di castagne
500 ml di latte
50 gr di zucchero
2 cucchiai di ruhm
50 gr di cioccolato tagliato al coltello
50 gr di gherigli di noce tritate grossolanamente
50 gr di pinoli
1 pizzico di sale
qualche fiocchetto di burro

-Procedere nello stesso identico modo sopra indicato usando qualche fiocco di burro per ungere un po' la teglia e per idratare la superficie del castagnaccio prima di infornarlo.

Era ottimo! :d

sabato 13 novembre 2010

SWEET MOMENTS, ORE LIETE
Il mio personale assortimento

















(cliccare sull'immagine per ingrandire... :)

Vi ricordate quelle belle confezioni di latta che contenevano prelibati pasticcini secchi?
Ore liete, si chiamavano...
Deliziosi biscottini assortiti, uno diverso dall'altro...
Quando ho visto il contest di Ambra dedicato ai nostri Sweet Moments, mi sono venuti in mente subito.
Non è il classico dolce a cui non rinuncerei mai a fine pasto (nei confronti di quelli cremosi ho maggiore golosità, lo ammetto) ma la varietà in questione - ricordo - non lasciava mai deluso nessuno quando la si portava a tavola.
E dietro ad ogni scatola c'era la foto di ogni pasticcino con una piccola legenda che ingolosiva ancor di più chi si apprestava all'assaggio (cosa che ho voluto riprodurre anche io con la mia, di foto :).

In famiglia ho ed ho avuto ottimi cuochi casalinghi, ma nessuno ferrato sui dolci (almeno quando ero bambina) così quando a mia nonna qualcuno faceva dono di una di queste scatole pingui di friabili pasticcini, lei li centellinava come cose preziose.
Col disappunto della nipotina che ne avrebbe voluto assaggiarne perlomeno uno per tipo!
I suoi gesti li ricordo. Tirava fuori dalla credenza con l'anta appena cigolante questo parallelepipedo di latta maneggiandolo con lieve solennità... lo apriva lentamente... ne guardava il contenuto come a gustarlo prima con gli occhi... e ne sceglieva uno.
Avendo io ormai capito l'antifona sapendo che più di un paio non me ne sarebbero toccati, facevo attenzione a scegliere più che bene i miei... e la mia preferenza cadeva sempre sui wafer e su quelli particolarmente cioccolatosi.
Li mangiavamo in silenzio e poi, con la stessa cura, la scatola si richiudeva sotto gli occhi un po' delusi della pargola (io) che ne seguiva con lo sguardo il rientro alla credenza.

Ho voluto ricreare quello Sweet Moment con uno mio personale assortimento. Chissà che faccia farebbe la Nonna, se lo vedesse. Fatto da me!

(premetto che ho dimezzato tutte le dosi che darò, facendo così non più di una teglia per tipo)

Ingredienti per I FRIABILI di frolla montata:
250 gr di farina 00
170 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
1 uovo + 1 tuorlo
1 pizzico di sale
1 pizzico di polvere di vaniglia o quel che preferite

per la decorazione:
mandorle pelate o cioccolato fondente.

-Gli ingredienti devono essere tassativamente a temperatura ambiente.
-Procedere montando il burro morbido e la vaniglia con una frusta elettrica.
-Quando sarà cremoso aggiungere lo zucchero e montare per diversi minuti finchè il composto non sarà diventato spumoso.
-Incorporare poi un uovo alla volta aspettando che il primo sia ben amalgamata prima di aggiungere il secondo tuorlo e continuare con la frusta finchè il tutto non diventi una bella crema liscia.
-Aggiungere il sale e mescolare ancora un po'.
-Per incorporare la farina a pioggia, invece, si adopererà un spatola per evitare che il burro si smonti.
-Con il composto ottentuo riempire la sac-a-poche con una bocchetta non troppo stretta e procedere a formare i biscotti della forma desiderata su una placca rivestita di carta da forno.
-Inserire la mandorla premendo un poco.
-Lasciare riposare in frigo per una mezz'ora e poi infornare a forno preriscaldato a 180° per 10/15 minuti facendo attenzione a non farli colorire troppo.
-Fare raffreddare su gratella e procedere con la decorazione di quelli al cioccolato facendolo colare sui biscotti dopo averlo sciolto a bagnomaria.

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Ingredienti per le FROLLE CON MARMELLATA:
vedere qui e sostituire il cioccolato con marmellata a piacere.

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Ingredienti per le FROLLE AL CACAO CON PISTACCHI:
vedere qui e sostituire il cioccolato alla nocciola con quello bianco e la granella di nocciola con quella di pistacchi.

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Ingredienti per i CIOCCO COCCO:
150 gr di farina 00
100 gr di cocco grattugiato
125 gr di burro salato
100 gr di zucchero
1 tuorlo
gocce di cioccolato qb

-Passare al mixer il burro freddo, il cocco e la farina e azionare fino ad ottenere un composto sabbioso.
-Trasferire il tutto in una terrina, aggiungere l'uovo e il cioccolato e impastare con le mani fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
-Formare con il panetto ottenuto un salamotto del diametro di 4 cm circa, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare in frigo per mezz'ora. Un passaggio di 10 minuti in freezer facliterà il taglio.
-Tagliare poi la frolla in tanti dischi dello spessore di circa 1,5 cm e riporli su placca rivestita da carta da forno.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 15 min circa o fino a doratura.
-Fare raffreddare su gratella.

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Ingredienti per i BRUTTI E BUONI:
200 gr di farina di nocciole di ottima qualità
4 albumi
150 gr di zucchero.

-Montare gli albumi a neve fermissima con l'aiuto di qualche goccia di limone.
-Incorporare poi il mix di zucchero e farina di nocciola con una spatola, mescolando dal basso berso l'alto per non smontare il composto.
-Mettere il composto in sac-a-poche e dare la forma come fossero meringhe su una placca rivestita di carta da forno. Oppure più semplicemente con l'aiuto di un cucchiaio (tanto che vengano brutti è già nei conti :).
-Infornare in forno preriscaldato a 140° per 30 min circa. Se faranno fatica a staccarsi dalla carta è tutto normale. Magari attendete quelche minuto e iutatevi con una paletta sottile.

