________________________________ non cucino, gioco: something about me ________________________________

lunedì 30 agosto 2010

TRIS DI VERDURE RIPIENE ALL'AMARANTO
e tris di abbinamenti



















Stavolta non sapevo davvero dove sarei andata a parare...
Beh... è quasi sempre così veramente ( ed è per questo che mi diverto, credo :), ma questa volta... sono andata totalmente alla cieca.
Tempo fa ho acquistato una confezione di amaranto soffiato (per le info leggere qui) e non conoscendolo ho domandato al commesso di spiegarmi cosa fosse e come si utilizzasse.
Mi spiegò, in modo fuorviante, che è un cereale e che avrei dovuto cuocerlo.
Fuorviante perchè in realtà cereale non è e, soprattutto, quello soffiato credo non vada cotto affatto...
Nemmeno le ricerchine in rete sono state esaustive sull'argomento: si parlava o di cotture lunghissime o di consumazioni a colazione nello yogurt. Quindi, come ho detto, sono andata a naso.
Sarà che ho studiato tre ripieni diversi che han reso la cosa più sfiziosa, ma ce le siamo spazzolate tutte, queste verdurine...!!!
Sicuramente lo riutilizzerò, magari non soffiato per capire bene la differenza. Mi incuriosisce tantissimo il fatto che si possano fare delle specie di pop-corn scaldando i grani  in padella come per il mais... :>

Mi fa piacere contribuire con questa ricetta al contest Cereali Integrali de Il Gatto Goloso (anche se... pare che l'amaranto cereale non sia! :)

Ingredienti di base:
100 gr di amaranto soffiato
100 gr di riso parboiled
2 uova

Per i Pomodori:
2 scalogni
origano
pangrattato
sale, zucchero e pepe qb

Per il Peperone:
5 filetti di acciughe
una manciata di capperi
una dozzina di nocciole
pangrattato

Per la Melanzana:
pomodoro (quello ricavato svuotando quelli sopra)
qualche foglia di basilico
qualche fetta di salame piccante
polpa della melanzana
pangrattato

-Far tostare un poco l'amaranto soffiato in pochissimo olio e poi aggiungere dell'acqua e del sale per cuocerlo. Basteranno 5 minuti perchè si disfi, quindi scolarlo molto bene in un colo fitto e metterlo a raffreddare mescolando di tanto in tanto.
-Fare cuocere il riso al dente e mischiarlo all'amaranto per farli raffreddare insieme e perchè il riso gli rubi un po' di umidità.
-Tagliare a metà una melanzana, privarla della polpa, cospargerla di sale e metterla capovolta su una gratella per una mezz'oretta perchè si elimini l'acqua di vegetazione. Fare lo stesso con la polpa tagliata a pezzi.
-Svuotare i pomodori, tagliarne la polpa a cubetti e mettere da parte.
-Mondare il peperone, tagliare a metà e mettere da parte.
-Preparare in un padellino lo scalogno facendolo ammorbidire in poco olio e poi cuocendolo in aceto, zucchero e sale a seconda del gusto personale. Mettere da parte.
-Stufare la polpa di melanzana, passarla al minipimer finchè non sia una crema e mettere da parte.
-Passare al mixer le alici, le nocciole e i capperi e... mettere da parte :)
-Prendere il mix di amaranto e riso ormai freddo e aggiungervi le uova sbattute precedentemente in una ciotola con un pizzico di sale e pepe. Dividere il tutto a occhio in tre terrine diverse.
-Ora procedere con l'assemblaggio dei vari ripieni.
Per i pomodori: unire all'amaranto e riso lo scalogno e l'origano e riempirli avendo cura di cospargerli prima con una spolverata di pangratto.
Per il peperone: unire ai cereali il trito di nocciole, capperi e alici e riempirli, sempre spolverandoli prima con del pangrattato.
Per la melanzana: unire al mix il pomodoro, la crema di polpa di melanzana, il salame a cubettini e il basilico tagliuzzato e riempire dopo la spolveratina di pangrattato.
-Riporre in una teglia foderata di carta da forno e infornare a 180° per 50 min o qb.

