________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________
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martedì 31 maggio 2011

UN GRAZIE E UN SALUTO
en passant...

Non son morta...
Mi spiace per l' assenza dal mio e dai volstri blog, ma non siete fuori dai miei pensieri :)
Solo che in questo periodo va così... inutile forzare la mano se si è a corto di ispirazione...
Ci tenevo però a lasciare un saluto a chi si trovasse a passare di qua.
Ho letto che in questo periodo molti hanno dei problemi con blogger, tral'altro...

Vorrei però ringraziare tanto la Titti de Il Blog della Titti per avermi premiato nel suo contest Un goloso souvenir a cui avevo parteciapato con questo post. Sono in tremendissimo ritardo e me ne scuso.

La sorpresa recapitata è stata una deliziosa torta sacher proveniente direttamente dall'Hotel Sacher di Vienna. Lei non sa come io l'adori e quante volte mi sia seduta a quei tavolini (ma anche a quelli dell'Hotel Sacher di Salzburg) per gustarla con la panna in tutta la sua originalità...
Per me è stato un viaggio nel viaggio e nella memoria del sapore.
E solo per questo la devo ringraziare. Se poi aggiungiamo che la confezione era bellisima e la scatoletta di legno che la conteneva, una vera delizia...
Grazie Titti, tanto anche da parte dell'hommo che ha fatto gli occhioni quando l'ha vista... :)
Ecco la tua delizia.





Un abbraccione a e tutti e a presto.
Ho in mente un bel post e non vedo l'ora mi torni l'ispirazione per poterlo condivider con voi... :***


mercoledì 13 aprile 2011

FORMAGGETTE IN RASPI DI SAMBUCO
con marmellata di sambuco, miele di sula e grani di senape


















(cliccare sull'immagine per ingrandire :)

Eccolo qui il mio ultimo esperimentooo!!!
Ma quanto mi diverto??? :D
Ci avevo già provato, ma avevo solo dato vita a una strana coltura di muffe multicolori.
Stavolta no...
Ho avvolto le formaggette una per una nella carta-frigo dopo averle cosparse dei resti del sambuco usato per la marmellata e le ho lasciate in frigo due settimane.
Il sambuco giaceva in freezer in attesa che mi tornasse la voglia di metterci mano, dopo la prima e ultima esperienza avuta l'estate scorsa...
Ricordando il grandissimo potere colorante di questa impestata bacca, avevo subito pensato a usarne gli scarti per colorare qualcosa.
Son davvero soddisfatta delle sfumature che han preso le mie formaggette e non potevo non creare loro una tavola tutta nelle stesse nuances.
E come non proporla ad Ambra per il suo contest Mise en Place? :)
Lascio la ricetta della marmellata che trovo si accompagni molto bene a formaggi freschi o semistagionati.

Ingredienti:
700 gr di sambuco pulito
250 gr di miele di sula (o a piacere)
3 cucchiai di grani di senape

-Fare cuocere il sambuco a fiamma moderata finchè non si sarà un po' sfatto.
-Filtrare il succo (io lo avevo poi usato per le gelatine con l'agar).
-Passare le bacche cotte al passalegumi, mettere da parte i resti in un contenitore e raccogliere la polpa in una pentola.
-Aggiungere poi nella pentola il miele e cuocere facendo consumare fino a raggiungere la consistenza desiderata.
-Aggiungere infine i grani di senape cassonati e fare cuocere altri 10 minuti.
-Invasettare in barattoli sterilizzati (magari piccoli, max da 250 g: son più carini e versatili) chiuderli e capovolgerli. Il sottovuoto si formerà da solo.
-Fare riposare un paio di mesetti e poi servirla con formaggi semistagionati o freschi oppure semplicemente spalmata sul pane a colazione.

venerdì 18 marzo 2011

SFORMATINI TRICOLORE
cercando il senso di appartenenza




















Ieri è stata la festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Lo scrivo e già mi occorre una pausa per pensare.
Cosa mi ha smosso alla fine questa celebrazione?
Un gran rodimento interiore nel vedere l'intera classe politica applaudire la retorica e cantare l'inno con ostentata fierezza.
Un giramento di cabasisi nel constatare con quale presidente del consiglio siamo arrivati a questa ricorrenza.
Un fastidio interiore nel non sentire un senso di appertenenza, un barlume di patriottismo, un benchè minimo moto di fierezza...
Non sono cresciuta con il senso della patria, forse perchè l'aveva già fatta qualcun altro, e ancora adesso mi chiedo cosa rappresenti per me il tricolore.
Ma quando vedo un ragazzo indiano al semaforo in piedi sotto la pioggia per ore a vendere bandiere mi confondo ancora di più.
Per qualcuno (che sta peggio) significa speranza. Per altri democrazia.
Ma per noi che ci siamo dentro??
Perchè dobbiamo sempre pensare a chi sta peggio per valutare ciò che abbiamo? Questo non ci fa crescere.

Nel pomeriggio seguo la presentazione di un libro: Donne del Risorgimento, tenuta dall' autrice nelle vesti di gradevolissima oratrice.
Lì -nella storia- trovo fermento di ideali, volontà di appartenenza, sprezzo della paura e tenacia nel perseguire un credo fino alla morte.
In una ricorrenza che non si può non festeggiare faccio pace con questa festa pensando con immenso rispetto a chi ha sacrificato tutto, anche la vita, per quella bandiera che ostentiamo più per goliardìa che per senso di patria.

Uffici pubblici (l'impiegato col pizzetto dipinto a tricolore, manco ai mondiali lo avremmo visto) e identità private (supermercati, negozi) ostentano spillette e coccarde.
Sul mio balcone sventola il tricolore.
E forse anche il mio piatto, preparato per una cena tra amici, rappresenta uno sforzo da parte mia nel cercare questo spirito di appartenenza. Un po' goliardico, forse. Ma giuro che ci ho provato.

Ingredienti per 6 cocottine:
1 cestino di cavoletti
1 terrina grande di spinaci al netto
mezza cipolla
3 uova
3 cucchiai di besciamella soda
2 etti di mortadella
una generosa grattata di parmigiano o pecorino
Olio evo, sale, pepe qb
formaggio filante e pomodori secchi per il top

-Lessare le verdure in acqua salata e poi passarle al mixer per ridurle in purea.
-Fare soffriggere la mezza cipolla in olio evo fino a doratura e poi aggiungervi la purea di verdura e farla saltare in modo che perda più possibile umidità.
-Aggiungere al composto due cucchiai di besciamella e fare raffreddare.
-Intanto passare al mixer la mortadella con un tuorlo e un cucchiaio di besciamella.
-Quando il composto di verdure è freddo aggiungere anche lì due tuorli e amalgamare bene.
-Montare gli albumi a neve e aggiungerne l'equivalente dei 2/3 alle verdure e il restante 1/3 alla mortadella, mescolando dall'alto verso il basso per non smontarli.
-Prendere poi i pirottini e con un cucchiaio fare uno strato di composto verde, poi uno di mortadella e poi un altro verde.
-Mettere le cocotte in una teglia, riempirla d'acqua affinchè i 2/3 dei pirottini ne siano immersi e infornare a 180° per 30 minuti o finché si sarà formata una bella crosticina.
-Estrarre dal forno, aggiunfere formaggio e pomodorini e rinfornare per altri 5 minuti, giusto perchè si fonda il formaggio senza bruciacchiarsi.
-Sfornare dopo 5 minuti di stazionamento a forno spendo (pura precauzione), fare intiepidire un po' e servire.
-Noi le abbiamo mangiate riscaldate poi nel forno con coperchietto sopra e non avevano perso nulla dell'ariosa sofficità. Ottime: da rifare!

Con questa ricetta partecipo al contest Una Ricetta Lunga 150 anni di Cuoca a Tempo Perso.

lunedì 14 marzo 2011

UNA PASTA AL FORNO SPECIALE
fatta perBene...