Ecco terminato il mio assortimento.
Certo, li avrei voluti belli e perfetti come quelli di cui vi ho parlato, ma... la mano della nipote è ancora un po' incerta. Tuttavia un sano aspetto rustico forse non è poi così male...
Ah! Conservare in scatola... di latta, ovviamente! :)


mercoledì 10 novembre 2010

FINOCCHI E PATATE... VIOLA
Due ingredienti perfetti. Non è vero, Mr. B?


















Quando mi è stata segnalata l'iniziativa mi son detta: massì... ne ha sparata un'altra delle sue... ed ero dell'idea di ignorarlo come si fa con il compagno di classe demenziale che non fa ridere nessuno.
Ma il problema è che non è il nostro compagno di classe, bensì (che lo dico affà) il Presidente del Consiglio, accidenti!
Quando lo capirà che quel che dice ha un peso e deve costituire un esempio? Che non può far battute come un ragazzino senza pensieri? Che siamo stufi delle figuracce che l'Italia fa davanti al mondo?
Questa è solo l'ultima delle sue uscite simpatiche... inoltre -diciamocelo- le cose (più) gravi sono altre... ma l'iniziativa è divertente e consente di aprire il food-blogger-world al tema con una goliardìa elegante, coesa e ben argomentata.
Ma il nostro Mr. B è un uomo di spirito (no?) e non se la prenderà...
Ecco dunque la ricetta della mia passata di finocchi e patate viola.


Ingredienti:
4 finocchi
5 o 6 patate viola
1 cipolla piccola
50 ml di panna
pepe nero qb
sale qb
noce moscata qb
semi di finocchio
una spolverata di parmigiano


-Lessare i finocchi o cuocerli in pentola a pressione.
-Lessare le patate.
-Lessare la cipolla, tutto separatamente.
-Passare infine il tutto con il passalegumi, aggiungere la panna, allungare con l'acqua di cottura di finocchi e cipolla, unire il sale e le spezie e portare ad ebollizione girando con una frusta.
- Una volta pronto spolverare con semi di finocchio (tanto per esagerare :), di pepe, di parmigiano e servire.


Il risultato è una passata delicata che avrei voluto poter definire vellutata, ma la patata viola ha una consistenza molto particolare (compatta e asciutta) e ben poco si presta a conferire caratteristiche di cremosità.
Inoltre ho preferito non usare insaporitori naturali o non per non comprometterne la delicatezza e poterla assaporare nel modo più naturale possibile.
Come? Forse un po' troppo... viola?
Naaaaaaaaaa! :)

Buon appetito, Mr.B!

sabato 6 novembre 2010

BARRETTE AI CEREALI HOME-MADE?
Jè possibboli...





















Ultimamente mi sto trovando sempre più spesso all'ora del pasto con un bel buco nello stomaco e poco tempo per riempirlo...
Mi sono così dotata di barrette proteiche comprate al super da tenere in borsa e addentare alla necessità.
Ma che dire... oRènde!
Quelle per gli sportivi sono un connubio di segature varie aromatizzate, quando va bene, al cacao. Quelle tipo merendina hanno un gusto talmente standardizzato da mettermi tristezza a ogni morso. Senza contare quelle vitaminizzate che sprigionano tali sentori di vitamina B che rovinano irrimediabilmente ogni buon tentativo di proporre uno snack buono oltre che salutare (non so se avete presente l'odore della vitamina B...).
Insomma... se già un pasto deve essere mortificato ingurgitandolo in un attimo... che sia almeno un attimo di goduria!

Spulciando qua e là ho intravisto più d'una ricettina per fare da sè le barrette energetiche (eh si... a legger gli ingredienti si può davvero parlare di ENERGIA PURA! :).
Così ieri ho essiccato un paio di mele e... ecco la mia versione...


Presto sarà seguita da un'altra più cioccolatosa, magari con mandorle o nocciole e riso soffiato... :)
Tral'altro si preparano in un attimo e le varianti sono infinite.

Ingredienti per una dozzina di barrette:
150 g di fiocchi d'avena
100 g di fiocchi di mais
2 mele disidratate tagliate a pezzi
2 cucchiai di uvetta
2 cucchiai di zenzero candito
2 cucchiai di semi di girasole
2 cucchiai di sesamo nero
1 cucchiaino di di cardamomo in polvere
1 cucchiaino di semi di cumino
100 gr di miele alla nocciola (o miele semplice)
50 gr di zucchero di canna
100 gr di burro
2 cucchiai di ruhm
2 pizzichi di sale

-Mescolare in una terrina tutti gli ingredienti secchi e il sale.
-Mettere in un pentolino dal fondo alto il burro, il miele, lo zucchero e il ruhm e fare raggiungere dolcemente lo stadio di ebollizione mantenendolo per alcuni minuti.
-Quando è bello liquido e bollente versarlo nella terrina con tutti gli altri ingredienti e mescolare benissimo.
-Mettere poi il composto ottenuto in una teglia abbastanza larga ricoperta di carta da forno (magari inumidita per far prendere meglio la forma del recipiente) e pressare molto bene il tutto, prima con l'aito di un cucchiaio e poi facendovi rotolare sopra un bicchiere tipo mattarello.
-Fare raffreddare bene e tagliarne barrette della grandezza desiderata con un coltello affilato.
-Se vi piacciono morbide lasciatele così, sennò un passaggio di 10/15 minuti in forno preriscaldato a 180° le renderà più croccanti.
-Conservare poi in scatola di latta e se vorrete tenerle con voi consiglio di avvolgerle in carta da forno creando dei deliziosi pacchettini, magari fermati con del cordino :)

domenica 31 ottobre 2010

LE DITA DEGLI ORCHI
Anniversario della mia prima infornata





















Esattamente un anno fa infornavo i miei primi biscotti: le dita della strega.
Convocai due care amiche dicendo di portare mannaia e grembiule da macellaio e quando scoprirono le mie intenzioni, sulle loro facce comparve un'espressione tra il perplesso e il divertito...
In fin dei conti non avevo mai infornato nulla e capivo bene la loro sorpresa...