L'amaranto, a differenza di quel che mi aspettassi, è piuttosto saporito e ben regge i gusti accesi degli abbinamenti. Inoltre in questa preparazione è risultato cremoso dando alle verdure la giusta umidità e un ripieno non troppo compatto. E poi è digeribilissimo...!

venerdì 27 agosto 2010

CAKE LEMON CURD E CIOC-COLATA
e ricerca del real plum-cake


















Quando acquistai il Lemon Curd alla Fiera Gastronomica Itinerante lo assaggiai in questo enorme banco con il tetto del tendone raffigurante una bandiera inglese. Pensai: beh, se non è buono questo!
E in effetti mi conquistò immediatamente (non lo avevo ancora mai assaporato). Ne acquistai due vasetti che ho custodito gelosamente fino all'altro giorno quando ho, con dedizione, cura e attenzione, deciso di aprirne uno. Temevo che una volta girato il tappo di quel barattolo non sarei più riuscita a smettere. D'altronde il Banana Curd mi aveva dato di questi problemi... :>
Vabbè... avrei resistito! Sarei stata forte!
Mi armo di cucchiaino, apro il barattolo (il ffopp della capsula mi fa da preludio alla delizia), annuso e... già lì le note eran diverse da come ricordavo. Storgo un po' il naso, affondo la posata in quella bella consistenza cremosa, ma era più compatta di quel che mi aspettassi. Assaggio e... mamma mia! Che sapore carico! Ma quello che avevo assaggiato lì mica era così! Era cremoso, vellutato e delicatamente asprigno...
Questo sembra un concentrato di limone abbinato a un burro decisamente saporito che ne conferisce qualche nota di formaggio.
Insomma... dacchè credevo di non fermarmi più dopo l'assaggio, ho poi dovuto inventarmi un dolce per cercare di consumarlo perchè così sul pane proprio non se ne parlava...
E nemmeno in una crostata perchè, se da un lato lo avrei finito in unica soluzione, dall'altro il suo gusto deciso sarebbe stato veramente troppo!
Ci voleva un impasto un po' asciutto per accompagnarlo e qualcos'altro che ne arrotondasse il gusto così spigoloso.
E quindi va da se: cake e cioccolato.
Certo che per me che amo gli impasti umidi non è che sia il massimo, ma dato l'abbinamento limone/cioccolato (che io amo) ne è uscito un gusto interessante...

Inoltre vorrei fare un appello: ma la VERA ricetta del plumcake... quello burroso e semplice... qualcuno ce l'ha?? Sembra facile, ma vi assicuro che le contaminazioni sono talmente tante che ho difficoltà a trovarla!

Ingredienti:
200 gr di farina 00
50 gr di maizena
150 gr di zucchero
150 gr di burro
3 uova
1 bustina di lievito

Per la farcitura:
100 gr circa di Lemon Curd

Per il top:
100 gr di cioccolato fondente al 70%

-Montare il burro ammorbidito con lo zucchero avendo pazienza di trasformarlo in una crema soffice e spumosa. Io ho usato la frusta elettrica.
-Unire poi la maizena a pioggia.
-Incorporare poi un uovo alla volta amalgamando bene.
-Unire infine la farina a pioggia e il lievito. L'impasto risulterà piuttosto denso tipo mousse.
-Mattere nella forma e livellare bene con la spatola.
-Infornare in forno preriscaldato a 170° per 30-35 minuti.
-La lievitazione è piuttosto uniforme a differenza dei cakes dalla tipica forma bombata.
-Sformare da tiepido e far finire il reffreddamento da capovolto.
-Una volta raffreddato tagliarlo a metà e farcirlo.
-Infine colare sopra il cioccolato fuso a bagnomaria e mettere in frigo per un'oretta o qb per fare rapprendere il cioccolato.