Confesso che ne sapevo davvero poco sull' endometriosi.
Non posso che ringraziare Sonia (anche per le delucidazioni via mail :) per aver posto l'accento su un problema così comune eppure non così chiaro ai molti.
Come sempre l'alimentazione gioca un ruolo fondamentale quando si è affetti da una qualche patologia.
Chi lo è da endometriosi trae beneficio da alimenti come pasta, riso, cereali integrali, verdure, pesce azzurro, olio evo, noci.
Da evitare, invece, sono gli alimenti che possono incrementare le infiammazioni come i latticini, le carni rosse, la caffeina, l'alcol, il burro, i grassi insaturi e altri ancora che potete leggere sull'Intro del Contest perBene di Oggi Pane e Salame, domani...
Trovo confortante sapere che piccole attenzioni nutrizionali possano fare la differenza ed è per questo che partecipo molto volentieri a questo progetto di divulgazione di cui mi faccio tassello.
Maggiori delucidazioni in merito le troverete presso ILLA for People e A.P.E. Onlus, partners dell'inziativa.

La mia scelta degli ingredienti è caduta sulla volontà di creare un piatto unico, anche gradevole all'occhio (chi deve limitarsi a tavola, secondo me, deve essere doppiamente premiato con pietanze che, oltre che buone e preparate con cura, siano anche gradevoli alla vista!).
I carboidrati sono dati dalla pasta, le fibre da abbondanti verdure e le proteine dalla frutta secca e dalle uova, creando così un piatto equilibrato e completo.
A noi è piaciuta tantissimo! Delicata, ma gustosa. E con un perfetto equilibrio tra tutti i sapori presenti. L'hommo si è rivelato entusiasta e ha dichiarato di averla mangiata più volentieri di un piatto di lasagne, che detto da lui... °_°
Ecco la ricetta :)

Ingredienti per uno stampo da plum-cake:
250/300 gr di ziti
4 carciofi
2 fette spesse di zucca
mezza cipolla
5/6 noci
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
3 uova
3/4 scalogni
1 cucchiaio di miele granulare (o zucchero)
Olio evo, sale, noce moscata, prezzemolo qb

-In una padella profumare un po' d'olio evo con lo spicchio d'aglio. Imbiondirvi la cipolla e mettervi a cuocere i carciofi mondati e affettati sottilmente, aggiungendo verso la fine il prezzemolo. Una volta cotti lasciare raffreddare.
-Intanto stufare la zucca in acqua e sale finchè non accennerà a sfaldarsi. Una volta pronta lasciare raffreddare.
-Cuocere contemporaneamente gli ziti, scolarli e lasciarli raffreddare adagiati per lungo su un vassoio, unti con un po' d'olio.
-Affettare grossolanamente lo scalogno e farlo soffriggere un poco con un pizzico di sale e il miele granulare, ma senza portare a termine la cottura. Lasciare raffreddare.
-Sbattere il primo uovo con un pizzico di sale e unirlo ai carciofi assieme alle noci tritate grossolanamente.
-Sbattere il secondo uovo con un pizzico di sale e aggiungerlo alla zucca con i pinoli e un poco di noce moscata.
-Sbattere il terzo uovo con un pizzico di sale e tenere da parte.
-Procedere tagliando gli ziti tutti uguali, se necessario, e posizionandoli in uno strato sul fondo dello stampo da plum cake rivestito da carta da forno inumidita.
-Aggiungere due cucchiai dell'uovo sbattuto distribuendoli per bene.
-Fare un altro strato di ziti e aggiungere l'uovo come sopra.
-Adagiare poi con cura i carciofi facendo attenzione che aderiscano bene alla parete dello stampo pigiando un po' col cucchiaio.
-Creare un altro strato di ziti al quale verranno uniti gli ultimi due cucchiai di uovo.
-Procedere adagiandovi sopra la zucca che sarà ormai ridotta a crema.
-Infornare sul ripiano basso del forno per 30 minuti in forno preriscaldato a 180°.
-Estrarre, aggiungere sulla superficie lo scalogno caramellato e rinfornare per altri 15 minuti circa o finchè lo scalogno non assumerà un bel colorito dorato.
-Sformare una volta intiepidito e servire.

venerdì 4 marzo 2011

AFRICAN RUB
Il lato indomabile della polpetta






















African Rub (leggo quanto riporta l'etichetta del sacchettino di spezie):
E' una miscela di spezie con l'aroma e la forza tipici dell'Africa.
Insaporisce in forma selvaggia [ :D ] e intensa carne alla brace o in padella.
Sapore unico, indimenticabile e affascinante.
Miscela nata in Sud-Africa per insaporire la carne alla brace nel corso dei safari [ !!! ].
Ingredienti: timo, pepe, aglio, alloro, curcuma, cassia, cannella, zucchero di canna, sale, cumino, kummel, coriandolo, cardamomo, senape, zenzero, pepe della Jamaica, prezzemolo, cipolla, chili, noce moscata.

Questa cosa della forma selavaggia di come questa miscela insaporisca la carne mi ha fatto ridere la prima volta e continua a farmi ridacchiare ancora, non senza destare però qualche preoccupazione!
Immaginavo già epiloghi di cene con commensali danzanti intorno ai tavoli e mobili trasformati in falò...
Mi son chiesta: ohmmamma... e se usassi questa miscela per delle semplici polpettine che succederebbe?? Mi si trasformerebbero in meteore saltellanti che una volta cotte prenderebbero il via seguendo il richiamo della savana??
Insomma... ho deciso di correre ugualmente questo grosso rischio, ma non senza le dovute cautele...
Ho aggiunto yogurt (quello, si sa, non è che aizzi gli animi...), ho usato manzo e salsiccia (invece che improbabili animali frutto di qualche safari), ho aggiunto delle placide patate e ho preparato le polpette ascoltando la colonna sonora di Amelie di Yann Tiersen...
Insomma... ho fatto di tutto per evitare che il preoccupante e incontrollabile lato selvaggio della pietanza si risvegliasse...

Caspiterina, però! Una certa danza sulle papille con acquolina annessa la fanno ugualmente...
Non potevo non proporle a Claudia di Verdecardamomo per il suo contest Magie con le Spezie.


Ingredienti:
200 gr di macinato di manzo
200 gr di salsiccia
2 patate medie
1 uovo
1 cucchiaio di prezzemolo
1 yogurt greco compatto al naturale
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
sale e olio evo qb
3 cucchiaini di African Rub

-Lessare le patate e passarle al passalegumi o allo schiacciamedesime.
-Sbudellare la salsiccia (lo so... termine orrendo, ma qui siamo selvaggiii!! :) e unirla al manzo, all'uovo a qualche pizzico di sale, al prezzemolo, a un cucchiaio di yogurt e a un cucchiaino di African Rub.
-Impastare il tutto. Il composto è morbido e appiccicosino. Volutamente non ho aggiunto del pan grattato perchè le volevo belle morbide, ma vedete voi.
-Formare delle palline della grandezza di una noce e riporre su un piatto.
-In una padella grande scaldare dell'olio, mettere a soffriggere lo spicchio d'aglio giusto per dare profumo e poi toglierlo. Buttarvi poi la cipolla a dadini e farla imbiondire.
-Una volta ammorbidita la cipolla unire le polpettine e rigirarle con cura in modo che soffriggano bene.
-In una padella più piccolina, intanto, fare scaldare un paio di cucchiai d'olio e unirvi poi i due restanti cucchiaini di African Rub facendola sfrigugliare.
-Unire subito il restante yogurt, un pizzico di sale e mescolare bene finchè il tutto non sia ben amalgamato.
-Versare il composto sulle polpette e fare cuocere senza coperchio finchè non si sia consumato l'intingolo, rigirandole con cura.

