________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________

giovedì 31 marzo 2011

RAMEN CON SEITAN
e piccola riflessione






















Un piccolo omaggio al Giappone.
Tardivo forse, ma sentito.
E che quel che sta succedendo sia un monito che ci faccia riflettere sul nucleare.
Come abbiamo visto non è la gestione degli impianti -ora più sicuri- che è preoccupante, ma la gestione dell'imprevisto.
E le conseguenze di un imprevisto come questo non valgono la pena.
Interroghiamoci se "questa è la strada giusta per assicurarci un futuro".

Ingredienti per due persone:
150/200 gr di seitan
1 scalogno o una cipollina
2 cucchiai di salsa di soja
1 o 2 bicchieri d'acqua

per il ramen:
200 gr di noodles
400/500 ml di acqua
2 cucchiai di salsa di soja
1 pezzo di zenzero
1 cucchiaino di malto d'orzo
una macinata di pepe bianco

per il top:
qualche foglia di spinaci o di costine
mezzo porro
1 uovo
1 foglio di alga nori
1 narutomaki (io non l'ho trovato e mi sono arrangiata con del surimi, del prosciutto cotto e un cucchiaio di concentrato di pomodoro)

-Fare stufare il seitan facendolo prima arrosticchiare su un lettino di scalogno e poi far continuare la cottura con la salsa di soja e l'acqua per circa 30/40 minuti. Fare poi raffreddare e tagliare a fette abbastanza spesse.
-Intanto sbollentare gli spinaci o le costine. Una volta freddi strizzarli e tagliarli in modo regolare.
-Sodare un uovo.
-Tagliare il porro a filini sottili.
-Se trovate il narutomaki meglio. Sennò io ho provveduto così: ho srotolato tre surimi e li ho sovrapposti, ho poi tritato finemente del prosciutto cotto con un cucchiaio di concentrato di pomodoro, l'ho steso sul surimi, l'ho riarrotolato stretto fermandolo con della pellicola e l'ho messo in frigo per un'oretta.
-Ora fare bollire l'acqua, aggiungere lo zenzero, la soja, il malto, il pepe e infine i noodles.
-Una volta cotti versare il contenuto in due ciotole, compreso il brodo.
-Disporre poi sopra le fette di seitan, un foglio di alga nori, gli spinaci, mezzo uovo, il narutomaki (o quel che l'è) tagliato a "fetta di salame" e il porro a filini.
-Gustare con bacchette e tassativo risucchio (pare sia molto cool :)

lunedì 21 marzo 2011

HABEMUS AGAR...!
Bocconi di gelatina di succo di sambuco con crema di composta di fragola

























Ho sempre promesso che una volta terminata l'esigua scorta di fogli di colla di pesce avrei utilizzato l'agar-agar.
Chissà perchè questa polverina mi ha già stregata...
Sarà che la uso col misurino, ma mi sembra davvero di essere un chimico semi-sano alle prese con qualche esperimento dall'esito incerto, infiammato dal sacro fuoco della creazione!
E poi non so... l'ho usata senza remore, mentre la colla di pesce l'ho sempre solo adoperata in preparazioni dove non potevo davvero farne a meno.
Il fatto di utilizzare un addensante vegetale mi fa stare a cuor leggero. Non che sia vegetariana, ma forse la componente principe della colla di pesce, a pensarci, un po' di impressione la fa... soprattutto se la associo a una gelatina di frutta da "ciucciare" allegramente...

Sono ai primi tentativi quindi vi prego di non giudicare la banalità della ricetta, ma di considerarla una specie di tabella, se vogliamo...
Infatti, nei miei primi esperimenti eseguiti, ho constatato che volendo raggiungere una densità da dessert, quindi cremosa, basterà un rapporto di 1 grammo per ogni etto di sostanza da addensare.
Se invece vogliamo una consistenza più gelatinosa si può tranquillamente raddoppiare.
Se desideriamo una consistenza tipo gelatina di frutta aumentare a piacere.
Tuttavia non è così semplice perchè dipende molto dall'acidità dell'ingrediente di partenza, dalla pectina in esso già contenuta e dal fatto che sia "polposo" o liquido...
Il bello di questo processo, però, è che è retroattivo: se una volta solidificato l'alimento non siamo soddisfatti della consistenza, possiamo riscaldarlo nuovamente e aggiugere agar o liquido. Certo... possiamo farlo anche con la colla di pesce, ma la praticità della polvere dosabile con un misurino non ha paragone...
Ecco quindi cosa starà all'embrione di tanti dolci che dire light è dire poco e che -so già!- mi accompagneranno tutta questa estate che verrà! :D
Questi bocconi in particolare sono perfetti per "sciacquarsi" la bocca preparandola per un dessert.