Un impasto perfetto per essere farcito e decorato data la leggerezza e la consistenza asciutta, ma non adatto (a mio parere) da consumare da solo.

lunedì 23 agosto 2010

GORGOPROFITEROLES
e i fantastici bisù


















[Vorrei riesumare questo vecchio post datato 17 Maggio.
All'epoca non avevo ancora varato il blog, ma ci stavo lavorando.
Quando ho visto il Contest di Benedetta ho pensato valesse la pena rispolverarlo, dato che per me è stato motivo di orgoglio riuscire a preparare i bisù (tant'è che ne utilizzo l'immagine come avatar!) e farne un profiteroles salato che mi girava in testa da un po'. La foto è scarsa, ma spero mi perdonerete, unitamente al fatto di ri-proporre qualcosa di già postato.]



Era da qualche settimana che mi frullava questo profiteroles salato con cascata di gorgonzola fusa e semini di papavero sopra...
Lo immaginavo ripeno di un formaggio leggero e aromatico e i bisù uno sull'altro come il classico profiteroles dolce.
Si, bisù e non bignè, perchè era così che li chiamavano nel piccolo negozietto dove ci si fermava a comprarli ogni volta che si andava in campagna.
Erano fragranti e dal buon gusto di uova, leggerissimi e cavi all'interno pronti a ospitare delicate creme o deliziosa panna montata. Tuttavia erano così buoni da soli che non ricordo di averli mai mangiati ripieni.
E chi avrebbe mai detto che fossero così facili da preparare...?
Io mi sorprendo ancora nel constatare come basti un pizzico di tempo e applicazione... forse perchè fino a sei mesi fa non avevo mai fatto nemmeno un biscotto...
Qui ho preso le dosi, che non riscriverò perchè non c'è nulla di più chiaro di una videoricetta :)


Per quanto riguarda il ripieno, eccolo.
Ingredienti:
250 gr di ricotta
100 gr di robiola
50 gr Philadelphia
150 gr di gorgonzola dolce
Erbette miste (timo, prezzemolo, mentuccia, basilico)
olio evo
coriandolo in polvere
pepe
semi di papavero per guarnire


-Lavorare i formaggi (tranne il gorgonzola) in una terrina mescolando energicamente con una forchetta, aggiungendo un po' d'olio per ammorbidire il composto.
-Quando sarà diventata un crema unire le erbette tritate e le spezie incorporandole per bene.
-Inserire il composto in sac-a-poche con bocchetta liscia, praticare con quest'ultima un foro sotto il bisù e riempire.
-Fare sciogliere il gorgonzole a bagnomaria e farlo colare sulla piramide di bisù ripieni avendo cura di farne andare un po' tra l'uno e l'altro per fissarli insieme.
-Cospargere di semi di papavero e servire.

venerdì 20 agosto 2010

PESTO DI MELANZANE E PISTACCHI
e concitato assaggio























Non ho troppi testimoni di quanto sia buono questo pesto...
Il dì che lo preparai (eh, sì... ricetta di "repertorio") fu per portarlo a casa di un'amica insieme a un dolcetto. Era la prima volta che si mangiava insieme e che mi recavo a casa sua.
Ricordo che lo preparai di fretta e che ero in ritardo. Ne misi di corsa i 2/3 in un contenitore di vetro, lo infilai in una borsa e scesi al volo le scale lasciando in cucina tutto il casino della preparazione (gusci di pistacchi, bucce di melanzane, mixer da lavare, olio e sale ovunque). Ero veramente con l'acqua alla gola anche perchè essendo un'amica non di vecchia data ci tenevo un po' di a una certa puntualità...
Arrivo sotto, salgo in macchina, poso dentro la borsa e noto un certo dislivello sul panorama davanti a me.
- No... posteriore sinistra... gomma a terra!
E giù una sequela di signorili epiteti per la gomma...
Per fortuna l'hommo non era al lavoro! Avrei preso la sua macchina...
Torno indietro, poso la borsa col vasetto di pesto sul muretto sotto casa e volo su a prendere le altre chiavi, torno giù tipo ali ai piedi e che ti trovo? La borsa col vasetto per terra.
Altri epiteti volanti... guardo dentro per sistemare il vasetto: SPACCATO! E qui gli improperi si son sprecati...
Risalgo al volo a in casa, mollo il barattolo rotto del pesto insieme al resto del casino, ne prendo il rimanente (mettendolo concitatamente in un contenitore DI PLASTICA) amorosamente conservato per l'hommo (perchè era TROPPO buono e DOVEVA almeno assaggiarlo) e scappo via.
Morale: quando lui è rientrato da alcune commissioni si è trovato la cucina tipo "tromba d'aria" da riordinare, una gomma da cambiare e nemmeno un po' di sughetto consolatore per condirsi una pasta a pranzo... :P
Per fortuna è veloce e glielo rifarò presto!
E per fortuna quel che era rimasto era abbondante e sufficiente per due.
L'unica testimone ha apprezzato tantisssssimo :)