Non solo una delle mie passioni è cominciata scoprendo il lato grottesco, divertente e dissacrante delle cose... le dita della strega facevano a caso mio. E poi quelle belle foto sui blog erano così coinvolgenti!!
Fatto sta che da lì mi dissi: ma è così facile fare i biscotti?? E a cascata si susseguirono tutta una serie di prove e pastrocchi che mi portarono alcuni mesi fa ad aprire questo spazio.
Quindi avete capito bene: non so cucinare. Mi diverto a intrugliare con risultati a volte sorprendenti e volte meno.
E finchè sarà così mi divertirò e la parentesi culinaria non si chiuderà.

Per le dita degli orchi mi sono divertita non poco... Ero partita per fare le semplici dita della strega, ma (forse troppo lievito??) quando le ho sfornate erano talmente cicciotte da non poter affatto ricordare quelle di una rinsecchita megera.
Ma quelle di un orco sì... :)
Da lì, non so bene come, mi è venuto in mente che... se avessi usato del colorante per... e della glassa per...!
Ed ecco a voi, signori, le dita degli orchi!!
Ammetto che miscelando colori e zuccheri per creare purulente vesciche, ridacchiavo da sola nel silenzio della casa, accompagnata solo dal ticchettio della pioggia fuori. Il che è stato abbastanza schizoide, in effetti... mancava solo che mi mettessi a urlare: si... può... fareeeeeeee!! seguita da tuoni e fulmini e risata stramboide...

Ma passiamo alla ricetta (quella di Giallo Zafferano) che è, come ho detto, quella che mi ha fatto scoprire questo stimolante mondo.

Ingredienti:
280 gr di farina 00
100 gr di zucchero a velo
100 gr di burro
1 uovo
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia (o vanillina o quel che usate)
1 cucchiaino raso di lievito

Per decorare:
mandorle pelate
colorante alimentare
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 cucchiaino d'acqua

-Passare al mixer tutti gli ingredienti tranne l'uovo, come a fare una comunissima pasta frolla.
-Versare il composto sabbioso in una terrina e amalgamare l'uovo con le mani.
-Proseguire l'impasto su una spianatoia finchè non sarà liscio.
-Ricavare dal panetto un paio di dozzine di palline che andremo a modellare in tanti piccoli bastoncini nodosi.
-Innestare sulla punta di ogni bastoncino una mandorla e con l'aiuto del dorso di un coltello fare delle fossette all'altezza della falangi per creare le nocche.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per una ventina di minuti, sfornare e fare raffreddare.
-Quando le dita saranno fredde procedere alla decorazione mescolando tutti e 3 i colori primari (giallo, rosso e blu) e creare un bel color palude.
-Preparare una glassa non troppo molle con zucchero e acqua, prendere un pennellino per il colore e un cucchiaino per far colare le gocce di glassa e via... buon divertimento!
Mi sa che però l'effetto è un po' troppo oRèndo!! :D

Dedico questa ricetta a tutti voi che siete una fonte di ispirazione continua e ne approfitto per scusarmi per l'assenza e qualche mancata risposta, ma densi impegni lavorativi mi hanno tenuta lontana dal mio e dai vostri blog. Da domani tutto dovrebbe tornare alla normalità e tornerò con piacere a sbirciare nelle vostre cucine! A presto e buon Halloween! :D

venerdì 8 ottobre 2010

IL MONOCOCCO
Pane e Cantucci

Domenica scorsa mi sono recata alla fiera franco-italiana di Oulx.
Una scusa come un'altra per fare un giro in moto (con lavata al ritorno... mi sa che la stagione per le due ruote qua al nord volge al termine...) e per fare il pieno di prodotti di confine.
Il bottino è stato soddisfacente e le borse da moto ancora ringraziano per aver loro fatto conoscere gli effluvi delle tome stagionate, l'aroma dei salami al tartufo e alle erbe, la terra delle patate viola e via discorrendo... :)

Tra le altre cose ho trovato anche il banco di un mugnaio (si chiamano ancora così??) con farine di varietà un po' dimenticate: tra queste ho acquistato quella di monococco. Non la conoscevo ancora e così mi sono documentata un po'.
(Lo so Reb, ne hai appena fatto un post anche tu, ma quando si dice la coincidenza... :)
Il monococco è un cereale vestito detto anche farro piccolo proprio perchè il chicco ricorda quest'ultimo, ma è di dimensioni minori . E' antichissimo, ma la sua coltivazione fu tralasciata per centinaia di anni per agevolare quella di altri cereali più produttivi.
Per fortuna ne furono salvate delle sementi e ora si è deciso di riscoprirlo e rivalutarlo poichè è ricchissimo di proteine e carotenoidi e decisamente povero di glutine.
Inoltre posso confermare che è anche gustoso! :)

Ne ho fatto del saporito pane con la ricetta che avevo usato per quello ai semini neri usando 250 gr di farina "0" e 250 gr di farina di monococco (ringrazio Nanni per i ragguagli in merito!)...






















...e dei cantucci un po' rivisitati...
Non vado pazza per i cantucci... non me ne vogliano i toscani, figli di una regione in cui mi trasferirei anche domani!
E' che li amo col vin santo (come è giusto che sia), ma mi dicono poco da soli.
Li ho così resi appena appena più morbidi e li ho ingolositi con gocce di cioccolato, rendendoli adatti ad una prima colazione o una merendina al volo senza il prezioso vinello...





