Con questa preparazione partecipo al contest di Kia di superilmestolo: Agar Agar pensaci tu!!!

Ingredienti per la gelatina di sambuco:
500 ml di succo di sambuco (l'ho estratto a caldo preparando una composta con le bacche)
zucchero a piacere (io 4 cucchiai)
10 gr di agar-agar

-Scaldare il liquido fino ad ebollizione e zuccherarlo girando bene.
-Aggiungere l'agar a pioggia (se si desidera farlo sciogliere prima in poca acqua lasciandolo riposare un paio di minuti) e mescolare energicamente per 2 o 3 minuti.
-Mettere negli stampini desiderati e poi, una volta raffreddato, riporre in frigo per un paio d'ore.
Con questa dose di 2 gr x 100 gr raggiungeremo una consistenza molto compatta.

Ingredienti per la crema di composta di fragole:
300 g di fragole
2 cucchiai di zucchero
una spruzzata di limone
3 gr di agar-agar

-Mondare le fragole e tagliarle, tagliarle a pezzi, aggiungervi il limone e lo zucchero e mettere sul fuoco a fiamma bassa.
-Una volta che tenderanno a disfarsi, frullarle a caldo.
-Aggiungere l'agar a pioggia, mescolare energicamente per 2 o 3 minuti e togliere dal fuoco.
-Fare raffreddare e poi riporre in frigo.
Con questa dose di 1 gr x 100 gr raggiungeremo una consistenza cremosa.

Altri esperimenti... in corso d'opera! ;)


venerdì 18 marzo 2011

SFORMATINI TRICOLORE
cercando il senso di appartenenza




















Ieri è stata la festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Lo scrivo e già mi occorre una pausa per pensare.
Cosa mi ha smosso alla fine questa celebrazione?
Un gran rodimento interiore nel vedere l'intera classe politica applaudire la retorica e cantare l'inno con ostentata fierezza.
Un giramento di cabasisi nel constatare con quale presidente del consiglio siamo arrivati a questa ricorrenza.
Un fastidio interiore nel non sentire un senso di appertenenza, un barlume di patriottismo, un benchè minimo moto di fierezza...
Non sono cresciuta con il senso della patria, forse perchè l'aveva già fatta qualcun altro, e ancora adesso mi chiedo cosa rappresenti per me il tricolore.
Ma quando vedo un ragazzo indiano al semaforo in piedi sotto la pioggia per ore a vendere bandiere mi confondo ancora di più.
Per qualcuno (che sta peggio) significa speranza. Per altri democrazia.
Ma per noi che ci siamo dentro??
Perchè dobbiamo sempre pensare a chi sta peggio per valutare ciò che abbiamo? Questo non ci fa crescere.

Nel pomeriggio seguo la presentazione di un libro: Donne del Risorgimento, tenuta dall' autrice nelle vesti di gradevolissima oratrice.
Lì -nella storia- trovo fermento di ideali, volontà di appartenenza, sprezzo della paura e tenacia nel perseguire un credo fino alla morte.
In una ricorrenza che non si può non festeggiare faccio pace con questa festa pensando con immenso rispetto a chi ha sacrificato tutto, anche la vita, per quella bandiera che ostentiamo più per goliardìa che per senso di patria.

Uffici pubblici (l'impiegato col pizzetto dipinto a tricolore, manco ai mondiali lo avremmo visto) e identità private (supermercati, negozi) ostentano spillette e coccarde.
Sul mio balcone sventola il tricolore.
E forse anche il mio piatto, preparato per una cena tra amici, rappresenta uno sforzo da parte mia nel cercare questo spirito di appartenenza. Un po' goliardico, forse. Ma giuro che ci ho provato.