Io l'ho canzonata, ma l'African Rub è davvero un'accreditata miscela piuttosto famosa per la carne alla brace :)
E confermo... nonostante i miei tentativi di domarla è un'esplosione di sapore!

Claudia chiede di raccontare perchè abbiamo scelto una determinata spezia. Nel mio caso è semplicissimo! Dopo aver letto un'etichetta così non avreste voluto provarla anche voi?? :D

mercoledì 2 marzo 2011

MINI CAKES DI FARINA DI CASTAGNE
Morbidissimi...



















Innanzitutto GRAZIE.
Grazie per gli auguri, grazie a chi si è fermato un attimo a scrivermi due righe, grazie, insomma!
Il compleanno che si era annunciato con botti e festeggiamenti ha avuto un brusca frenata, per poi riprendersi nel finire della settimana scorsa.
Ci son state cose, quest'anno, davvero da dimenticare...
Ma altre invece assolutamente da ricordare e che, anzi, hanno dato una spinta piacevole e spazzato via quelle antipatiche, per qualche giorno.
Mi sono fatta, conoscendo Viola, davvero un bel regalo... :)

E così, per ringraziarvi ancora del vostro passaggio, voglio rendervi partecipi di una ricettina che mia non è, ma che ho ormai adottato come tra i miei pret-a-préparer favoriti.
Quando l'ho vista me ne sono subito innamorata. Adoro castagne e derivati e la mia farina aspettava proprio l'ispirazione giusta.
In verità ho già fatto questo impasto tre volte (compresa una per il compleanno della mum farcita di ganache al fondente), ma ce lo siamo sempre tacitamente pappato senza rendergli ancora la giusta menzione d'onore.
Ecco quinidi cosa ha fatto In Cucina Con Me con la farina di castagne.
Qui scrivo la "mia" versione a cui ho apportato delle piccole varianti dettate dal gusto personale.

Ingredienti:
120 gr di farina di castagne
100 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di zucchero
3 uova a temperatura ambiente
120 gr di latte
30 gr di pinoli
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
mezza bustina di lievito

per decorare:
una manciata di pinoli
50 gr di cioccolato fondente al 65% sciolto a bagnomaria

-Montare burro, zucchero e polvere di vaniglia fino ad ottenere una massa spumosa.
-Aggiungere poi un uovo alla volta amalgamando bene prima di aggiungere il successivo.
-Unire poi la farina a pioggia intervallandola al latte quando l'impasto diventerà più consistente.
-Aggiungere infine il lievito e per ultimi i pinoli.
L'impasto avrà un po' l'aspetto "ricottina" di quelli che sembra tendano a slegarsi, ma non  preoccupatevi: in vero è decisamente stabile e rende anche parecchio nonostante le minima quantità di farina.
-Mettere l'impasto in unico stampo o stampini separati e infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 munuti per gli stampi piccoli e 30/40 a seconda della dimensione, per quelli grandi.

Io li adoro...




Caris mi ha  sfacciatamente ( e mai sfacciataggine fu più gradita :) chiesto di inserire questa ricetta nella sua raccolta in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla chiusura della Fondazione Santa Lucia.
La ricetta non è mia, come ripeto, ma accolgo volentierissimo il suo invito.
Grazie Caris... e, come ho già scritto da te, mi fa immenso piacere vedere che la tua inziativa abbia avuto una tale risonanza.

giovedì 2 dicembre 2010

VELLUTATA DI CARDI E CASTAGNE
Elogio della quotidiana imperfezione























Quante volte abbiamo scelto la stoviglia più carina per le nostre foto?
O la tovaglia più adatta... neutra, ma non anonima.
O il canovaccio rustico-chic ben stirato.
O la posata accattivante e amena.
E quante volte, comprando qualcosa di nuovo, ci siamo già immaginati come potesse stare in uno dei nostri scatti... e magari lo abbiamo anche comprato apposta.

Oggi però ho voglia di quotidianità, di imperfezione.
Voglio la presenza delle stoviglie che mi accompagnano nella vita culinaria di ogni giorno...
La vecchia ciotola sbeccata nella quale peso davvero gli ingredienti o li miscelo.
Il canovaccio con cui ogni giorno davvero mi asciugo le mani o le verdure o un piatto e che, a causa di un intruso asciugamano blu in lavatrice, ha assunto colori incupiti.
La presina fatta a mano dalla nonna che amo usare invece che conservare, macchiata di colorante alimentare di un qualche esperimento ai fornelli.
La tazzina da caffè sbeccata che mi vede alzare ogni mattina arruffata e sbadigliante e dove davvero prendo il caffè, come ora mentre scrivo.
Il mio bicchiere preferito (quello pieno:) opacizzato dai mille lavaggi.
Il cucchiaio decisamente poco affascinante che apparecchia la tavola di ogni giorno: non mi piacciono, se non a vedersi, quelli col manico colorato di plastica... li sento troppo grossi.
Il piattino sbeccatissimo dove appoggio cucchiai e palette mentre rimesto nelle pentole ai fornelli.

La foto è scattata sul balcone al freddo e col cappotto per usufruire della scarsa luce naturale di questo periodo. Nel mentre la neve cominciava a scendere.
Ho scattato di corsa per non fare raffreddare troppo la ciotola fumante che ospita la dolcezza di questa zuppa.
E il mio pranzo è avvenuto in solitaria meditazione notando come cardi e castagne ben si sposino tra loro in questo delicato equilibrio, mentre guardavo la neve cadere fuori dalle tende scostate apposta.
Ecco uno spicchio di normale e (im)perfetta quotidianità.

Ingredienti:
un cardo medio
500 gr di castagne o marroni
qualche mestolo di brodo vegetale leggerissimo
50 ml di panna
Pepe e sale qb

per il top:
un cucchiaio di ricotta
un cucchiaio di caprino fresco
una spolverata di noce moscata
una spolverata di pepe
un'idea di erba cipollina

-Lessare il cardo in pentola (non a pressione: perderà tutto il suo tipico gusto di cuore di carciofo).
-Lessare le castagne e spelarle.
-Passare entrambi gli ingredienti al passalegumi in modo che la parte fibrosa del cardo rimanga scartata.
-Preparare il brodo. Mi raccomando, leggerissimo in modo che non copra il sapore delicato dei due ingredienti principe.
-Diluire la passata di castagne e cardi mescolando continuamente su fiamma bassa, fino alla densità desiderata.
-Aggiungere la panna e fare sobbollire per qualche minuto, aggiustando di pepe e sale se necessario.
-Impiattare e disporre al centro della ciotola un cucchiaio della crema di formaggio ottenuta lavorando insieme tutti gli ingredienti per il top.
-Gustare.

Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy, Ti cucino così... Minestre e Zuppe.


sabato 13 novembre 2010

SWEET MOMENTS, ORE LIETE
Il mio personale assortimento

















(cliccare sull'immagine per ingrandire... :)

Vi ricordate quelle belle confezioni di latta che contenevano prelibati pasticcini secchi?
Ore liete, si chiamavano...
Deliziosi biscottini assortiti, uno diverso dall'altro...
Quando ho visto il contest di Ambra dedicato ai nostri Sweet Moments, mi sono venuti in mente subito.
Non è il classico dolce a cui non rinuncerei mai a fine pasto (nei confronti di quelli cremosi ho maggiore golosità, lo ammetto) ma la varietà in questione - ricordo - non lasciava mai deluso nessuno quando la si portava a tavola.
E dietro ad ogni scatola c'era la foto di ogni pasticcino con una piccola legenda che ingolosiva ancor di più chi si apprestava all'assaggio (cosa che ho voluto riprodurre anche io con la mia, di foto :).