Ingredienti:
1 melanzana, preferibilmente la qualità chiara
50 gr di pistacchi salati sgusciati
una decina di foglie di basilico
50 gr tra parmigiano e pecorino
olio evo qb
pepe
un piccolo spicchio d'aglio

-Fare stufare la melanzana finchè non accennerà a disfarsi e poi frullarla.
-Tritare non troppo finemente nel mixer il basilico, i pistacchi, l'aglio e i formaggi come a fare il classico pesto.
-Unire i due composti correggendo di olio sale e pepe.

Quel tipo di melanzana è particolarmente dolce e ben si sposa con i sapidi pistacchi creando una crema davvero delicata...

lunedì 16 agosto 2010

SHORTBREADS MALVA, PEPE E MANDORLE
Aperitivando...

















A me un goccetto ogni tanto piace proprio :) !
Un bel cocktail forte in compagnia mi dà una bella e gradita corroborata!
Lo reggo bene e non esagero. E' semplicemente il piacere di un po' di alcol, magari dosato e miscelato a creare qualcosa di particolare...
Personalmente ho la mia miscela preferita di cui parlerò più avanti (quando il bar che l'ha creata riaprirà i battenti), ma son sempre curiosa di provarne di nuove.
Non ho gusti complicati: non amo il troppo dolce nè il troppo secco, quindi con me non è difficile sperimentare, basta un po' di fantasia.
Ecco, magari prediligo i bicchieri "impugnabili" e non quelli da Martini. Bellissimi eh, ma da colmi mi dondolano paurosamente tra le mani costringendo la bocca un po' a proboscide ad andare verso il bicchiere (invece che viceversa da Galateo! :) ... insomma nemmeno tanto un bel vedere!
Quando ho saputo che sotto i leggiadri fiori di Lucy batteva un cuore da barwoman mi sono entusiasmata!
L'ultimo cocktail da lei creato credo debba essere nelle mie corde.
E inoltre è di un bello...
E così, complice il suo contest e l'ispirazione che ho avuto dal suo aperitivo, ho sfornato questi.
Non vi dico che profumo di pepe si è sprigionato durante la cottura... sublime!

Ingredienti:
250 gr di farina 00
150 gr di burro
1 cucchiaino raso di sale
1 cucchiaino raso di pepe
70 gr di mandorle pelate
4 cucchiai di fiori di malva essiccati
1 tuorlo

-Passare al mixer il burro, la farina, il sale e il pepe finché non si sia formato un composto sabbioso.
-Trasferire in un terrina, unire i fiori di malva e impastare finché gli ingredienti non si siano legati tra loro.
-Formare con l'impasto ottenuto 3 salamini del diametro di circa 3 cm, avvolegere nella pellicole e mettere in frigo per una mezz'oretta.
-Intanto tritare gorssolanamente le mandorle fino a formare una granella.
-Trascorso il tempo dovuto spellicolare i salamini, spennellarli con tuorlo d'uovo e rotolarli nella granella facendo una leggera pressione.
-Riavvolgere nella pellicola e lasciare in frigo un'altra mezz'ora.
-Preriscaldare il forno a 170° e infornare una placca rivestita di carta da forno con i biscotti ottenuti tagliando i salamotti a fette di circa 1 cm di spessore o poco meno. Cospargere la superficie di sale.
-Cuocere per una ventina di minuti o fino a leggera coloritura.
-Servire freddi e conservare poi in scatola di latta.