Ingredienti per 6 cocottine:
1 cestino di cavoletti
1 terrina grande di spinaci al netto
mezza cipolla
3 uova
3 cucchiai di besciamella soda
2 etti di mortadella
una generosa grattata di parmigiano o pecorino
Olio evo, sale, pepe qb
formaggio filante e pomodori secchi per il top

-Lessare le verdure in acqua salata e poi passarle al mixer per ridurle in purea.
-Fare soffriggere la mezza cipolla in olio evo fino a doratura e poi aggiungervi la purea di verdura e farla saltare in modo che perda più possibile umidità.
-Aggiungere al composto due cucchiai di besciamella e fare raffreddare.
-Intanto passare al mixer la mortadella con un tuorlo e un cucchiaio di besciamella.
-Quando il composto di verdure è freddo aggiungere anche lì due tuorli e amalgamare bene.
-Montare gli albumi a neve e aggiungerne l'equivalente dei 2/3 alle verdure e il restante 1/3 alla mortadella, mescolando dall'alto verso il basso per non smontarli.
-Prendere poi i pirottini e con un cucchiaio fare uno strato di composto verde, poi uno di mortadella e poi un altro verde.
-Mettere le cocotte in una teglia, riempirla d'acqua affinchè i 2/3 dei pirottini ne siano immersi e infornare a 180° per 30 minuti o finché si sarà formata una bella crosticina.
-Estrarre dal forno, aggiunfere formaggio e pomodorini e rinfornare per altri 5 minuti, giusto perchè si fonda il formaggio senza bruciacchiarsi.
-Sfornare dopo 5 minuti di stazionamento a forno spendo (pura precauzione), fare intiepidire un po' e servire.
-Noi le abbiamo mangiate riscaldate poi nel forno con coperchietto sopra e non avevano perso nulla dell'ariosa sofficità. Ottime: da rifare!

Con questa ricetta partecipo al contest Una Ricetta Lunga 150 anni di Cuoca a Tempo Perso.

lunedì 14 marzo 2011

UNA PASTA AL FORNO SPECIALE
fatta perBene...























Confesso che ne sapevo davvero poco sull' endometriosi.
Non posso che ringraziare Sonia (anche per le delucidazioni via mail :) per aver posto l'accento su un problema così comune eppure non così chiaro ai molti.
Come sempre l'alimentazione gioca un ruolo fondamentale quando si è affetti da una qualche patologia.
Chi lo è da endometriosi trae beneficio da alimenti come pasta, riso, cereali integrali, verdure, pesce azzurro, olio evo, noci.
Da evitare, invece, sono gli alimenti che possono incrementare le infiammazioni come i latticini, le carni rosse, la caffeina, l'alcol, il burro, i grassi insaturi e altri ancora che potete leggere sull'Intro del Contest perBene di Oggi Pane e Salame, domani...
Trovo confortante sapere che piccole attenzioni nutrizionali possano fare la differenza ed è per questo che partecipo molto volentieri a questo progetto di divulgazione di cui mi faccio tassello.
Maggiori delucidazioni in merito le troverete presso ILLA for People e A.P.E. Onlus, partners dell'inziativa.

La mia scelta degli ingredienti è caduta sulla volontà di creare un piatto unico, anche gradevole all'occhio (chi deve limitarsi a tavola, secondo me, deve essere doppiamente premiato con pietanze che, oltre che buone e preparate con cura, siano anche gradevoli alla vista!).
I carboidrati sono dati dalla pasta, le fibre da abbondanti verdure e le proteine dalla frutta secca e dalle uova, creando così un piatto equilibrato e completo.
A noi è piaciuta tantissimo! Delicata, ma gustosa. E con un perfetto equilibrio tra tutti i sapori presenti. L'hommo si è rivelato entusiasta e ha dichiarato di averla mangiata più volentieri di un piatto di lasagne, che detto da lui... °_°
Ecco la ricetta :)

Ingredienti per uno stampo da plum-cake:
250/300 gr di ziti
4 carciofi
2 fette spesse di zucca
mezza cipolla
5/6 noci
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
3 uova
3/4 scalogni
1 cucchiaio di miele granulare (o zucchero)
Olio evo, sale, noce moscata, prezzemolo qb