In famiglia ho ed ho avuto ottimi cuochi casalinghi, ma nessuno ferrato sui dolci (almeno quando ero bambina) così quando a mia nonna qualcuno faceva dono di una di queste scatole pingui di friabili pasticcini, lei li centellinava come cose preziose.
Col disappunto della nipotina che ne avrebbe voluto assaggiarne perlomeno uno per tipo!
I suoi gesti li ricordo. Tirava fuori dalla credenza con l'anta appena cigolante questo parallelepipedo di latta maneggiandolo con lieve solennità... lo apriva lentamente... ne guardava il contenuto come a gustarlo prima con gli occhi... e ne sceglieva uno.
Avendo io ormai capito l'antifona sapendo che più di un paio non me ne sarebbero toccati, facevo attenzione a scegliere più che bene i miei... e la mia preferenza cadeva sempre sui wafer e su quelli particolarmente cioccolatosi.
Li mangiavamo in silenzio e poi, con la stessa cura, la scatola si richiudeva sotto gli occhi un po' delusi della pargola (io) che ne seguiva con lo sguardo il rientro alla credenza.

Ho voluto ricreare quello Sweet Moment con uno mio personale assortimento. Chissà che faccia farebbe la Nonna, se lo vedesse. Fatto da me!

(premetto che ho dimezzato tutte le dosi che darò, facendo così non più di una teglia per tipo)

Ingredienti per I FRIABILI di frolla montata:
250 gr di farina 00
170 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
1 uovo + 1 tuorlo
1 pizzico di sale
1 pizzico di polvere di vaniglia o quel che preferite

per la decorazione:
mandorle pelate o cioccolato fondente.

-Gli ingredienti devono essere tassativamente a temperatura ambiente.
-Procedere montando il burro morbido e la vaniglia con una frusta elettrica.
-Quando sarà cremoso aggiungere lo zucchero e montare per diversi minuti finchè il composto non sarà diventato spumoso.
-Incorporare poi un uovo alla volta aspettando che il primo sia ben amalgamata prima di aggiungere il secondo tuorlo e continuare con la frusta finchè il tutto non diventi una bella crema liscia.
-Aggiungere il sale e mescolare ancora un po'.
-Per incorporare la farina a pioggia, invece, si adopererà un spatola per evitare che il burro si smonti.
-Con il composto ottentuo riempire la sac-a-poche con una bocchetta non troppo stretta e procedere a formare i biscotti della forma desiderata su una placca rivestita di carta da forno.
-Inserire la mandorla premendo un poco.
-Lasciare riposare in frigo per una mezz'ora e poi infornare a forno preriscaldato a 180° per 10/15 minuti facendo attenzione a non farli colorire troppo.
-Fare raffreddare su gratella e procedere con la decorazione di quelli al cioccolato facendolo colare sui biscotti dopo averlo sciolto a bagnomaria.

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Ingredienti per le FROLLE CON MARMELLATA:
vedere qui e sostituire il cioccolato con marmellata a piacere.

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Ingredienti per le FROLLE AL CACAO CON PISTACCHI:
vedere qui e sostituire il cioccolato alla nocciola con quello bianco e la granella di nocciola con quella di pistacchi.

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Ingredienti per i CIOCCO COCCO:
150 gr di farina 00
100 gr di cocco grattugiato
125 gr di burro salato
100 gr di zucchero
1 tuorlo
gocce di cioccolato qb

-Passare al mixer il burro freddo, il cocco e la farina e azionare fino ad ottenere un composto sabbioso.
-Trasferire il tutto in una terrina, aggiungere l'uovo e il cioccolato e impastare con le mani fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
-Formare con il panetto ottenuto un salamotto del diametro di 4 cm circa, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare in frigo per mezz'ora. Un passaggio di 10 minuti in freezer facliterà il taglio.
-Tagliare poi la frolla in tanti dischi dello spessore di circa 1,5 cm e riporli su placca rivestita da carta da forno.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 15 min circa o fino a doratura.
-Fare raffreddare su gratella.

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Ingredienti per i BRUTTI E BUONI:
200 gr di farina di nocciole di ottima qualità
4 albumi
150 gr di zucchero.

-Montare gli albumi a neve fermissima con l'aiuto di qualche goccia di limone.
-Incorporare poi il mix di zucchero e farina di nocciola con una spatola, mescolando dal basso berso l'alto per non smontare il composto.
-Mettere il composto in sac-a-poche e dare la forma come fossero meringhe su una placca rivestita di carta da forno. Oppure più semplicemente con l'aiuto di un cucchiaio (tanto che vengano brutti è già nei conti :).
-Infornare in forno preriscaldato a 140° per 30 min circa. Se faranno fatica a staccarsi dalla carta è tutto normale. Magari attendete quelche minuto e iutatevi con una paletta sottile.

Ecco terminato il mio assortimento.
Certo, li avrei voluti belli e perfetti come quelli di cui vi ho parlato, ma... la mano della nipote è ancora un po' incerta. Tuttavia un sano aspetto rustico forse non è poi così male...
Ah! Conservare in scatola... di latta, ovviamente! :)


giovedì 23 settembre 2010

LA LEBERKNODELSUPPE
Passando da Salla...

Se da Zeltweg volete andare a Koflach esiste una sola strada: la Gaberl-Bundesstrasse.
E proprio nel mezzo di questa strasse c'è Salla.
Siamo in Stiria, regione meridionale dell'Austria.
Un posto amabile... dove le colline di vigneti incontrano le maestose montagne.
Una regione diversa dalle altre, tutta l'opposto dell'ordinato Tirol o del meticoloso Ober-Osterreich.
Qui capita addirittura di vedere strade non perfettamente asfaltate e case leggermente scrostate che, parlando dell'Austria, vi assicuro, è davvero un'eccezione... lì è sempre tutto perfettamente lindo e funzionante come in un paese Playmobil.
In Stiria invece c'è ancora qualcosa di lasciato -apparentemente- al caso, i panorami sono dolci e la gente è più disponibile. Sarà la vicinanza all'Italia, sarà che sono produttori di vino :) , sarà che il meridione in generale è così, sarà quel che sarà, ma rimane la mia regione austriaca preferita.
Salla però fa eccezione... è un luogo-non-luogo... non mi stupirei se sparisse dalle mappe sotto i miei occhi...
E' un paese sicuramente abitato, ma se ci passerete dalla strada principale quello che vedrete è questo...

















Se vorrete addentrarvi al di là dell'uscio non mancherete di incontrare creature fantastiche, astruse sedute...



















... custodi dei boschi...

















nodosi figuri e... ehm... bizzarri personaggi...



















Perfino il benzinaio sembra fagocitato dalle boschive sculture...

















Le uniche anime umane aleggiano nell'adiacente gasthaus dove per ben due volte, ripassando da questi luoghi, ci siamo fermati a consumare la loro specialità: la leberknodelsuppe.
Preambolo: leber = fegato, quindi chi fosse sensibile all'argomento può risparmiarsi la ricetta.
Per me che ho gusti rustici (sì, sono la stessa che ha postato la polvere magica di lampone...) questa preparazione rappresenta una saporita pausa obbligata per ristorare le membra stanche dal viaggio.
La ricetta in mio possesso non è quella originale.
Se l'avessi chiesta all'ostessa sicuramente non ci avrei capito una fava tonka, perchè bisogna dire un cosa: gli Austriaci son gentili... te la ripetono anche mille volte una cosa, ma se non capisci non varieranno una virgola, non gesticoleranno (pare sia nostra specialità, quella) nemmeno con un mignolo, non cambieranno espressione, non faranno nulla per aiutarti a capire, ma semplicemente ripeteranno sempre quella stessa cosa -gentilmente- all'infinito...



















Quindi la ricetta l'ho cercata qui da noi e grazie all'aiuto di maTTeo (mai visitato il suo blog? Il ragazzo è un artista...) ho recuperato una versione di questa suppe attuabile anche nelle nostre cucine.
Riporterò la ricetta originale e alcune delle mie varianti tra parentesi.