Ingredienti per i cantucci:
250 gr di farina di monococco
100 gr di zucchero
2 uova
100 gr di mandorle
80 gr di gocce di cioccolato
3 cucchiai di olio di semi (è questo che rende l'impasto un èo' più morbido, quindi se li preferite della consistenza tradizionale non aggiungetelo)
mezza bustina di lievito per dolci

-Tostare le mandorle, se preferite. Io le ho lasciate nature perchè mi piacciono di più.
-Unire tutti gli ingredienti in una terrina e impastare con le mani. Premetto che aggiungendo l'olio l'impasto si fa appiccicoso, ma nulla che non si possa ovviare con le mani bagnate d'acqua.
-Formare velocemente dei salamotti un po' schiacciati e infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti circa.
-Sfornare, mettere su gratella e quando il biscottone non sarà più bollente taglierlo nella classica forma del cantuccio.
-Disporre con la parte dagliata in alto su una teglia rivestita di carta da forno e reinfornare per altri 10 minuti.
-Sfornare e fare raffreddare su gratella.

Ho letto con piacere il mio nome tra i finalisti del contest Cereali Integrali de il Gatto Goloso.
Se vi va di votare (non per forza per me, eh, anche se ovviamente mi farebbe un gran piacere! :) cliccate QUI


lunedì 4 ottobre 2010

BASTONCINI DI PANE
alla cipolla essiccata e sale affumicato

























Chi si ricorda l'incipit del film Amelie?
Ad Amelie piace: e giù una sequela si apparenti piccolezze che la nostra protagonista ama (come dimenticare la mano tuffata nel sacco di legumi...? A chi non piace???).
Oggi invece di Amelie ci sarà Tizi :) che elencherà profumi e sapori che ama e che non.

A Tizi piace:
- il sapore e il profumo dell'affumicato
- il sentore della noce moscata
- il gusto deciso della senape
- la setosità delle creme
- le gocce colanti sia dolci che salate
- l'aroma del pepe nero
- il prezzemolo
- la dolcezza da favola dei frutti di bosco
- la forza del cioccolato
- la scioglievole cremosità del gorgonzola
- la golosità del mou
- quando due tagliatelle fresche si attaccano insieme
- il resinato pinolo
(si potrebbe continuare all'infinito...)

A Tizi non piace:
- l'odore delle foglie del sedano
- le ostriche
- avere l'arrosto sotto il naso alla fine di un pasto
- le pietanze troppo unte
- le preparazioni fatte senza ammmore
- quando ti portano un tagliere senza spiegarti nel dettaglio vita, morte e miracoli di formaggi e salumi
- il fritto che odora di fritto
- l'odore che rimane addosso dopo una cena cinese
- l'abbinamento prosciutto crudo/cioccolato fondente


Tutto questo per dire cosa...?
Che uno degli ingredienti della ricettina di oggi ha uno di questi sapori: sa di affumicato ed è... sale.
Unito alla cipolla essiccata ha dato vita a questi gustosi bastoncini di pane.


Ho deliberatamente copiato questi grissini da il Blog della Titti.
Qui troverete la sua ricetta e sotto quella con le mie modifiche.

Ingredienti:
1 bustina di lievito di birra disidratato (6g)
1 cucchiaino di zucchero di canna
1 cucchiaino di sale fino
500 gr di farina 00
3 cucchiai di olio di oliva
1 cipolla bionda essiccata
1 manciata di sale medio affumicato

-Sciogliere il lievito e lo zucchero in 310 ml di acqua calda e lasciare riposare 10/15 minuti come da istruzioni.
-Mischiare poi tutti gli ingredienti in una terrina e amalgamare bene.
-Proseguire su spianatoia e continuare per circa un quarto d'ora finchè non si otterrà un impasto elastico e liscio.
-Lasciare lievitare in una terrina infarinata e coperta con un canovaccio umido per un'ora o più.
-Trascorso questo tempo reimpastare brevemente e dividere l'impasto in circa 24 pezzetti.
-Modellare i grissini, rotolandoli alla fine in un pizzico di sale affumicato e disporli su una teglia ricoperta di carta da forno.
-Infornare in forno preriscaldato a 230° (o come ha fatto lei in forno ventilato a 200°) per 15 minuti circa.
-Sfornare e fare raffreddare su gratella.

Gustosissssimi......
E a voi che sapori/odori piacciono o non piacciono? :)

giovedì 30 settembre 2010

RISOTTO CON ZUCCA, PORRI, GORGO
e spolverata di amaretti

























Ho 3 o 4 di post in coda (oggi avevo tempo e sono stata iperproduttiva... son stanca!! :), ma siccome so di non riuscire nei tre giorni che verranno a dedicarmi troppo al blog, ho scelto questa ricettina che rappresenta una bella soluzione per un pranzetto domenicale o una cenetta semiveloce.
Non ho storie da raccontare, stavolta...
Mi son scervellata, ma legate a questo piatto proprio non me ne vengono... è nato così dal nulla.

Ne approfitterei allora per fare un appello agli utenti di Blogger.
Capita anche a voi che se, una volta pubblicato il post, vogliate modificare qualcosa o aggiungere una foto vi si compatti tutta l'impaginazione?
Come avete risolto? Volevo contattere Blogger, ma mi pare che quel tipo di servizio sia previsto solo in inglese e la mia conoscenza scolastica della lingua non mi aiuta a capire o a scrivere tecnicamente una segnalazione...
Insomma... li so fare arrivare alla Mole Antonelliana, ma di impaginazioni "compattate" ho paura che non ne saprei scrivere!
Se quindi, per caso, avete risolto o aggirato il problema vi pregherei di farmelo sapere... son stufa dell'ansia da prestazione che mi assale ogni volta prima di premere PUBBLICA POST sapendo che non potrò modificare nemmeno una virgola senza incappare in questo inconveniente.
Grazie!
E vi lascio con questo risotto che vi assicuro... è DE-LI-ZIO-SO!