Il burroso e il pepe a mio avviso ben si sposano con gli ingredienti dell'aperitivo di Lucy, ma sarà lei a dirmi se ho ragione...

venerdì 13 agosto 2010

TORTA LIMONE E COCCO
per le mie (non)vacanze

























Quasi tutti in ferie o a casa con un po' più tempo a disposizione. Nel mio caso le cose in questo periodo son controcorrente. Pochissmo tempo e niente ferie.
Tanta voglia di pasticciare che però si affievolisce nel momento in cui posso perchè è ormai ora tarda.
Diffatti questa semplice torta l'ho fatta alle 10 di sera solo perchè ormai non riesco a immaginare di non prepararmi qualcosa di buono per colazione.
La mia adorata ricottanellimpasto fa di nuovo capolino dato che le temperature ora ne consentono una migliore conservazione.
Un dolce fatto di corsa, ma con voglia. Che dedico a tutti, ma in particolare a chi, come me, quest'anno non si discosterà dal solito panorama.
Però agosto in città è bellissimo... tutto assume una dimensione da paesone. Poco traffico, gente un po' (ma solo un po') meno fuori di testa, silenzio surreale. Tra le persone rimaste si instaura subito un rapporto informale come complici di una stessa dimensione comune.
Ci si sorride per strada. Quasi ci si saluta...
Le chiacchierate si fanno confidenze sicuri che poche orecchie ascoltino e diventano quasi promesse di futuri rapporti che poi puntualmente e con naturalezza si infrangono col ritorno della routine.
E' una vacanza mentale a cui non puoi sottrarti, attimi preziosi che solo due settimane l'anno una città grande come la mia riesce a vivere: tu la respiri perchè tutto intorno a te la respira.
Come non puoi sottrarti al capitolare degli eventi quando la dimensione torna quella di sempre. Anche se non vuoi sei preso negli ingranaggi della ruota che ricomincia a girare.
Torni con la mente a questa atmosfera intima, ma non riuscirai a ricrearla perchè tutto riprende e la ruota di una grande città è davvero troppo grande per non rimanerne impigliati...
Per quello mi godo questi giorni preziosi come se fossero il riposo di un gigante che presto tornerà a tritare e macinare.

Ingredienti:
200 gr di farina 00
50 gr di cocco rapè
250 gr di ricotta romana
200 gr di zucchero
2 uova
1 limone scorza e buccia
1 cucchiaio di semi di papavero
50 gr di burro
1 bustina di lievito

-Lavorare zucchero e ricotta con la frusta elettrica finchè non saranno cremosi.
-Aggiungere le uova una alla volta amalgamando bene.
-Unire poi il succo e la scorza del limone.
-Sempre miscelando unire a pioggia le farine e infine il burro fuso fatto raffreddare.
-Concludere aggiungendo il lievito e i semi di papavero.
-Mettere nello stampo che preferite e spolverare la superficie con un altro po' di semini.
-Infornare a 180° in forno preriscaldato per 35-40 minuti. Farà fede la prova stecchino.
-Sformare a freddo.