Ingredienti per i knodel:
400 gr di fegato
3 rosette
1 cipolla gialla media
30 gr di burro
2 uova
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 cucchiaino circa di sale
pepe
maggiorana (erba cipollina)
4 o 5 cucchiaio di pangrattato (7 o 8)
2 o 3 cucchiai di farina

Per il brodo:
un pezzo di manzo
carote
sedano
porri
prezzemolo
(io l'ho usato vegetale per... tenermi leggera :)

-Preparare il brodo come d'abitudine.
-Bagnare le rosette in acqua e strizzarle benissimo, unirle al fegato e passare tutto al tritacarne (io ho usato il mixer, ma è meglio una macinatura più grossolana).
-Tagliare sottilmente la cipolla e farla ammorbidire nel burro.
-Unirla poi insieme al fegato + pane aggiungendo tutti gli altri ingredienti mescolando bene.
-Formare poi delle palle grandi quando mandarini (in Austria sono tipo mongolfiera...) e buttarne una di prova nel brodo bollente. Se si disferanno sarà necessario aggiungere altro pangrattato.
-Qui vale un po' le regola dello gnocco: quando è pronto viene a galla. Io ho lasciato bollire un ulteriore paio minuti per assicurarmi che il fegato cuocesse bene.
-Mettere da parte quelli cotti e proseguire fino alla fine del composto. Rimettere poi tutti i knodel nel brodo.
-Porzionare, cospargere di prezzemolo tritato e servire caldi.

Con questo post partecipo alla raccolta Fornelli in Vacanza di Cook In The City.
Ragazze, mi avete fatto riesumare vecchie foto non digitali, scomodare un amico per la scansione (grazie, Pit!), tirar fuori vecchie cartine e approfittare della gentilezza di Matteo...!
Che dite... l'impegno ce l'ho messo?? :D




Inoltre la aggiungo volentieri al Contest  Un goloso Souvenir indetto da Il blog della Titti



giovedì 2 settembre 2010

UNA KITTY-MOUSSE AL TONNO
e l'espiazione di un senso di colpa

















Qualche settimana fa eravamo con amici sul balcone sorseggiando del mirto (ammazza se era buono quel mirto!) ascoltando le esperienza vacanziere dell'allegra famigliola.
La nostra attenzione fu attirata da un cadenzato e insistente miagolìo. Affacciandoci vedemmo un micio che, col musetto rivolto all'insù, cercava di attrarre la nostra attenzione. Era carino, snello e socievole e abbiamo concordato che fosse un gatto abituato alla gente, visto che la andava cercando senza timori. Probabilmente era stato lasciato libero dai padroni per qualche giorno durante la loro vacanza, abbiamo pensato un po' indignati.
Lo abbiamo vezzeggiato un po' e poi siamo tornati ai nostri discorsi.
Poco dopo con un agile balzo si sistemò sul pilone del cancello e, lavandosi e rotolandosi, godette della nostra compagnia. Era un interessante rapporto a distanza.
Poco dopo però, l'intraprendente felino, volle provare con un virtuoso salto per approdare sul balcone. Stava per prepararsi al balzo quando tutti: NOOOOOO!!
Dovete sapere che io sono allergica ai gatti. Ma tanto! Da ragazzina mi feci 8 giorni di ospedale più 6 di ricaduta in piena crisi respiratoria perchè un'amica avente gatto a casa sua era venuta a dormire a casa mia. Più altri aneddoti poco simpatici che non sto qui a snocciloare, ma sempre a determinare che la mia allergia è davvero forte (4 volte più di una normale, recitano i valori).
Si può capire perchè quel tentativo di balzo felino mise tutti in allarme.
Pareva fossimo riusciti a scoraggiarlo, ma quando rientrammo in casa lo perdemmo di vista.
Un sospetto però ci spinse a vedere se fosse ancora sotto, ma niente...
Il coraggioso infatti aveva infine tentato (e riuscito) il salto e passeggiava bellamente nella camera da letto...
Clamore e panico!!
Qualche urletto concitato e convincente lo fece filare dalla strada da cui era venuto. Ci mancava solo che a mia insaputa si acciambellasse ai piedi del letto di notte!!
Per quella sera non lo vedemmo più.
Qualche giorno dopo udimmo di nuovo il cadenzato miao e lo trovammo bello bello sul pilone del cancello a guardare in su. Mi ritrovai a ripensare che era proprio un bel micetto... simpatico e curioso. Ed eccolo lì che ritenta il volo! I miei NoooOO! NoooOO! pareva non lo scoraggiassero più di tanto e allora... sapete qual è, vero, il modo per non fare tornare un gatto sotto il vostro balcone...?
E qui il mio pensiero corre ai tantissimi amanti dei gatti che ci sono tra di voi (mi vengono in mente, per citarne alcuni, Lucia, Madame, Meggy... e soprattutto Camina che credo che dopo questo post non mi parlerà più... sigh...).
Insomma... il modo per mandare via definitivamente un gatto da sotto il vostro balcone è una bella secchiata d'acqua!
Con gran rammarico andammo a riempire una bacinelle e quando riaffiorammo il suo musetto si protrasse verso di noi come a dire: vediamo un po' cosa mi hanno portato...
E noi: SPLASHHHH!!
Un razzo tigrato è schizzato nel cancello dei vicini dove il rottweiler basito fece appena in tempo dire wof vedendo un proiettile con la coda saettargli sotto il naso.
Risultato: il micio non è infatti più tornato.
Ma quel musetto speranzoso e fiducioso mi ha mosso sensi di colpa... :(
Ho preparato, per espiarla, questa Kitty-Mousse che avrei preferito dargli al posto della secchiata... Una bella micetta tutta rosa da corteggiare o smangiucchiare... a lui la scelta.

Ingredienti per uno stampo da 1000 ml:
500 gr tonno
125 gr burro ammorbidito
80 gr Philadelphia
125 gr di ricotta
1 piccola rapa rossa

-Passare tutti gli ingredienti al mixer cominciando dal tonno. Frullare abbastanza a lungo per far raggiungere all'amalgama una consistenza ariosa.
-Mettere nello stampo e riporre in freezer dove l'ho messo più che altro per poterlo poi sformare con facilità, sennò penso sia sufficiente riporre in frigo.
-Decorare poi con un po' di ricotta e sac-a-poche.

E' una mousse delicata e leggera. Chissà se al micio sarebbe piaciuta... a noi si.
Intanto spero sia gradita ad Aurore di Biscotti Rosa e Tralalà per il suo carinissimo contest La Cusine en Rose...

lunedì 30 agosto 2010

TRIS DI VERDURE RIPIENE ALL'AMARANTO
e tris di abbinamenti



















Stavolta non sapevo davvero dove sarei andata a parare...
Beh... è quasi sempre così veramente ( ed è per questo che mi diverto, credo :), ma questa volta... sono andata totalmente alla cieca.
Tempo fa ho acquistato una confezione di amaranto soffiato (per le info leggere qui) e non conoscendolo ho domandato al commesso di spiegarmi cosa fosse e come si utilizzasse.
Mi spiegò, in modo fuorviante, che è un cereale e che avrei dovuto cuocerlo.
Fuorviante perchè in realtà cereale non è e, soprattutto, quello soffiato credo non vada cotto affatto...
Nemmeno le ricerchine in rete sono state esaustive sull'argomento: si parlava o di cotture lunghissime o di consumazioni a colazione nello yogurt. Quindi, come ho detto, sono andata a naso.
Sarà che ho studiato tre ripieni diversi che han reso la cosa più sfiziosa, ma ce le siamo spazzolate tutte, queste verdurine...!!!
Sicuramente lo riutilizzerò, magari non soffiato per capire bene la differenza. Mi incuriosisce tantissimo il fatto che si possano fare delle specie di pop-corn scaldando i grani  in padella come per il mais... :>

Mi fa piacere contribuire con questa ricetta al contest Cereali Integrali de Il Gatto Goloso (anche se... pare che l'amaranto cereale non sia! :)