Ingredienti per 2 persone affamate o 4 inappetenti:
200 gr di riso roma o quel che preferite
2 porri
1 pezzo di zucca (non l'ho pesata... 1/2 Kg forse...)
1 l di brodo vegetale
1 noce di burro
50 gr di gorgonzola cremoso
1 manciata di parmigiano grattugiato
mezzo bicchiere di vino bianco secco
1 grosso amaretto di quelli secchi
olio, sale e pepe qb

-Stufare la zucca tagliata a dadini con i porri fatti ammorbidire in un poco d'olio. Mettere poi da parte.
-Preparare il brodo vegetale e mantenerlo caldo.
-In una padella scaldare un po' d'olio, mettere e tostare il riso rigirandolo spesso e infine sfumare con il vino. Lasciare evaporare bene.
-Aggiungere ora al riso un paio di mestoli di brodo e fare cuocere per una decina di minuti aggiungendone se necessario.
-Unire lo stufato di zucca e porri e proseguire la cottura aggiungendo brodo all'occorrenza.
-Quando il riso sarà cotto aggiungere la gorgo (poca, giusto per dare il tono), farla sciogliere bene e poi spegnere la fiamma.
-Unire il burro, il parmigiano e una generosa spolverata di pepe. Coprire e fare mantecare per una decina di minuti.
-Impiattare e spolverare con l'amaretto sbriciolato (senza esagerare).

Ricorda molto l'abbinamento dei tipici tortelli di zucca emiliani. Un contrasto che abbiamo gradito moltissimo...

lunedì 27 settembre 2010

BISCOTTOMOSTRILLI
e infuso di mirtilli





















Con questo post vorrei ringraziare Lucy con il suo contest Ti cucino così... con i fiori, la Pompadour che ha appoggiato il progetto e che ha elargito questo graditissimo omaggio, ma soprattutto... la paffuta manina del piccolo angioletto che ha estratto il mio nome.
I biscottomostrilli farciti di composta di prugne e uva fragola sono tutti per te!!!  :*

Non vedevo l'ora (ihihi... battutaccia, ma c'era anche l'orologio :) che arrivasse il pacchettino...
Appena l'ho aperto si sono sprigionati sentori di anice, di mirtillo, di liquirizia a segnalare la presenza di tre fragranze diverse con tre funzioni specifiche.
Ho scelto il mirtillo perchè col biscottomostrillo è la morte sua :)

Ingredienti per un perfetto biscottomostrillo:
250 gr di farina 00
100 gr di zucchero a velo
100 gr di burro
1 uovo
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
2 pizzichi di sale
2 o 3 formulette magiche che non ci stanno mai male

-Passare la mixer tutti gli ingredienti tranne l'uovo fino a raggiungere un composto sabbioso.
-Trasferire il tutto in una terrina, aggiungere l'uovo impastando rapidamente.
-Mettere la palla di impasto ottenuta in un pezzo di film alimentare e conservare in frigo per un'oretta.
-Stendere poi la frolla dello spesso re di max mezzo centimetro e tagliare della forma scelta.
-Disporre i biscotti su una placca rivestita di carta da forno e infornare in forno preriscaldato a 170° per 7 minuti circa.
-Estrarre e fare raffreddare su gratella.
-Una volta raffreddati accoppiarli con un cucchiaino di composta.
-Decorare con l'aiuto di una... una?? Come si chiama? Sembra una pompetta... è un oggetto apposta per la decorazione dal quale fare uscire ingredienti fluidi. Ecco: questo! Così facciamo prima...

Ingredienti per la composta:
1 kg di prugne (io ho usato le Santa Clara)
1 kg di uva fragola
100 gr di zucchero

-Sgrappolare l'uva e tagliare le prugne in una pentola capiente.
-Schiacciare la frutta con... eh... questo davvero non lo so spiegare vediamo se lo trovo...
si, eccolo: questo!
-Fare cuocere la frutta finchè non si disfi, poi togliere dal fuoco e mettere a intiepidire.
-Una volta scesa la temperatura lavica passare il tutto col passaverdura per eliminare bucce e semi.
-Aggiungere lo zucchero, rimettere su fuoco e fare raggiungere la densità desiderata.

Ma quanto è buona questa composta dallo spiccato gusto di uva fragola!!!
Ai biscottomostrilli è piaciuta un sacco...

giovedì 23 settembre 2010

LA LEBERKNODELSUPPE
Passando da Salla...

Se da Zeltweg volete andare a Koflach esiste una sola strada: la Gaberl-Bundesstrasse.
E proprio nel mezzo di questa strasse c'è Salla.
Siamo in Stiria, regione meridionale dell'Austria.
Un posto amabile... dove le colline di vigneti incontrano le maestose montagne.
Una regione diversa dalle altre, tutta l'opposto dell'ordinato Tirol o del meticoloso Ober-Osterreich.
Qui capita addirittura di vedere strade non perfettamente asfaltate e case leggermente scrostate che, parlando dell'Austria, vi assicuro, è davvero un'eccezione... lì è sempre tutto perfettamente lindo e funzionante come in un paese Playmobil.
In Stiria invece c'è ancora qualcosa di lasciato -apparentemente- al caso, i panorami sono dolci e la gente è più disponibile. Sarà la vicinanza all'Italia, sarà che sono produttori di vino :) , sarà che il meridione in generale è così, sarà quel che sarà, ma rimane la mia regione austriaca preferita.
Salla però fa eccezione... è un luogo-non-luogo... non mi stupirei se sparisse dalle mappe sotto i miei occhi...
E' un paese sicuramente abitato, ma se ci passerete dalla strada principale quello che vedrete è questo...

















Se vorrete addentrarvi al di là dell'uscio non mancherete di incontrare creature fantastiche, astruse sedute...



















... custodi dei boschi...

















nodosi figuri e... ehm... bizzarri personaggi...



















Perfino il benzinaio sembra fagocitato dalle boschive sculture...

