-In una padella profumare un po' d'olio evo con lo spicchio d'aglio. Imbiondirvi la cipolla e mettervi a cuocere i carciofi mondati e affettati sottilmente, aggiungendo verso la fine il prezzemolo. Una volta cotti lasciare raffreddare.
-Intanto stufare la zucca in acqua e sale finchè non accennerà a sfaldarsi. Una volta pronta lasciare raffreddare.
-Cuocere contemporaneamente gli ziti, scolarli e lasciarli raffreddare adagiati per lungo su un vassoio, unti con un po' d'olio.
-Affettare grossolanamente lo scalogno e farlo soffriggere un poco con un pizzico di sale e il miele granulare, ma senza portare a termine la cottura. Lasciare raffreddare.
-Sbattere il primo uovo con un pizzico di sale e unirlo ai carciofi assieme alle noci tritate grossolanamente.
-Sbattere il secondo uovo con un pizzico di sale e aggiungerlo alla zucca con i pinoli e un poco di noce moscata.
-Sbattere il terzo uovo con un pizzico di sale e tenere da parte.
-Procedere tagliando gli ziti tutti uguali, se necessario, e posizionandoli in uno strato sul fondo dello stampo da plum cake rivestito da carta da forno inumidita.
-Aggiungere due cucchiai dell'uovo sbattuto distribuendoli per bene.
-Fare un altro strato di ziti e aggiungere l'uovo come sopra.
-Adagiare poi con cura i carciofi facendo attenzione che aderiscano bene alla parete dello stampo pigiando un po' col cucchiaio.
-Creare un altro strato di ziti al quale verranno uniti gli ultimi due cucchiai di uovo.
-Procedere adagiandovi sopra la zucca che sarà ormai ridotta a crema.
-Infornare sul ripiano basso del forno per 30 minuti in forno preriscaldato a 180°.
-Estrarre, aggiungere sulla superficie lo scalogno caramellato e rinfornare per altri 15 minuti circa o finchè lo scalogno non assumerà un bel colorito dorato.
-Sformare una volta intiepidito e servire.

mercoledì 9 marzo 2011

CREME CARAMEL
VS
PUDDING
DI PERLE DI TAPIOCA ALLA FAVA TONKA


Quando ho aperto il blog, mesi fa, imperava il mitico tè matcha. Ne ero totalmente affascinata... quel colore verdino che dipingeva poetici cakes mi aveva catturata totalmente. La febbre del matcha mi è passata vedendo quanti eurini mi sarebbe costato colorare muffins e biscotti...
E' poi venuta la volta delle perle di tapioca. Ho visto tentativi davvero originali per convincerci che era un ingrediente buono oltre che curioso...
E finchè non le ho provate non ho avuto pace.
In ultimo ecco la fava tonka. Se non avessi provato la fava tonka sarei potuta morire di curiosità aggrappandomi angosciata al monitor del pc...
Addirittura evitavo di capire che sapore potesse avere per gustarmi totalmente la sorpresa, una volta procurata.
E non è stato facile! Non vivo certo in una città dimanticata dal mondo, ma anche cercandola nei negozi più accreditati mi son vista rimirare da capo a piè con occhio pallato.
Ho desistito quando una commessa, alla mia richiesta, ha risposto: " la fava atomica???!!! "
... °_° ...
Non restava che ordinarla on line (ottima scusa per fare il pieno di spezie interessanti tra cui l'African Rub e altre che prima o poi presenterò).

Questo per dire cosa?
Per porvi un quesito:
se sul menù di un ristorante leggeste questi due dessert e mai in vita vostra aveste provato perle e fava... cosa scegliereste?
Io, curiosa come sono, ho già implicitamente risposto.
Poi crème caramel tutta la vita, eh!
Ma ad una tastatina a nuovi sapori non so resistere...
E mi chiedo come si possA! Per quello vi interrogo...
Sarò food-fashion-victim o solo vittima della mia scimmiesca curiosità culinaria??
Mah! Intanto stasera doppio dessert... :)

Mi scuso per la riuscita sommaria delle preparazioni. Non son poi così belline...
Per la Crème Caramel non lascio ricetta. Ognuno ha la sua...
Lascio però quella del pudding, unico modo degno, a mio avviso, di consumare le perle di tapioca. La ricetta è la base di questa, presa da questa di Tuki, con leggera modifica tonkesca.
Come dice lei, trattare queste palline come si farebbe per un budino di riso, è la cosa migliore.
Inoltre avremo un comfort-food piuttosto leggero e decisamente gradevole...