Ingredienti di base:
100 gr di amaranto soffiato
100 gr di riso parboiled
2 uova

Per i Pomodori:
2 scalogni
origano
pangrattato
sale, zucchero e pepe qb

Per il Peperone:
5 filetti di acciughe
una manciata di capperi
una dozzina di nocciole
pangrattato

Per la Melanzana:
pomodoro (quello ricavato svuotando quelli sopra)
qualche foglia di basilico
qualche fetta di salame piccante
polpa della melanzana
pangrattato

-Far tostare un poco l'amaranto soffiato in pochissimo olio e poi aggiungere dell'acqua e del sale per cuocerlo. Basteranno 5 minuti perchè si disfi, quindi scolarlo molto bene in un colo fitto e metterlo a raffreddare mescolando di tanto in tanto.
-Fare cuocere il riso al dente e mischiarlo all'amaranto per farli raffreddare insieme e perchè il riso gli rubi un po' di umidità.
-Tagliare a metà una melanzana, privarla della polpa, cospargerla di sale e metterla capovolta su una gratella per una mezz'oretta perchè si elimini l'acqua di vegetazione. Fare lo stesso con la polpa tagliata a pezzi.
-Svuotare i pomodori, tagliarne la polpa a cubetti e mettere da parte.
-Mondare il peperone, tagliare a metà e mettere da parte.
-Preparare in un padellino lo scalogno facendolo ammorbidire in poco olio e poi cuocendolo in aceto, zucchero e sale a seconda del gusto personale. Mettere da parte.
-Stufare la polpa di melanzana, passarla al minipimer finchè non sia una crema e mettere da parte.
-Passare al mixer le alici, le nocciole e i capperi e... mettere da parte :)
-Prendere il mix di amaranto e riso ormai freddo e aggiungervi le uova sbattute precedentemente in una ciotola con un pizzico di sale e pepe. Dividere il tutto a occhio in tre terrine diverse.
-Ora procedere con l'assemblaggio dei vari ripieni.
Per i pomodori: unire all'amaranto e riso lo scalogno e l'origano e riempirli avendo cura di cospargerli prima con una spolverata di pangratto.
Per il peperone: unire ai cereali il trito di nocciole, capperi e alici e riempirli, sempre spolverandoli prima con del pangrattato.
Per la melanzana: unire al mix il pomodoro, la crema di polpa di melanzana, il salame a cubettini e il basilico tagliuzzato e riempire dopo la spolveratina di pangrattato.
-Riporre in una teglia foderata di carta da forno e infornare a 180° per 50 min o qb.

L'amaranto, a differenza di quel che mi aspettassi, è piuttosto saporito e ben regge i gusti accesi degli abbinamenti. Inoltre in questa preparazione è risultato cremoso dando alle verdure la giusta umidità e un ripieno non troppo compatto. E poi è digeribilissimo...!

lunedì 23 agosto 2010

GORGOPROFITEROLES
e i fantastici bisù


















[Vorrei riesumare questo vecchio post datato 17 Maggio.
All'epoca non avevo ancora varato il blog, ma ci stavo lavorando.
Quando ho visto il Contest di Benedetta ho pensato valesse la pena rispolverarlo, dato che per me è stato motivo di orgoglio riuscire a preparare i bisù (tant'è che ne utilizzo l'immagine come avatar!) e farne un profiteroles salato che mi girava in testa da un po'. La foto è scarsa, ma spero mi perdonerete, unitamente al fatto di ri-proporre qualcosa di già postato.]



Era da qualche settimana che mi frullava questo profiteroles salato con cascata di gorgonzola fusa e semini di papavero sopra...
Lo immaginavo ripeno di un formaggio leggero e aromatico e i bisù uno sull'altro come il classico profiteroles dolce.
Si, bisù e non bignè, perchè era così che li chiamavano nel piccolo negozietto dove ci si fermava a comprarli ogni volta che si andava in campagna.
Erano fragranti e dal buon gusto di uova, leggerissimi e cavi all'interno pronti a ospitare delicate creme o deliziosa panna montata. Tuttavia erano così buoni da soli che non ricordo di averli mai mangiati ripieni.
E chi avrebbe mai detto che fossero così facili da preparare...?
Io mi sorprendo ancora nel constatare come basti un pizzico di tempo e applicazione... forse perchè fino a sei mesi fa non avevo mai fatto nemmeno un biscotto...
Qui ho preso le dosi, che non riscriverò perchè non c'è nulla di più chiaro di una videoricetta :)


Per quanto riguarda il ripieno, eccolo.
Ingredienti:
250 gr di ricotta
100 gr di robiola
50 gr Philadelphia
150 gr di gorgonzola dolce
Erbette miste (timo, prezzemolo, mentuccia, basilico)
olio evo
coriandolo in polvere
pepe
semi di papavero per guarnire


-Lavorare i formaggi (tranne il gorgonzola) in una terrina mescolando energicamente con una forchetta, aggiungendo un po' d'olio per ammorbidire il composto.
-Quando sarà diventata un crema unire le erbette tritate e le spezie incorporandole per bene.
-Inserire il composto in sac-a-poche con bocchetta liscia, praticare con quest'ultima un foro sotto il bisù e riempire.
-Fare sciogliere il gorgonzole a bagnomaria e farlo colare sulla piramide di bisù ripieni avendo cura di farne andare un po' tra l'uno e l'altro per fissarli insieme.
-Cospargere di semi di papavero e servire.

lunedì 16 agosto 2010

SHORTBREADS MALVA, PEPE E MANDORLE
Aperitivando...

















A me un goccetto ogni tanto piace proprio :) !
Un bel cocktail forte in compagnia mi dà una bella e gradita corroborata!
Lo reggo bene e non esagero. E' semplicemente il piacere di un po' di alcol, magari dosato e miscelato a creare qualcosa di particolare...
Personalmente ho la mia miscela preferita di cui parlerò più avanti (quando il bar che l'ha creata riaprirà i battenti), ma son sempre curiosa di provarne di nuove.
Non ho gusti complicati: non amo il troppo dolce nè il troppo secco, quindi con me non è difficile sperimentare, basta un po' di fantasia.
Ecco, magari prediligo i bicchieri "impugnabili" e non quelli da Martini. Bellissimi eh, ma da colmi mi dondolano paurosamente tra le mani costringendo la bocca un po' a proboscide ad andare verso il bicchiere (invece che viceversa da Galateo! :) ... insomma nemmeno tanto un bel vedere!
Quando ho saputo che sotto i leggiadri fiori di Lucy batteva un cuore da barwoman mi sono entusiasmata!
L'ultimo cocktail da lei creato credo debba essere nelle mie corde.
E inoltre è di un bello...
E così, complice il suo contest e l'ispirazione che ho avuto dal suo aperitivo, ho sfornato questi.
Non vi dico che profumo di pepe si è sprigionato durante la cottura... sublime!

Ingredienti:
250 gr di farina 00
150 gr di burro
1 cucchiaino raso di sale
1 cucchiaino raso di pepe
70 gr di mandorle pelate
4 cucchiai di fiori di malva essiccati
1 tuorlo

-Passare al mixer il burro, la farina, il sale e il pepe finché non si sia formato un composto sabbioso.
-Trasferire in un terrina, unire i fiori di malva e impastare finché gli ingredienti non si siano legati tra loro.
-Formare con l'impasto ottenuto 3 salamini del diametro di circa 3 cm, avvolegere nella pellicole e mettere in frigo per una mezz'oretta.
-Intanto tritare gorssolanamente le mandorle fino a formare una granella.
-Trascorso il tempo dovuto spellicolare i salamini, spennellarli con tuorlo d'uovo e rotolarli nella granella facendo una leggera pressione.
-Riavvolgere nella pellicola e lasciare in frigo un'altra mezz'ora.
-Preriscaldare il forno a 170° e infornare una placca rivestita di carta da forno con i biscotti ottenuti tagliando i salamotti a fette di circa 1 cm di spessore o poco meno. Cospargere la superficie di sale.
-Cuocere per una ventina di minuti o fino a leggera coloritura.
-Servire freddi e conservare poi in scatola di latta.