E' sempre bello scoprire come questo impasto abbia la morbidezza e l'umidità di un dolce che non sfigurerebbe servito come dessert, magari con una colatina di cioccolato fondente...

lunedì 9 agosto 2010

MULTI-FLOUR CAKE
Farcito con mirtilli alla lavanda

























La farina 00 per una base neutra...
La farina multicereali per colorare l'impasto...
La farina di riso per dare dolcezza...
La maizena per donare la sofficità...
La farina di mais per un tocco rustico...
L'olio per un cake leggero...
Il limone per un aroma profumato...
Il ruhm per dare un tono...
I mirtilli per una colorata farcitura...
La lavanda per quel gusto in più...
Lo yogurt... perchè sennò mi scadeva! :D

Guarda tu come un solo ingrediente da far fuori muova intorno a sè tutto un carosello di elementi e ragionamenti!
Mi divertono sempre queste cose :)

Ingredienti:
80 gr di farina 00
80 gr di farina multicereali
80 gr di farina di riso
55 gr di maizena
55 gr di farina di mais da polenta
200 gr di zucchero
500 gr di yogurt al naturale
1 limone bio, la scorza
4 uova
1 bicchiere di olio di semi
3 cucchiai di ruhm
1 bustina di lievito per dolci

per la composta:
350 gr di mirtilli
150 gr di zucchero
1 rametto di lavanda

-Lavorare uova e zucchero con una frusta elettrica finchè non saranno chiare e spumose.
-Aggiungere lo yogurt, il ruhm e la scorzetta di limone grattugiata e amalgamare.
-Procedere poi con le varie farine a pioggia sempre mescolando bene.
-Unire infine l'olio a filo e concludere aggiungendo il lievito sempre amalgamando.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 45-50 min, ma dipende dalle dimensioni del cake e questo è piuttosto grosso. Fa sempre fede la prova stecchino.
-Mentre il dolce cuoce preparare la composta mettendo mirtilli e zucchero in un pentolino.
-Rimestare spesso finchè non si raggiunge la densità desiderata, ma sempre considerando che da fredda sarà maggiormente consistente. A me ci è voluta circa mezz'ora.
-Poco prima di togliere dal fuoco aggiungere la lavanda e farla sobbollire per qualche minuto insieme alla composta.
-Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare in contenitore di vetro.
-Quando sia il dolce che la composta saranno freddi procedere alla farcitura. La dose di marmellata è perfetta per farcire un cake piuttosto grosso come questo.

Non racconterò che è un dolce da mille e una notte. In vero i cakes senza burro non mi entusiasmano, ma ogni tanto una preparazione più leggera ci va (mica si vive di solo Banana Curd ! :D ) e a giudicare dal micropezzo rimasto... non è decisamente stato vittima di discriminazioni! :)

venerdì 6 agosto 2010

IL PANE SARDO
Questo (s)conosciuto















E ora che pensavo di aver capito tutto sul pane carasau, distinguendolo dal guttiau... ecco che spunta il pistoccu!
Non ho mai particolarmente apprezzato la cartamusica, come la chiamiamo qua, ma ultimamente me ne nutro voracemente.
Se trattata un pochino è di una versatilità unica...
Sarà il suo modo di reagire all'umidità che mi affascina, sensibilissima com'è alla più piccola variazione di liquido presente negli alimenti che la accompagnano...
Ma ora facciamo chiarezza...
Non voglio raccontare la storia di ogni tipologia di pane sardo (anche se sarebbe interessantissimo) poichè mi dilungherei troppo essendo questi davvero tanti!
La mia necessità è quella di distinguerne tre che di solito troviamo sugli scaffali dei nostri rivenditori preferiti e che, a una prima occhiata, sembrano identici.

Pane Carasau:
il classico pane di farina di grano duro, sale, acqua e lievito (ebbene sì, il lievito c'è, anche se non si direbbe). E' quello più comune che troviamo in forme rotonde più o meno grandi, intere o mezze.
Pane Guttiau:
è il medesimo, ma insaporito con olio e sale prima della seconda infornata. A prima vista è assolutamente identico, ma è indubbiamente più saporito, caratteristica di cui tener conto al dosaggio del sale nelle preparazioni.
Pane Pistoccu:
è sempre sottilissimo come i precedenti, ma leggermente più consistente grazie alla presenza, unitamente alla semola, di fiocchi di patate o farina integrale. Lo si trova in forme quadrate e non troppo grosse anche se non è comunissimo qui nel "continente".