Ingredienti per il pudding:
350 ml di latte
50 gr di perle di tapioca
1 tuorlo
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
una grattata di fava tonka

-Lavare le perle, sgocciolarle e versarle insieme al latte in un pentolino dal fondo alto. Lasciare in ammollo per 30 minuti circa.
-Unire poi nel pentolino, insieme alla tapioca e al latte, il sale, una generosa grattata di fava tonka (per la quantità va a gusto. Io mi regolo come se grattassi della noce moscata perchè ha lo stesso "potere insaporitore") e il tuorlo d'uovo precedentemente lavorato con lo zucchero.
-Mescolare bene e portare ad ebollizione su fiamma bassissima (io ho anche usato un frangifiamma), avendo cura di non smettere di mescolare per circa 15 min da quando si vedranno le prime bolle.
-Un volta che si sarà formato un composto cremoso e le perle saranno trasparenti, ma sempre intere, trasferire il tutto in un recipiente di vetro per fargli perdere un po' di calore e coprire con film alimentare a contatto per fare sì che non si formi la pellicola sopra la crema. Lasciare intiepidire.
-Mettere il composto un una cocottina, cospargere di zucchero e caramellare in forno o con l'apposito attrezzo.
-Servire tipido.

venerdì 4 marzo 2011

AFRICAN RUB
Il lato indomabile della polpetta






















African Rub (leggo quanto riporta l'etichetta del sacchettino di spezie):
E' una miscela di spezie con l'aroma e la forza tipici dell'Africa.
Insaporisce in forma selvaggia [ :D ] e intensa carne alla brace o in padella.
Sapore unico, indimenticabile e affascinante.
Miscela nata in Sud-Africa per insaporire la carne alla brace nel corso dei safari [ !!! ].
Ingredienti: timo, pepe, aglio, alloro, curcuma, cassia, cannella, zucchero di canna, sale, cumino, kummel, coriandolo, cardamomo, senape, zenzero, pepe della Jamaica, prezzemolo, cipolla, chili, noce moscata.

Questa cosa della forma selavaggia di come questa miscela insaporisca la carne mi ha fatto ridere la prima volta e continua a farmi ridacchiare ancora, non senza destare però qualche preoccupazione!
Immaginavo già epiloghi di cene con commensali danzanti intorno ai tavoli e mobili trasformati in falò...
Mi son chiesta: ohmmamma... e se usassi questa miscela per delle semplici polpettine che succederebbe?? Mi si trasformerebbero in meteore saltellanti che una volta cotte prenderebbero il via seguendo il richiamo della savana??
Insomma... ho deciso di correre ugualmente questo grosso rischio, ma non senza le dovute cautele...
Ho aggiunto yogurt (quello, si sa, non è che aizzi gli animi...), ho usato manzo e salsiccia (invece che improbabili animali frutto di qualche safari), ho aggiunto delle placide patate e ho preparato le polpette ascoltando la colonna sonora di Amelie di Yann Tiersen...
Insomma... ho fatto di tutto per evitare che il preoccupante e incontrollabile lato selvaggio della pietanza si risvegliasse...

Caspiterina, però! Una certa danza sulle papille con acquolina annessa la fanno ugualmente...
Non potevo non proporle a Claudia di Verdecardamomo per il suo contest Magie con le Spezie.


Ingredienti:
200 gr di macinato di manzo
200 gr di salsiccia
2 patate medie
1 uovo
1 cucchiaio di prezzemolo
1 yogurt greco compatto al naturale
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
sale e olio evo qb
3 cucchiaini di African Rub