Il burroso e il pepe a mio avviso ben si sposano con gli ingredienti dell'aperitivo di Lucy, ma sarà lei a dirmi se ho ragione...

mercoledì 21 luglio 2010

GET-WELL BISQUITS
Flowers & Me

























Ho uno strano rapporto con i fiori...
Almeno credo. Non amo gli omaggi floreali. Un mazzo di fiori non mi emoziona, ma bensì mi crea disagio.
Un ex moroso quando feci 18 anni mi regalò 18 rose rosse e io tutto quello che seppi dirgli è che non si regalano in numero pari.
L'attuale moroso (il mio compagno) non so per quale compleanno me ne regalò un mazzo infinito... Le donne che erano dal fioraio avevano cinguettato entusiaste immaginando l'espressione della destinataria, ma nemmeno con tutti gli sforzi del mondo sarebbero riuscite a figurarsi il mio sorriso tirato.
Un po' di più, ma sempre con soggezione, apprezzai un mazzo di tulipani regalatomi da un amico.
E ci furono altri mazzi e medesime sensazioni.
Non sapevo il perchè di questo stato d'animo. Ci pensai a fondo e mi risposi che semplicemente non ero il tipo da fiori, tantomeno rose.
Ma non era così semplice.
Anche perchè se vedo un prato in fiore mi si allarga il cuore. Se vedo una corolla screziata rimango minuti interi ad osservare come si fondono i colori meravigliandomi di come Madre Natura dipinga queste meraviglie. Inoltre ho sempre guardato con tanto d'occhi le riprese velocizzate di boccioli che si aprono col sole e si richiudono col buio.
Poi un giorno capii...
Camminando per il centro vidi un cartello: Fiori recisi € tot.
Recisi...
RECISI!
Ecco che quella parola con il suo peso mi rese tutto chiaro.
Mi piacciono eccome i fiori! Ma quelli recisi mi danno un lieve senso di angoscia. Era finalmente tutto limpido: è il gambo tagliato di netto che mi dà una sorta di sofferenza.
E' per quello non mi vedrete mai regalare un bouquet alle ricorrenze.
Ed è per questo che, oggi che vado a trovare Aneta, non porterò nessun mazzo (se non < UNO COSI' >  per non avermi detto di essersi fatta male quando era in ospedale!), ma i miei fiori per lei saranno questi.

Con questa ricetta partecipo al profumato Contest Ti cucino così... con i fiori di Lucy.

Ingredienti:
250 gr di farina 00
100 gr di zucchero a velo
100 gr di burro
1 uovo
1 punta di cucchiaino di vaniglia in polvere o in altre forme
1 cucchiaino raso di lievito per dolci
50 gr di cioccolato bianco
50 gr di cioccolato fondente
Petali canditi di viole e rose per guarnire

-Setacciare la farina, lo zucchero e il lievito in una terrina. Aggiungere la vaniglia e trasferire il tutto nel mixer.
-Aggiungere il burro freddo a tocchetti e l'uovo e azionare finchè non si comincerà a formare un impasto. Ho preferito procedere così per non maneggiare troppo il burro, dato che la temperatura è elevata.
-Trasferire il tutto nella terrina iniziale o su una spianatoia e finire di impastare finchè la pasta non sarà uniforme e liscia.
-Mettere in frigo per una mezz'oretta.
-Procedere poi formando delle palline poco più grandi di una ciliegia e premendole nella formina da mini savarin (quante cose si fanno con questa formina! La consiglio a tutti!!!).
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 15 min ca o finchè non saranno dorati.
-Sfornare, sformare e mettere a raffreddare su gratella.
-Intanto sciogliere a bagnomaria il cioccolato, versarlo poi piano nel buchetto e decorare immergendo un frammento di petalo candito. Io ho abbinato la violetta al cioccolato bianco e la rosa al fondente.
-Mettere in frigo per fare risolidificare il cioccolato e conservare poi luogo fresco.

Le piaceranno? Chissà...

mercoledì 30 giugno 2010

FINTA PARMIGIANA
e un nuovo tag


















Questa estate mi è più difficile pensare light. Sarà questo hobby del momento, sarà che sono bersagliata da decine e decine di idee stuzzicose, sarà che siete tutti dei diavolacci tentatori, ma io di solito, a questo punto dell'anno, penso light!
Mi passa un po' la voglia di formaggio, di intingoli sostanziosi, di biscotti burrosi...
Ma quest'anno? Il caldo avanza e io farei ancora colazione con gli shortbreads, mangerei tagliatelle ai sette formaggi e concluderei ogni pasto con dolci decisamente heavy.
Qui bisogna darsi una ridimensionata... non tanto per la prova costume (quella la supero di sicuro... quello di carnevale del Gabibbo mi sta benissimo!), ma per una questione di leggerezza.
Mica voglio farmi cogliere dalla spossatezza ad ogni fine pasto! Mica volgio che mi si riproponga la caponata a metà pomeriggio! Mica voglio morire di caldo per le mila calorie ingerite con 30° all'ombra!
Quindi - qui ed ora - nasce un imperativo: think light!
E conseguente tag.
Cominciamo con questa finta parmigiana: non si frigge, non si usano intingoli pesanti e si fa sauna col forno. Più leggero di così...!

Ingredienti:
1 grossa melanzana
pane guttiau o carasau qb
sugo fresco o pronto
200 gr di mozzarella non acquosa
olio evo qb

-Mondare la melanzana e farne fette di circa mezzo cm, cospargere di sale e lasciare riposare mezz'oretta su un ripiano inclinato. Tamponarle poi leggermente con carta assorbente.
-Farle appassire in forno preriscaldato a 200°. A me son bastati 15 minuti per ogni infornata.
-Intanto preparare il sugo come preferite. Io in questo caso ho usato la polpa già pronta unita a cipollina dorata, prezzemolo e abbondante basilico.
-Man mano che le melanzane son pronte riporle su un piatto irrorandole di olio a crudo (magari senza esagerare sennò l'effetto light si vanifica...).
-Tagliare la mozzarella (o altro formaggio che preferite) a dadini.
-Posizionare poi uno strato di pane carasau sul fondo di una pirofila.
-Inumidire con qualche cucchiaio di sugo.
-Disporre le melanzane.
-Cospargere di mozzarella e ripetere gli strati fino ad esaurimento ingredienti.
-Infornare a 200° (tanto il forno è già caldo) per 15 min ca.
-Servire caldo, tiepido o freddo.

Non vi racconterò che è appagante come una grondante parmigiana da mangiare su una fetta di pane croccante, ma è buona, saporita e soprattutto... light!
... dài che mi sento sulla buona strada...
Aggiungo questo piatto al Contest ... è Tempo di Melanzane! di Fabiola di Olio e Aceto.

venerdì 25 giugno 2010

INSALATA DI PASTA?
Sì, ma con la Fregola...