Le uniche anime umane aleggiano nell'adiacente gasthaus dove per ben due volte, ripassando da questi luoghi, ci siamo fermati a consumare la loro specialità: la leberknodelsuppe.
Preambolo: leber = fegato, quindi chi fosse sensibile all'argomento può risparmiarsi la ricetta.
Per me che ho gusti rustici (sì, sono la stessa che ha postato la polvere magica di lampone...) questa preparazione rappresenta una saporita pausa obbligata per ristorare le membra stanche dal viaggio.
La ricetta in mio possesso non è quella originale.
Se l'avessi chiesta all'ostessa sicuramente non ci avrei capito una fava tonka, perchè bisogna dire un cosa: gli Austriaci son gentili... te la ripetono anche mille volte una cosa, ma se non capisci non varieranno una virgola, non gesticoleranno (pare sia nostra specialità, quella) nemmeno con un mignolo, non cambieranno espressione, non faranno nulla per aiutarti a capire, ma semplicemente ripeteranno sempre quella stessa cosa -gentilmente- all'infinito...



















Quindi la ricetta l'ho cercata qui da noi e grazie all'aiuto di maTTeo (mai visitato il suo blog? Il ragazzo è un artista...) ho recuperato una versione di questa suppe attuabile anche nelle nostre cucine.
Riporterò la ricetta originale e alcune delle mie varianti tra parentesi.

Ingredienti per i knodel:
400 gr di fegato
3 rosette
1 cipolla gialla media
30 gr di burro
2 uova
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 cucchiaino circa di sale
pepe
maggiorana (erba cipollina)
4 o 5 cucchiaio di pangrattato (7 o 8)
2 o 3 cucchiai di farina

Per il brodo:
un pezzo di manzo
carote
sedano
porri
prezzemolo
(io l'ho usato vegetale per... tenermi leggera :)

-Preparare il brodo come d'abitudine.
-Bagnare le rosette in acqua e strizzarle benissimo, unirle al fegato e passare tutto al tritacarne (io ho usato il mixer, ma è meglio una macinatura più grossolana).
-Tagliare sottilmente la cipolla e farla ammorbidire nel burro.
-Unirla poi insieme al fegato + pane aggiungendo tutti gli altri ingredienti mescolando bene.
-Formare poi delle palle grandi quando mandarini (in Austria sono tipo mongolfiera...) e buttarne una di prova nel brodo bollente. Se si disferanno sarà necessario aggiungere altro pangrattato.
-Qui vale un po' le regola dello gnocco: quando è pronto viene a galla. Io ho lasciato bollire un ulteriore paio minuti per assicurarmi che il fegato cuocesse bene.
-Mettere da parte quelli cotti e proseguire fino alla fine del composto. Rimettere poi tutti i knodel nel brodo.
-Porzionare, cospargere di prezzemolo tritato e servire caldi.

Con questo post partecipo alla raccolta Fornelli in Vacanza di Cook In The City.
Ragazze, mi avete fatto riesumare vecchie foto non digitali, scomodare un amico per la scansione (grazie, Pit!), tirar fuori vecchie cartine e approfittare della gentilezza di Matteo...!
Che dite... l'impegno ce l'ho messo?? :D




Inoltre la aggiungo volentieri al Contest  Un goloso Souvenir indetto da Il blog della Titti



lunedì 20 settembre 2010

POLVERE DI LAMPONE
per i Raspberry Rolls














Ci sono post come questo che ti rimangono ficcati in testa.
Te ne innamori, ci torni, li rimiri incantata... e come semini piantati nel terreno, germogliano piano piano.
Leggere qua e là di splendide polverine magiche (da Tuki, da Onde... solo per menzionarne un paio) mi ha sempre letteralmente affascinata e catturata.
Ho deciso così di farmi un piccolo regalino: un essiccatore.
Ce ne sono di ogni prezzo e dimensione. Io non ho voluto esagerare e sono rimasta su un prodotto medio basso (e anche più compatto) tanto per vedere se ne avrei tratto qualcosa di buono.
E' un aggeggio interessante, niente da dire...
Chi fosse in possesso di un forno ventilato non credo lo troverebbe utile, ma il mio è statico e quando provai ad essiccare i risultati non furono soddisfacenti.
Finora con quest'ammennicolo ho preparato delle pere, dei kiwi (come si può vedere nella foto del primo plum-cake) e finalmente... dei lamponi!
Purtroppo non è più tempo di fragole... peccato...
Si può inoltre usare per erbe, funghi e verdure.
Basta che l'alimento che decidiamo di essiccare sia tagliato dello spessore massimo di mezzo centimetro.


















Avrei voluto preparare le splendide brioches di QUEL post, ma data la mia freschissima esperienza con il lievito di birra ho preferito cimentarmi in una preparazione meno complicata, ma sempre sua: questa.
Ovviamente ho sostituito la cannella con la Raspeberry Powder che ho preparato essiccando 4 cestini di bacche (quelli tipici dove vengono venduti i frutti di bosco, non ricordo il peso) che ho poi passato in un piccolo mixer fino a ridurle in polvere. Ne ho ricavati 60 grammi di cipria di lampone.
Nella prima foto si posso vedere i frutti essiccati (sembrano freschi, ma son leggeri come polistirolo :) e poi la polvere ricavata.
Meglio setacciare poi il preparato (cosa che non ho fatto per i rolls!) in modo che i semini che sfuggono alle lame possano essere facilmente scartati.
Qui sotto riporterò la ricetta di Tuki, con lievissime variazioni dettate dalla mia dispensa.