-Lessare le patate e passarle al passalegumi o allo schiacciamedesime.
-Sbudellare la salsiccia (lo so... termine orrendo, ma qui siamo selvaggiii!! :) e unirla al manzo, all'uovo a qualche pizzico di sale, al prezzemolo, a un cucchiaio di yogurt e a un cucchiaino di African Rub.
-Impastare il tutto. Il composto è morbido e appiccicosino. Volutamente non ho aggiunto del pan grattato perchè le volevo belle morbide, ma vedete voi.
-Formare delle palline della grandezza di una noce e riporre su un piatto.
-In una padella grande scaldare dell'olio, mettere a soffriggere lo spicchio d'aglio giusto per dare profumo e poi toglierlo. Buttarvi poi la cipolla a dadini e farla imbiondire.
-Una volta ammorbidita la cipolla unire le polpettine e rigirarle con cura in modo che soffriggano bene.
-In una padella più piccolina, intanto, fare scaldare un paio di cucchiai d'olio e unirvi poi i due restanti cucchiaini di African Rub facendola sfrigugliare.
-Unire subito il restante yogurt, un pizzico di sale e mescolare bene finchè il tutto non sia ben amalgamato.
-Versare il composto sulle polpette e fare cuocere senza coperchio finchè non si sia consumato l'intingolo, rigirandole con cura.

Io l'ho canzonata, ma l'African Rub è davvero un'accreditata miscela piuttosto famosa per la carne alla brace :)
E confermo... nonostante i miei tentativi di domarla è un'esplosione di sapore!

Claudia chiede di raccontare perchè abbiamo scelto una determinata spezia. Nel mio caso è semplicissimo! Dopo aver letto un'etichetta così non avreste voluto provarla anche voi?? :D

mercoledì 2 marzo 2011

MINI CAKES DI FARINA DI CASTAGNE
Morbidissimi...



















Innanzitutto GRAZIE.
Grazie per gli auguri, grazie a chi si è fermato un attimo a scrivermi due righe, grazie, insomma!
Il compleanno che si era annunciato con botti e festeggiamenti ha avuto un brusca frenata, per poi riprendersi nel finire della settimana scorsa.
Ci son state cose, quest'anno, davvero da dimenticare...
Ma altre invece assolutamente da ricordare e che, anzi, hanno dato una spinta piacevole e spazzato via quelle antipatiche, per qualche giorno.
Mi sono fatta, conoscendo Viola, davvero un bel regalo... :)

E così, per ringraziarvi ancora del vostro passaggio, voglio rendervi partecipi di una ricettina che mia non è, ma che ho ormai adottato come tra i miei pret-a-préparer favoriti.
Quando l'ho vista me ne sono subito innamorata. Adoro castagne e derivati e la mia farina aspettava proprio l'ispirazione giusta.
In verità ho già fatto questo impasto tre volte (compresa una per il compleanno della mum farcita di ganache al fondente), ma ce lo siamo sempre tacitamente pappato senza rendergli ancora la giusta menzione d'onore.
Ecco quinidi cosa ha fatto In Cucina Con Me con la farina di castagne.
Qui scrivo la "mia" versione a cui ho apportato delle piccole varianti dettate dal gusto personale.

Ingredienti:
120 gr di farina di castagne
100 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di zucchero
3 uova a temperatura ambiente
120 gr di latte
30 gr di pinoli
1 punta di cucchiaino di polvere di vaniglia
mezza bustina di lievito

per decorare:
una manciata di pinoli
50 gr di cioccolato fondente al 65% sciolto a bagnomaria

-Montare burro, zucchero e polvere di vaniglia fino ad ottenere una massa spumosa.
-Aggiungere poi un uovo alla volta amalgamando bene prima di aggiungere il successivo.
-Unire poi la farina a pioggia intervallandola al latte quando l'impasto diventerà più consistente.
-Aggiungere infine il lievito e per ultimi i pinoli.
L'impasto avrà un po' l'aspetto "ricottina" di quelli che sembra tendano a slegarsi, ma non  preoccupatevi: in vero è decisamente stabile e rende anche parecchio nonostante le minima quantità di farina.
-Mettere l'impasto in unico stampo o stampini separati e infornare in forno preriscaldato a 180° per 20 munuti per gli stampi piccoli e 30/40 a seconda della dimensione, per quelli grandi.

Io li adoro...




Caris mi ha  sfacciatamente ( e mai sfacciataggine fu più gradita :) chiesto di inserire questa ricetta nella sua raccolta in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla chiusura della Fondazione Santa Lucia.
La ricetta non è mia, come ripeto, ma accolgo volentierissimo il suo invito.
Grazie Caris... e, come ho già scritto da te, mi fa immenso piacere vedere che la tua inziativa abbia avuto una tale risonanza.