Parliamo di insalata di pasta...
Facile, troppo facile, cadere sul banale. Ed è un po' il motivo per cui ci ha un po' stufato anche l'insalata di riso. Gira e rigira alla fine, per quanto illimitati gli abbinamenti, si arriva ad uno stop. Basta.
[Ma sentimi... cucino da qualche mese e già faccio la vissuta...]
Ma io per quella cena volevo preparare un piatto freddo e piuttosto veloce. Sì... volevo un'insalata di pasta! Ma come uscire dal solito? Pensa che ti ripensa di ingredienti himalayani, sudanesi o nordplanetari non ne avevo... e nemmeno nulla che provenisse da qualche astrusa nebulosa.
Insomma l'unico modo era giocare col formato della pasta...
Le mie amichine sono delle buongustaie sempre attente a cose nuove, esigenti, ma senza fanatismi. Volevo stupirle (e anche fare un po' la figa, lo ammetto...), ma come?
Ed ecco che in risposta un raggio di sole è entrato nella mia cucina e ha illuminato il cesto della pasta posandosi giusto giusto su... la fregola sarda! [Non è vero, l'avevo comprata alla fiera gastronomica con quell'intento, ma così fa tanto ispirazione... ]
Io l'adoro... ha quella consitenza callosa che piace a me e poi quel formato disuguale regala del movimento sia nel piatto che sul palato.
Il risultato finale è simile a un grossolano cous-cous, almeno all'occhio, con cui, ne ero sicura, le avrei stupite e conquistate!
Ho preparo con entusiasmo (e la solita curiosità un po' da piccolo chimico) la mia insalata di fregola pregustando il momento in cui la Cricca avrebbe detto: <<Mmmmh! Buona idea, Tizi!>> e la Grace avrebbe sentenziato con vago accento pugliese: <<Amour... sta fregola fatta così è proprio buona!>>.
Infine: sono arrivata a casa della Cri, ho sfoderato il piatto e alla domanda: <<Mmmmh... ma cos'è?>>, ho risposto ammiccante: <<Fregola!>>
E loro: << Aaaah, quella che ci hai fatto l'altra volta!! >>
Ma è vero!! Gliela avevo già proposta in versione calda e saltata come accompagnamento a una scaloppa e me ne ero scordataa! Uffaaa!! Altro che effetti speciali!
Ad ogni modo il condimento e il modo erano tutti diversi e il piatto è risultato comunque una novità apprezzatissima, ma io, che volevo stupire con QUEL formato di pasta, avrò solo dato modo di pensare: <<Ammazza, ma sta fregola la farà anche nel caffelatte!>>.
Il risultato è stato lo scofanamento dell'intero grilletto e la cosa mi ha dato indubbio piacere. Anche perchè, figaggini a parte, quando cucini per le persone a cui vuoi bene ci metti anche quel prezioso ingrediente in più... che non vi dico qual è, tanto si sa! :)

Con questa ricetta partecipo volentieri al contest Pasta Fredda Che Passione  pensato da Puffin in Cucina.

Ingredienti per un antipasto per 5 persone:
250 gr di fregola sarda
30 gr di pomodori secchi
2 alici sott'olio
1 manciata di capperi
30 gr di uvetta
3 pomodori ciliegini o simili
50 gr di pecorino mezzano
30 gr di pinoli
1 cipollina di tropea
Olio evo qb

-Mettere a mollo l'uvetta per far sì che si reidrati, magari una mezz'oretta prima.
-Cuocere la fregola in abbondante acqua, poi scolare, irrorare di olio e fare raffreddare rigirandola ogni tanto.
-Intanto tritare a crema i pomodori secchi, i capperi e le acciughe con qb di olio.
-Appena l'uvetta è morbida unirla al composto cremoso, insieme ai pomodorini ciliegini privati dei semi tagliati a dadini piccoli.
-Quando la fregola è fredda condirla con la crema e il pecorino tagliato a piccoli cubetti mescolando bene.
-Consiglio di unire solo all'ultimo la cipolla tagliata finissima e i pinoli. L'una perchè non infesti troppo il tutto e gli altri perchè si matengano croccanti.

Gli ingredienti sono saporiti, ma assicuro che nella giusta dose non fanno scomparire il delicato pinolo, soprattutto se è la qualità piccola dal gusto maggiormente resinoso. L'uvetta inoltre regala delle piccole esplosioni dolci in mezzo al salato che sono davvero deliziose!

mercoledì 23 giugno 2010

CUSOT AL BRUSC
Una madeleine in carpione...



















Odio friggere...
Mi piace il fritto, intendiamoci, nelle giuste dosi e ben fatto, ma se tocca a me farlo tutto il mio essere si esprime sbuffando e spalmandosi a stella marina su un divano palesando con tutti e quattro gli arti la non-voglia di fare una sola mossa per cimentarsi in quel traffico culinario.
Inoltre non riesco a non usare olio di oliva e mi pare sempre uno spreco la quantità che si usa per farne dei fritti... E poi l'odore che rimane nella stanza e addosso...
E poi la cucina da pulire, con tutti quegli odiosi schizzetti che per quanto fai attenzione raggiungono distanze inspiegabili, comprese maglie e magliette. Eh sì perchè non ho un buon rapporto con i grembiuli (come con ciabatte e pigiami perchè le ciabatte non devono sembrare ciabatte e i pigiami non devono sembrare pigiami, ma di grembiuli che non sembrino grembiuli ancora non ne ho trovati e allora continuo a schizzettarmi di intingoli vari...).
Tuttavia (eh... c'è per forza un tuttavia) la quantità di zucchine della bio-cassetta questa settimana era molto elevata e ho pensato di approfittare della Raccolta de il Giardino dei Ciliegi per farle fuori in unica soluzione.
Insomma mi sono fatta forza e via... 5 padellate di zucchine fritte e colorite pronte per accogliere il sapido carpione...
Inoltre (eh sì... c'è anche un inoltre) alla prima padellata sfrigolante si sono sprigionati profumi che avevo dimenticato. Come in un flash mi rivedo ragazzina nella mia stanza a studiare mentre dalla cucina arrivano rumori e odori rassicuranti. I tempi in cui non ti devi preoccupare di molte cose perchè c'è chi lo fa al posto tuo. I momenti in cui senti dall'altra stanza << E' prontoo!>> e tutti si smette di fare ogni cosa per mettere le gambe sotto la tavola.
Che dire? Ognuno ha la sua madeleine e la mia... sa di zucchine in carpione :)

Ingredienti:
quante saran state le zucchine? 2 Kg? Facciamo 1,5 Kg...
3 cipolle (io ho usato quelle non grandissime di tropea... non me ne vogliano i puristi piemontesi, ma son più dolci e meno commoventi al taglio)
2 rametti di salvia
1 spicchio d'aglio
mezzo bicchiere abbondante di aceto di vino rosso
mezzo bicchiere abbondante di vino bianco secco
sale qb
olio di oliva per friggere
1 cucchiaino di zucchero (facoltativo)

-Lavare e mondare i cusot (zucchine :), tagliarli a fiammifero e lasciarli riposare un po' su un canavaccio cosparsi con qualche pizzico di sale per far sì che abbandonino un po' d'acqua.
-Dopodicchè friggerli fino a doratura sostenuta e metterli a scolare su carta assorbente.
-Riporli in un contenitore preferibilmente di vetro abbastanza largo e farli raffreddare del tutto, aggiustando di sale se necessario.
-Intanto preparare il carpione affettando la cipolla finemente, ma non a velo e facendola soffriggere fino a leggera doratura.
-Quando è ancora croccante versare nella padella il vino, l'aceto, l'aglio, un paio di pizzichi di sale e la salvia. Io stavolta ho aggiunto anche un cucchiaino di zucchero e la cosa mi è piaciuta parecchio.
-Fare sobbollire a fuoco vivo per una decina di minuti poi togliere dal fornello e fare raffreddare.
-Quando sia i cusot che il brusc sono freddi unirli nel contenitore largo (che servirà a far sì che le zucchine assorbano meglio il carpione).
-Conservare in frigo rigirandoli magari una paio di volte al dì e consumarli ALMENO il giorno dopo.

Il mio carpione è piuttosto delicato. L'aceto è mitigato dallo zucchero e la cipolla è dolce, ma se si amano sapori (ancora) più decisi basta calcare la mano con gli ingredienti che si preferiscono.
Bene! E ora vado a smacchiarmi la maglia, a pulire la cucina, ad areare la casa...
(Certo che però li mangio di un volentieri XD...!!)