Ingredienti:
250 gr di farina manitoba
250 gr di farina 00
1 bustina di lievito di birra disidratato
50 gr di zucchero semolato
60 gr di burro
1 uovo grande a temperatura ambiente
200 ml di latte
1 pizzico di sale
mezzo cucchiaino di polvere di vaniglia

Per lo zucchero aromatizzato:
30 gr di polvere di lampone
100 gr di zucchero semolato
1 punta di cucchiaino di vaniglia in polvere

-Fondere il burro in un pentolino e metterlo a raffreddare.
-Intanto preparare il lievito in mezzo bicchiere d'acqua tiepida.
-Sbattere leggermente l'uovo in una ciotola e poi unire tutti gli ingredienti.
L'unico da non mettere tutto insieme è il latte perchè andrà regolato a secondo di quanto ne chiede la farina.
-Impastare per una ventina di minuti, aggiungendo pian piano il latte che serve, finchè non si raggiunge una consistenza morbida ed elastica.
-Fare lievitare in una terrina coperta da una canovaccio inumidito per circa due ore.
-Prelevare poi l'impasto e stenderlo conferendogli una forma quanto più possibile rettangolare di uno spessore di mezzo centimetro circa
-Mescolare bene in una ciotola lo zucchero, la polvere di lampone e la vaniglia e cospargerlo in modo uniforme sulla pasta stesa lasciando libero un centimetro lungo il bordo di saldatura.
-Arrotolare la pasta, sigillarla con l'aiuto di un po' d'acqua e poi tagliarla in rolls dello spessore di circa un centimetro e mezzo, meglio due.
-Disporli ben distanziati, una parte su una placca ricoperta di carta da forno e una parte sulla spianatoia, per l'ultima lievitazione che durerà circa un'ora.
-Infornare e portare il forno a 170° circa e cuocere fino a doratura.
-Fare raffreddare su gratella. Conservare poi in un sacchetto o contenitore di plastica.

Col senno di poi meglio arrotolare la pasta dal lato lungo (e non da quello corto come ho fatto io) rinunciando ad un paio di "giruli". Hanno cotto benissimo, ma credo che con quell'accorgimento la seconda lievitazione sarebbe stata più consistente.

Vorrei anche ringraziare Lucy e la Pompadour per essere stata sorteggiata tra chi riceverà il kit di assaggio + orologio!
E' stata una bellissima sorpresa leggere il mio nome...
Ho adorato quel contest (ti cucino così... con i fiori) e probabilmente lui l'ha capito :)
Lucy, sai che mi dispiace togliere il tuo banner?? :D

giovedì 16 settembre 2010

ALLA RICERCA DEL REAL PLUM-CAKE
Quando il viaggio si fa più interessante della meta...

Qualche post fa avevo fatto un'appello: cercavo il VERO plum-cake.
Innanzi tutto ringrazio chiunque mi abbia mandato la ricetta del proprio VERO plum-cake. Non risentitevi se vi dico che nessuno di questi lo è...
Come spiega benissimo Nanni (a cui avevo messo la pulce nell'orecchio :) nel suo dettagliatissimo post, ciò che noi definiamo plum-cake è lontanissimo da quel che mangiano in Inghilterra, dove questa preparazione ha visto gli albori.
Inoltre plum sta a voler dire prugna e mi cecassero se mai ho visto un plum-cake definito tale con anche solo l'ombra di una prugna...
Ciò che ho capito è che parliamo di un quatre quarts, ovvero una preparazione con pari quantità dei quattro ingredienti principi: farina, burro, zucchero e uova.
La cosa interessante è che nelle ricette pervenute le dosi non cambiavano, ma il procedimento sì.
E' qui, difatti, che mi son persa durante la ricerca del plum(graal)cake...
Ho deciso di farne quattro, ognuno con medesime dosi, ma con sequanza di lavorazione diversa.
E' stato divertente vedere come, solo cambiando l'ordine degli elementi, cambiasse profondamente LA TEXTURE (da quando l'ho letto questa parola da Nanni la metto ovunque!:D Rende davvero bene l'idea... :)
Si, lo so... ho dovuto sacrificarmi mangiando plum-cake (o quel che l'è) a colazione per qualche settimana, ma ne è valsa la pena.
Ovviamente la maggior parte di voi, dato che siete tutti bravissimi, saprà già tutte le cose che sto per scrivere, ma per me che sono alle prime armi questo post avrà il valore di un vademecum da usare in futuro a seconda delle esigenze.

Non ripeterò gli ingredienti perchè son sempre quelli (rigorosamente a temperatura ambiente):
150 gr di farina 00
150 gr di zucchero a velo
150 gr di burro
3 uova (circa uno per ogni 50 gr degli altri ingredienti)
In due dolci è presente il lievito e in due no, ma lo specificherò all'uopo.
Lo stampo usato è metallico e antiaderente di quelli non tanto grandi (25 cm).
Tralasciamo canditi, uvette e quant'altro e concentriamoci sulle sequenze.

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Sequenza: burro montato con zucchero + uova + farina. No lievito.
La ricetta di Federica
















-Montare il burro con lo zucchero a velo usando una frusta elettrica.
-Quando si otterrà una crema spumosa e omogenea aggiungere un po' alla volta le uova intere precedentemente sbattute in una ciotola. Amalgamare bene.
-Con l'aiuto di una spatola incorporare poi la farina a pioggia.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto tipo una mousse) nello stampo imburrato e infarinato e infornare in forno preriscaldato a 180° per 30 min ca. Fa fede la prova stecchino.
-Lasciare il dolce 5/10 minuti in forno prima di estrarlo, non essendoci lievito è meglio evitare lo choc termico.

Come si può vedere dalla foto la texture è compatta e all'assaggio è friabile e si scioglie in bocca.

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Sequenza: burro montato + uova montate con lo zucchero + farina con mezza bustina di lievito.
La ricetta di Lucia














-Montare le uova intere con lo zucchero.
-Montare a parte il burro e unire pian piano le uova spumose, sempre con la frusta elettrica.
-Incorporare la farina e lievito (mezza bustina) a pioggia con l'aiuto di una spatola per non smontare gli elementi.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto, ma un po' più arioso del precedente) nello stampo imburrato e infarinato e procedere nelle cottura come sopra.

In questo caso la texture sarà tipo pan di spagna come si vede anche dalla lievitazione non bombata e all'assaggio sarà arioso e soffice.