Ecco un esempio della favolosa versatilità di questo ingrediente oltre alla già postata Finta Parmigiana e altre robine che non ho avuto ancora occasione di presentare.
La ricetta è elementare, preparata per un pranzo veloce con quel che avevo in casa e fotografata velocemente, ma vuole ssere più che altro uno spunto e un omaggio a questo pane che pare quasi la metafora della sua terra: apparentemente asciutto, ma che se lo tratti in un certo modo regala una ricchezza nascosta tutta da scoprire.

Ingredienti:
quel che c'è.
E io avevo:
1 pomodoro
1 cetriolo
hummus di fagioli
2 mezzelune di pane carasau
olio evo
qualche foglia di basilico

-Passare velocemente sotto l'acqua le fette di carasau da una parte e dall'altra e riporle non sovrapposte su un piatto. Dopo un paio di minuti saranno morbide e "arrotolabili".
-Farcirle a piacere. Io ho spalmato dell'hummus e aggiunto fettine sottili di pomodoro o cetriolo, irrorato con un pochetto d'olio e aggiunto del basilico.
-Richiudere arrotolando, tagliare a rotelline o servire tipo burritos.
- Ho guarnito con basilico quella al cetriolo e con marmellata di cipolla quella al pomodoro.

Le si possono chiudere a tacos, a crepes, a piadina... e le farciture sono illimitate. Insomma, basta devvero un po' di fantasia o di urgenza svuota-frigo ;) !

mercoledì 4 agosto 2010

SAPORI SCIOGLIEVOLI
Il Curd e la mmmmmh-sfida

























Ci sono alcuni gusti che ci conquistano assaporandoli e altri che sono un'espolsione.
Direi che il Curd appartiene decisamente alla seconda lista.
Io non lo avevo mai visto prima di frequentare la blogosfera, nè lo avevo mai assaggiato prima di comprarlo alla Fiera Gastronomica Internazionale, nè tantomeno preparato prima di imbattermi nel post di Terry di cui ho già parlato.
E' un gusto che paragonerei al dulce de leches per morbidezza e intensità.
E' uno di quei sapori che però non si fermano alle papille, ma scendono... espandendo le sensazioni e facendoci squagliare in un mmmmmmmmmmmmmmh!
Io sfido CHIUNQUE (la lancio qui la sfida!) ad assaggiare per la prima volta un Lemon Curd o un Banana Curd e a non sgranare gli occhi e dire mmmmmmmmmmmmh!
Ed è così che io, subito dopo la preparazione dell' oRènda, mi sono letteralmente innamorata di questa crema dal potere calorico illimitato (sigh...) e l'ho immediatamente rifatta, ma stavolta con una correzione che ne rende questo potere praticamente incalcolabile...
Eh... se dobbiamo sforare sforiamo per bene!
La correzione la pensai quando, leggendo i commenti all'oRènda, qualcuna con l' immaginetta di un piccolo Calimero sorridente (chissà chi sarà mai...!) disse che aveva provato anche lei a correggerne il colore aggiungendo del cacao. Fulmine! Ne avrei fatta un po' nature e un po' al... c i o c c o l a t o... (da leggersi come Homer Simpson dice c i a m b e l l e, con tanto di bavetta annessa)
Grazie Federica per avermi messo questa golosa pulce nell'orecchio!
Ti dedico il mio Banana&Chocolate Curd.
Nella foto è quello nel barattolino con le ciliegine. Scusate se non l'ho fotografato da "nudo", ma mi piacerebbe tenerne un vasetto da conseravre (se ci riesco) e l'altro l'ho regalato...
Ma in compenso a far bella mostra di sè c'è il fratello Banana Curd al naturale.