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Sequenza: uova montate con lo zucchero + farina e lievito + burro fuso.
La ricetta di Dauly
















-Sciogliere il burro in un pentolino e fare raffreddare.
-Montare le uova finchè non diventeranno chiare e spumose.
-Incorporare poi la farina e il lievito (mezza bustina) a pioggia amalgamando sempre con la frusta.
-Aggiungere infine il burro fuso e miscelare bene.
-Mettere l'amalgama (stavolta fluido) nello stampo imburrato e infarinato.
-Infornare, come sopra.

Con questa preparazione la texture sarà molto simile al precedente, ma la consistenza rimarrà più spugnosa, più tortosa.


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Sequenza: burro montato con lo zucchero + tuorli + albumi a neve + farina. No lievito.
La ricetta tanto per provare















-Montare gli albumi a neve con 5-6 gocce di limone.
-Montare il burro con lo zucchero.
-Incorporare i tuorli, precedente sbattuti in una ciotola, al burro poco alla volta.
-Aggiungere con una spatola gli albumi e poi la farina a pioggia.
-Mettere l'amalgama (spumoso e compatto) nello stampo infarinato e imburrato.
-Infornare e cuocere come suddetto.

In questo caso la texture sarà molto simile alla prima, ma all'assaggio risulterà più umido, oserei dire gradevolmente gommosetto.

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Cosa ho inoltre imparato:
-che gli ingredienti devono essere usati tassativamente a temperatura ambiente per non andare incontro ad effetti ricottina e conseguente malriuscita del dolce.
-che lo stampo di metallo cuoce meglio del silicone, che io tendevo a preferire essendo il mio forno un po' violento.
-che lo stampo, se verrà messo sulla placca oltre che sulla griglia, consentirà alla preparazione di cuocere in modo più dolce e uniforme.
-che il plum-cake è una chimera :)

Per la cronaca: la preparazione che più si avvicina alla MIA idea di plum-cake è la prima.
Grazie tutti per le vostre ricette e i vostri consigli! Siete stati preziosi e stimolanti :)

lunedì 13 settembre 2010

TORTA DI MORE E FRANGIPANE
Provando il burro di soja...




















Come esaltare le more raccolte nel giro di perlustrazione fico-maturo?
Ma in una bella frangipane...
Certo che però... 125 g di burro per la frolla, 125 g per il composto frangipane... insomma: una bella botta.
E perchè non provare allora il burro di soja?

Ne avevo letto tempo fa in questo post nel blog Il Cucchiaio di Legno di Yari. Non so se vi siete mai imbattuti in questo spazio. Essenzialmente si parla di cibo vegetariano e vegano con articoli interessanti e indirizzi (alcuni decisamente fuori mano... :) dove mangiare rispettando questa scelta di vita.
Personalmente non sono nè vegetariana nè vegana, ma le convinzioni alimentari altrui mi incuriosiscono molto perchè rappresentano quel che siamo e come affrontiamo la vita.
Tante, ma tante cose si comprendono dal nostro approccio al cibo...
Inoltre è sempre un ottimo spunto di riflessione ascoltare chi ha deciso di compiere scelte così radicali dettate da etiche profonde e dettami ispirati dal rispetto alla vita. Scelte insindacabili e incontestabili.

Tornando al burro di soja... si può dire che il profumo è curiosamente similissimo al burro di panna, ma all'assaggio il gusto del legume è tangibilissimo.
E' stata un po' dura lavorare la frolla perchè è un burro piuttosto oleoso e non compatto, ma ce la si fa (se ce l'ho fatta io!!). Si è però montato senza problemi preparando la frangipane.
Ma veniamo ora alla ricetta...

Ingradienti per la frolla:
250 gr di farina 00
125 gr di burro di soja
100 gr di zucchero
1 uovo

Ingredienti per il composto frangipane (di Luca Montersino):
125 gr di mandorle in polvere
125 gr di burro (io di soja) a temperatura ambiente
125 gr di zucchero a velo
50 gr di farina 00
2 uova a temperatura ambiente

400 gr di more (o altre frutta a scelta)

-Preparare la frolla amalgamando gli ingredienti al mixer finchè non si raggiunga un composto sabbioso. Trasferire in una terrina e, impastando velocemente, aggiungere l'uovo. Mettere il composto nella pellicola alimentare e riporre in frigo per un'ora circa. Non guasta anche un ulteriore passaggio di una mezz'ora in freezer perchè, come ho detto, è un impasto un po' oleoso e non compatto come quello a base di burro di panna di latte.
-Preparare il frangipane cominciando col montare il burro con lo zucchero. Io ho usato la frusta elettrica
-Aggiungere un po' alla volta le uova precedentemente sbattute.
-Incorporare poi le farine mescolando dal basso verso l'alto con una spatola.
-Procedere ora con lo stendere la frolla. Il passaggio in freezer l'avrà resa un po' cristallizzata. Rimpastarla un po' e stenderla un paio di volte con l'aiuto di abbondante farina su spianatoia e mattarello. Infine stenderla in modo definitivo dello spessore di mezzo centimetro circa su un pezzo di carta da forno precedentemente bagnato e ben strizzato.
-Sistemarla nella tortiera, bucherellarla e versarvi dentro il composto frangipane.
-Cospargere poi con le more lasciandole in superficie. Ci penserà il composto crescendo in cottura ad inglobarle.
-Infornare nel ripiano medio basso del forno preriscaldato a 180° per 40 min circa. Sarà pronta quando la frolla risuletrà colorita.
-Sformare a completo raffreddamento.

Il burro di soja non rilascerà il classico profumo di burro che tutti conosciamo (e amiamo!), ma la fragranza sarà più leggera, come d'altronde tutta la preparazione.
Inoltre il composto frangipane è perfetto per abbracciare la frutta con molta delicatezza difendendola dal calore del forno e conservandone ed esaltandone il sapore.