Ingredienti per 4 vasettie e mezzo da 250 gr (chissà quel mezzo che fine avrà fatto... mah!):
5 banane molto mature
1 bicchiere scarso di latte
300 gr di zucchero
250 gr di burro (è tanto lo so, ma è un sacrificio da fare...)
4 uova
50 gr di cioccolato fondente

-Sterilizzare 4 vasetti da 250 gr o della capienza desiderata in proporzione facendoli bollire alcuni minuti in un pentolone.
-Frullare le banane con il bicchiere di latte.
-Mettere il composto in una pentola a bagnomaria, unire lo zucchero e con un frustino rimestre finchè non si sia sciolto.
-Unire poi le uova sempre mescolando e il burro che si scioglierà dolcemente.
-Continure a mescolare per evitare la formazione di grumi e finchè il Curd non si sarà addensato. Ci vorranno circa 10-15 minuti considerando che da freddo sarà maggiormente denso.
-Invasare i primi due barattoli con il curd caldo.
-Aggiungere in pentola il cioccolato spezzettato nella rimanente crema, mescolare finchè non sarà perfettamente sciolto e invasare caldo.
Si otterranno così 2 barattoli di Curd alla Banana e 2 Banana e Cioccolato, tanto per fare varietà.
-Conservare in frigo una volta aperto il barattolo.

E pensare che non amo particolarmente i dolci dolci... ma questo DEVE esserlo.
Provate e poi ditemi se non vi scappa tutta quella serie di emme!!

lunedì 2 agosto 2010

CUOR DI CIPOLLA
Anima di ricotta




















Non mi dilungherò in esperienze, sensazioni o racconti od aneddoti.
Dico solo che al primo morso l'hommo ha detto: ah questa è da postare subito! (e non in senso ironico, stavolta! :D)
E a ogni fettina ha ribadito a ganasce ruminanti:
... buona... (chomp... chomp...)
... buona-buona... (gnam... gnam...)
... mmmm!!
Beh... che aggiungere? Nulla! Solo gustare con una bella birra fresca!

Ingredienti per la pasta:
120 gr di farina 0 o manitoba
100 gr di farina multicereali
30 gr di farina di mais da polenta
100 gr di burro
1 uovo
2 pizzichi di sale
mezza bustina di lievito
2 cucchiai d'acqua o qb

per la farcia:
250 gr di ricotta romana
50 gr di pancetta affumicata a cubetti
50 gr di pecorino mezzano a cubetti
1 manciata di pangrattato

per il top:
5 pomodorini ciliegini o qb
2 cucchiai di marmellata di cipolle di tropea
origano
pepe

-Tagliare a metà i ciliegini, privarli dei semi, condirli con olio e sale e lasciarli un po' ad insaporire e a lasciare l'acqua.
-In un recipiente unire la ricotta, la pancetta e il pecorino lavorandoli per amalgamarli.
-Preparare poi la pasta lavorando in una terrina o su spianatoia le farine e il burro ammorbidito a temperatura ambiente unendo man mano tutti gli altri ingredienti. L'impasto dovrà risultare morbido, ma non molle.
-Rivestire una tortiera con della carta da forno. Io l'ho inumidita e strizzata per renderla più malleabile perchè seguisse bene la forma dello stampo.
-Modellare la pasta sulla tortiera con le dita formando un guscio, quindi circa mezzo cm di spessore e alzandola sul bordo per circa due dita.
-Bucherellarla con una forchetta e spargere una manciatina di pan grattato perchè assorba l'eventuale eccesso di umidità della ricotta.
-Riempire con la farcia.
- Ricoprire poi il centro con la marmellata di cipolla (io ho seguito la forma a cuore dello stampo) e posizionare i pomodorini sulla ricotta tra la marmellata e il bordo. Spolverizzare di pepe e origano.
-Infornare in forno preriscaldato a 180° per 40 min circa.
-Sformare una volta intiepidita e servirla così o fredda.

Il tipo di pasta è simile a quello fatto per l'ultima torta rustica alle pesche: una consistenza che mi è piaciuta molto che ho pensato di tradurre in salato con gran soddisfazione.